Enciclopedia delle armi - a cura di Edoardo Mori
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Alberto Guglielmotti
VOCABOLARIO MARINO E MILITARE – 1889
Estratto delle voci militari
a cura di Edoardo Mori©

|  A   |   B   |   CA   |   CE   |   D   |   E   |   F   |   G   |   I   |   L   |   M   |   N   - O |   P   |   Q-R   |   S   |   T - U   |   V - Z   |

T


Tagliacantoni
Si dice famigliarmente di soldato insolente, che, abusando della divisa e delle armi, aspreggia superbo i quieti ed inermi cittadini.

Tagliapiote
Quel ferro tagliente e rotondo a mo' di stampo che si conficca a mano sui prati per cacciarne zolle calibrate da farne toppagli ai cannoni di palla rovente; o per supplire al difetto di altri toppagli.

Tagliente
Tagliente, in forza di sust.La parte affilata di ogni arma.

Taglio
« La parte tagliente di spada o strumento simile da tagliare. » Si dice di ogni lama: propr.Il Tagliare, riferito al principio formale del concetto, onde risponde, non solo alle lame, ma agli altri pur significati seg.
a.  Dare il taglio, vale, Aguzzare, Affilare le lame delle armi.
b, Ferire, Colpire, Menare di taglio, vale, Colla parte tagliente della lama.
e. Lama a due tagli: Che è affilata e tagliente dalle due parti opposte.
Taglio.La ferita o squarcio che si fa nel tagliare, fig.Pericolo.
a.  Mettere al taglio della spada, vale, Ferire, Squarciare, Uccidere, Mettere a fil di spada.
b.  Decidere checchessia col taglio della spada, vale, Colla forza delle armi, per Fatto d'arme, per Impresa di guerra.

Tallone
Tallone. Term. mecc.Ogni pezzo sporgente, che serve di appoggio fermo o mobile: onde, Tallone della lama, Quel pezzo sporgente dal codolo, che ponza sul manico.

Tamburino
Tamburino. Term. mil.Sorse la voce in dim., perchè ai soldati giovani si concedeva l'allegria delle strepitose battute. Ma si dice anche ass.Tamburo, massime ai graduati del drappello, come al Caporal tamburo, ed al Tamburo maggiore. — Ai tamburini battere i segni della diana, della levata, dell'appello, della marcia, della ritirata, e del silenzio, dovunque sia durato, o duri, l'uso di tale strepitoso non meno che voluminoso arnese. spec.Si affidava loro la lanterna delle ronde notturne, i servigetti minuti alla guardia, e la chiamata di battaglia in faccia ai nemici. Ora sono succeduti i Trombetti.

Tamburo
b.  Il Tamburo, strumento militare, era noto all'antichità, e più agli orientali. 1 Pelasghi, i Greci, i Romani preferivano le trombe per la guerra; i tamburi per le cerimonie del loro culto: ma tamburi diversi, col fusto di rame concavo, una sola pelle, una bacchetta, e talvolta picchiati colla mano, come i moderni tamburelli nelle danze delle popolane. Nel secolo xv si fece universale in Europa: tutti hanno concorso a migliorarne la struttura. — La tromba è più marziale, il tamburo più strepitoso: Quella affatica i polmoni, questo le gambe.
e. Il tamburo si usa per regolare il passo ordinario, o accelerato dei militari: si usa per chiamarli, per battere la diana, per rendere gli onori militar) in terra e in mare. Per ciò si hanno diverse battute, che esprimono come segno sensibile diverse cose, cioè, la Sveglia, la Diana, la Preghiera, all'Arme, alle Bandiere, la Generale, l'Ordine, la Ronda, la Chiamata, l'Assemblea, la Riunione, la Parata, il Rancio, il Pasto, la Berlocca, la Guardia, il Bando, la Marcia, il Passo con le sue varianze, la Carica, la Ritirata, la Sordina, il Lutto, la Disunione, il Silenzio, il Riposo, la Marcia, il Saluto, la Partenza: e ciò si fa a Battuta, a Tocchi, a Rullo, alla Stesa.
d.Quindi son chiare le frasi: Tamburo battente, o sonante: Dar nei tamburi, Rullare, Sonare, Toccare, Battere il tamburo.
Tamburo, milit.Si dice anche della persona, soldato o marinaro, che per ufficio suona lo strumento: ve n'aveva uno per ogni compagnia di fanti; parecchi in ogni bastimento da guerra, molti in ogni reggimento: secondo gli ordinamenti di ciascun paese.
a.  Tamburo, assolut.vale, Comune, Semplice, Gregario sonator di tamburo: Tamburino.
b.  Caporal tamburo, quel Sottufficiale che presiede a una squadra di tamburi, per lo più a tutti quelli di un battaglione.
e.  Tamburo maggiore.Quella specie di sergente maggiore presiedente a tutti i tamburi e caporali di un reggimento. Si costumava sceglierli di alta statura, di aspetto marziale, e vestirli bizzarramente. Portavano in mano la mazza, o canna, colla quale davano i segni delle diverse battute.
d.  Tamburo, mil.Si dice in senso assoluto e positivo di ciò che in senso dim.massime pei giovani, si chiama Tamburino.
e. Tamburo, fig.Opera di fortificazione di muro, di terra, di legname, variamente costrutta, ma per lo più rotonda e bassa, che si mette alla gola di qualche bastione, o di altra opera: e più sovente in alcune parti delle comunicazioni scoperte o per accrescerne le difese, o per salvarle dall'infilata.

Tanaglia
e. Tanaglia, fra i bombardieri, Strumento simile, di ferro, a ganasce incavate, bocca concava, e lunghe branche, per aggrappare dai fornelli le palle roventi.
d. Tanaglia, detta pur Brida, Macchina murale usata dagli Italiani del medio evo, specialmente negli assedi, per afferrare, portar via, sollevare, lasciar cadere o fracassare le macchine nemiche. Era formata, come il nome dice, a forma di grandissima tanaglia con le bocche uncinate, le branche lunghissime, il pernio a mezza branca, fornita di anelli e catene all'estremità, e di una susta, che obbligava le bocche ad aprirsi e tolta la quale esse medesime bocche pel peso loro si chiudevano, e tanto più stringevano quanto fosse maggiore il peso, e quanto maggiore la forza con che andasse sollevato.
Tanaglia, nell'architettura militare, Figura geometrica, che risulta dalla intersezione delle due linee contigue della difesa: Questa figura, rassomigliante a tanaglia rettilinea, ed aperta, forma, sul-l'istesso perno, quattro angoli, due acuti verso i fianchi, e due ottusi verso la cortina e verso la campagna.
a.  Angolo della tanaglia, Quello ottuso che risulta verso la cortina, formato dalle due linee lian-cheggiaDti e contigue.
b.  Tanaglia, altresì, Opera esterna, posta nel fosso col sagliente e due faccie innanzi alla cortina, precisamente sulla linea predetta. Ve n'ha di varie forme: Semplici, Doppie, e Spezzate.
e. Opera a tanaglia, Figura del recinto primario, condotta ad angoli rientranti, in forma stellata, e bastionata: cioè munita coi bastioni regolari, più le cortine spezzate ad angolo rientrante.
d. Tanaglia, Un'opera esterna fatta per racchiudere uno spazio, o per difendere un'altura prossima alla piazza. — Delizie dei secentisti!

Tappo
Tappo, altresì, Quel pezzo di legno o di sughero, calibrato, coperto di lamiera, forbito e ornato, col quale si copre la bocca dei cannoni, dei fucili, delle armi da fuoco, gli incastri dell'argano, e simili, per mantenergli asciutti, e netti.
Tappo, in Galera, si chiamava un Pezzo di sughero infilato a uno spago e pendente dal collo di ciascun rematore, per uso di metterselo in bocca, e tenerlo tra i denti quando (nelle fazioni più difficili) l'aguzzino ne dava l'ordine, per tener soggette e silenziose le ciurme, composte di turchi, ebrei, vagabondi, malfattori.

Tarabusto. s.m. Term. d'artigl, Cibrario.Sorta di cannone, largo di bocca, corto di canna e incamerato.

Tarantarchia
Squadrone greco di cavalleggeri, formato di due epilarchie, congiunte insieme: in tutto 256 cavalli. Altri leggono Tarantinarchia, e vogliono Veliti calabresi e pugliesi alla leggiera.

Tarantino
Soldato di armatura leggiera appiè ed a cavallo, atto a dardeggiar da lontano. Taranto forniva i migliori anche alla Grecia; ed ai Macedoni: turme calabresi, pugliesi, e salen-tine; andavano assoldate, come nei tempi seguenti si è visto dagli svizzeri.

Tarengo
Term. d'artigl.Ciascuna di quelle barre di ferro, messe, invece di cerchione, a ferrare le ruote dei carri di artiglieria. Si metteva a contrasto un tarengo tra due gavelli. Loro vantaggio il non allentarsi; loro fastidio, intoppi e risalti continui. Se ne vedono i disegni nelle stampe del seicento.

Targa
Specie di scudo, fatto di legno, e foderato di cuoio. Scudo leggiero, figura di cuore, biconvesso alla penna, ed acuto alla punta.
Targa, fig.Quella cartella, simile al detta scudo, che porta stemmi, nomi, motti, o altri segni di riconoscimento, sulle armi, sui portoni, sui navigli.

Tassiarchia
Membro della falange, eguale a due tetrarchie, in tutto 128 teste, secondo Eliano, supposto il Loco di sedici: altrimenti detta Ecatòntarchia. Corrisponderebbe così alle moderne compagnie.

Tattica
Voce solenne, dedotta dal classico, registrata dal Forcellino nell'app. e fin dal nono secolo ripetuta nei libri dell'imperatore Leone il Tattico, nelle versioni latine; e poi in volgare dal Colletta, Grassi, Manuzzi, e Fanfani.— L'arte di ordinare le masse dei combattenti, tanto che ciascuno stia al suo posto, e tutti insieme si riconoscano, superiori ed inferiori, in un corpo solo. Esempio classico ci fornisce la Stolarchia e Falange greca, la Legione e Classe latina, e quindi l'esercito e l'armata italiana da Egidio Colonna, e da Marino Sanuto infino a Niccolò Machiavello.
La tattica, per estensione, porta l'ordinamento suo non solo alla piazza e nell'arsenale, ma oltre alla navigazione e sul campo; e quivi rassegna le masse ben ordinate nelle mani della strategia, cui, secondo gli alti principi del calcolo intuitivo, compete condurle alla vittoria Cosi la Tattica è arte di composizione numerica, come la Strategia è scienza di movimento trionfante. Ambedue riguardano l'esercito e l'armata
a.  La tattica, rispetto agli eserciti, mette in rilievo tra gli antichi la falange e la legione; porta nell'età di mezzo l'oste, la gualdana, lo stormo, la compagna, il terzo; si ferma nei tempi moderni ai reggimenti di fanti e cavalli, artiglieria e genio. Con essi discende ai battaglioni, squadroni, compagnie, drappelli: e con essi risale alla formazione delle brigate, divisioni, corpi, ed eserciti. Intorrlo ai quali la tattica non si ferma: ma leva, mette, aggiugne, sdoppia, e duplica pezzi, cavalli, treni, telegrafi, areostati, e gente di speciale attitudine, come bersaglieri, alpini lacunari: pascolo gradito all'attività dei tattici nella legislazione militare, e sui banchi dei parlamenti.
b.  La tattica, riferita all'armata, comincia cogli argonauti e colle poliremi, scende alle navi e galere del medio evo, sdrucciola ai vascelli ed alle fregate del seicento, e sosta coi piroscafi e corazzieri del tempo nostro. Con essi forma le armate, le divisioni, le squadre, gli stuoli, i gruppi, le sezioni; e fìssa il punto unitario sulla nave di battaglia e di alto mare. Ma quante trasformazioni e quante dispute in brevissimo tempo! La macchina, la ruota, l'elice, il rostro, la corazza, il cellulare, le torri, le torpedini, le reti, il posticcio, gl'incrociatori, e l'artiglieria di cento tonnellate. Di mezzo al vortice delle trasformazioni, che niuno sa fin dove abbiano a giugnere. la Tattica terrassi ferma al gran tipo della nave dominatrice sugli uomini e sui mari: grandezza, fornimento, equipaggio, artiglieria, velocità, riparo; e non dispregerà mai il corredo della velatura ausiliaria per ogni caso di necessità eccezionale.
Unità tattica.Quel numero collettivo di armati, che serve di base al valutare i multipli e summultipli di tutti i membri per formare un corpo solo. Giova perché i membri siano ben articolati, si conoscano tra loro, rispondano ai capi, e si prestino facilmente alla composizione delle masse maggiori.

Tenente
Sincope di Luogotenente:Colui che tiene il luogo di un altro, ed al bisogno ne fa le veci. Gli antichi, consci della necessità gerarchica, avevano nomi e gradi diversi per tutti gli ufficiali superiori e subalterni, come si è visto nella unità tattica della falange, e della legione. Poi nella età di mezzo vennero per terra capitani, conestabili, e caporali: sul mare capitani sopraccomiti, e nobili. Ma infine, cresciuto il predominio oltramontano, cominciò nel seicento a diffondersi anche tra noi la tenenza per terra e per mare; e da servile imitazione introdotto, uscì fuori lungo allampanato il sor Luogotenente con lo strascico al dettaglio esotico, ed al vascello antiquato. Tocca ai regolamenti ministeriali mettere ad ordine logico questa materia: ed a me tocca stringermi ai fatti correnti.
Tenente.Uffiziale di grado inferiore al capitano, che al bisogno ne fa le veci; e sempre lo ajuta nell'ufficio. Si dice pur luogotenente, per le lunghe.
a.  Il tenente, è il secondo ufficiale della compagnia.
b.Si distinguono i Tenenti di prima e di seconda classe; cioè Primi, e secondi tenenti.
e. Il sottotenente, è il terzo ufficiale della compagnia, di grado, autorità, e distintivi, inferiore al tenente.
d. Tenente, unito ad altri nomi di grado militare, fa diversi sensi di inferiorità come è detto alle voci colonnello, e generale.
3* Tenente, nella marineria, lo stesso che nell'esercito: Ufficiale inferiore al capitano, che ha il carico di regolare i particolari del servizio, di mantenere la disciplina dell'equipaggio, e di presiedere le guardie di turno, secondo i regolamenti e le consuetudini vigenti.
a. Il Tenente, cui sia affidata la condotta di alcun piroscafo, avviso, torpediniera, o simili legni minori, piglia titolo di Comandante.

Teniere
« Il fusto della balestra » e da alcuni usato anche per Cassa del fucile.

Terraglio
Massa di terra raccolta in rilievo per difesa, e sostenuta per lo più con pali e fascine.
Terràglio, nel medio evo Spalto ed argine esterno del fosso: e Strada dello steccato campale.
Terraglia, voce più larga che non Terrapieno. II primo dice terra in genere e sola: il secondo aggiunge riempitura di terra addossata alle muraglie.

Terrapieno
« Bastione fatto o ripieno di terra. » propr.Massa di terra, addossata ad altre opere per qualsivoglia lavoro di arginatura, riparo, o difesa.
Terrapieno, nell'architettura militare antica, Quella massa di terra che, sostenuta con pali e fascine, e contornata da un fosso, serviva così di riparo nelle difese campali; come di rinforzo nelle murali. Di questo genere le Palafitte delle terramare, i Barraggi del medio evo, il Vallo degli antichi. In Roma, oltre ai grossi macigni, spicca il terrapieno nell'aggere di Servio Tullio; negli accampamenti lontani, e in quelli descritti da Cesare nei Commentari.
Terrapieno, nel senso preciso e proprio della fortificazione moderna, aggiugne qualcosa all'antico, che lo rende diverso e nuovo. Significa quella gran Massa di terra messa per cinta resistente di difesa, incamiciata a scarpa per sostegno, spianata a sommo per piazza alta delle artiglierie, e protratta in cima per parapetto dei combattenti. Queste quattro condizioni, necessarie al terrapieno moderno, lo fanno nuovo, e lo distinguono dagli antichi. Per ciò nella mia descrizione della Rocca d'Ostia dissi che in quel tempo (1483) il terrapieno non era usato né dentro né fuori d'Italia. Allora la piazza alta delle artiglierie era sopra il pieno delle grosse muraglie di pietra e mattoni; e il parapetto eran Merloni; e così durò finché l'arte fu in mano degli architetti; cioè sino ai primi del cinquecento. Venuti poscia i soldati a dirigere le fortificazioni, vista la fragilità dei mer-loni e la rovina più dai difensori patita per le schegge dei propri parapetti che non per le palle del nemico, condussero il terrapieno a principal fondamento di difesa colle predette quattro condizioni : cinta continua, incamiciata di muro, spianata per piazza, e rilevata per parapetto. Gran parte ebbevi Francesco M. della Rovere-, ma sin dal 1510 il Federici cita documenti di ciò (v.Merlone): ed il Gaye, voi. 2°, p. 182, conchiude che «il rivellino di Pisa sull'Arno « fu terrapienato solamente nel 1529 » e procede contento con la ripetizione del Promis, 2°, 218. Poscia nel 1530 Michelangelocompi i terrapieni di S. Miniato, incamiciandone il parapetto con mattoni crudi, impastati di"paglia. Giulio Savorgnano nei Mss. che ho studiati alla Palatina di Firenze, insieme coi Mss. del Galilei sulla fortificazione moderna, insiste nella necessità dei terrapieni, e dei parapetti di terra: che d'allora in poi divennero universali.
II terrapieno, nel concetto complessivo, porta seco l'incamiciatura di muro, i contrafforti di dentro, la scarpata, interna ed esterna, la base, il piede, il fondo, la lunghezza, la larghezza, il piano superiore, la banchina, e il parapetto, col suo rivestimento di piote o mattoni. Tutto ciò che si è detto a Legname, Gabbioni, Terra, Fascina, Manocchie, Manaiuole, Mannelli, Piote, Zolle.

Terzo
Terzo « Una squadra di soldati, composta di un certo determinato numero. » Voce a noi venuta dagli Spagnoli che nel secolo xvi chiamavano Tercio un corpo di fanteria di due mila o tre mila uomini; sottosopra uguale al moderno reggimento.

Tessera
Tavoletta usata dai Romani per segno e contrassegno di più cose, spec.per distinguere i soldati di una medesima parte, per far la ronda, per essere riconosciuto dalle sentinelle, per gli alloggi militari, per l'ordine della sera, e pei lavori di accampamento. — v.Ferlino.

Tesserarlo
Titolo e grado di quel soldato romano che riceveva la tessera dalle mani del prefetto o del tribuno, e la recava ai quartieri, centurie, e contubernie.

Testiera
« Quella parte della briglia dove è attaccato il portamorso, e passa sopra la testa del cavallo.

Testudinato
Aggiunto di fortificazione, di naviglio, e simili, vale, Blindato, Corazzato.

Testudine
Lo stesso che Testuggine, Ma sia meglio usar questa voce parlando di antichità militare, e riserbare la voce Testuggine o Tartaruga alla convegna animalesca.
2 Testudine « Ordinanza di soldati usata dagli antichi. » propr.Quella particolare ordinanza nella quale i soldati greci e romani si stringevano insieme e coprivansi tutti con una continua squamma di ferro, congiungendo pur tutti scudo a scudo.
a.  Testudine di assalto, Quella in cui i guerrieri, levati e congiunti gli scudi sopra la testa si appressavano sotto le mura nemiche: e ciò tanto per difendersi, quanto per formare un ponte sopra cui gli altri soldati montar potessero all'assalto. Si vedono al vivo nelle scolture antiche, massime della colonna Traiana.
b.  Testudine quadrata, Quella in cui i guerrieri, messo un ginocchio a terra, tutti si coprivano il petto e la faccia dal saettamento nemico, per tener ferma la posizione, e difendere le salmerie, le macchine, e le genti raccolte nel centro.
Testudine, altresì, Term. archeol.Quella macchina murale, formata di un tetto durissimo, retta da una travata, e messa sulle ruote, che serviva a coprire i soldati deputati a mettere in moto altre macchine, o a scavar sotto le muraglie nemiche.
a.  Testudine arietaria, Quella che era come un magazzino mobile sulle ruote, copriva i soldati, e portava sospeso l'ariete. Lunga trenta cubiti (m. i3) alta sedici (m. 7) dalla gronda al comignolo sette cubiti (m. 3). In mezzo al tetto una torre quadrata per ogni lato di cubiti dodici (m. 5.32) alta di due o tre palchi. Sulla cima catapulte e scorpioni; sotto l'acqua per estinguere gli incendi: e tutta la macchina coperta di lamiera e di cuoia fresche. Nel medio evo pigliava nome di Gatto, e di Vigna : ora l'ha preso in Egitto, contro i Sudanesi, di Treno e Vagoni corazzati.
b.  Testudine ordinaria, Quella di forme minori , quadrate, senza torre, e senza ariete, che copriva pochi soldati e minatori per aprir cunicoli, scalzar muraglie, colmare fossi. Vi lavoravano sotto, e la recavano da luogo a luogo, senza uscirne fuori.
e. Testudine arginata, Quella che era soltanto munita di parapetto, e feritoie.

Tetrafalangarchia
La falange greca di grave armadura, cioè due difalangarchie congiunte insieme in un corpo di teste 16,384; supposto il Loco di sedici teste, secondo Bliano.

Tetrarca
Il capo della tetrarchia.

Tetrarchia
Quel membro della falange, che era composto di quattro lochi, due dilochie, teste sessantaquattro.

Tiro
« Il tirare: » riferito al più alto principio formale del concetto Non si confonda mai il Tiro col Colpo, né viceversa; si lascino ai poeti le figure, e le tropologie delle cause e degli effetti: i militari si tengano al proprio; e nel leggere, pensare, e scrivere, per verità e precisione, distinguano, come segue:
a.  Tiro, rispetto all'arma, di Spada, di Balestra, di Pistola, di Artiglieria, e simili.
b.  Tiro, rispetto alla carica, Pieno, Mezzo, a Polvere, all'Aria, a-Cartoccio, di Prova.
e. Tiro, rispetto al proietto, Da ventiquattro, A palla rovente, A palla piena, vuota, carica, e incendiaria.
d.  Tiro, rispetto alla distanza, Giusto, Forzato, Mezzano, A tiro, Massimo, Minimo, Perso, Morto.
e.  Tiro, rispetto agli aggiunti, Rettilineo, Curvilineo, Orizzontale, Inclinato, di Ficco, Ficcante, Piombante, a Livello, Parallelo, Radente, Rasente, Lambente, Fioreggiante, Di punto in bianco, A più punti, Elevato, in Arcata, a tutta Volata, Verticale, Diretto, Obbliquo, Convergente, Divergente, Di gran gittata, Tiro di Striscio, d'Infilata, a Sbalzi, di Briccola, di Riflessione, di Rimbalzo, di Rapporto, di Rovescio, di Costiera, Ruzzoloni, di Sghembo, di Schiancio, a Schisa, di Sbriscione, a Sghimbescio, di Sguancio, di Scancio, in Croce, Incrocicchiato, di Schianciana, in Tralice, Saltellone, Ruzzolante, come trottola, come palèo, e come razzo.
f.  Tiro, per i marinari, aggiunge inoltre la Fiancata, di tutta la Fiancata, d'ambedue i Fianchi, a Ronzi, a Balzi, a Disalberare, ad Affondare, ai Passavano, allo Scafo, nel Vivo, nel Legno, nell'Opera morta, e di Infilata.
g.  Il Tiro, rispetto ai verbi, Batte, Rovina, Sfonda, Sbreccia, Brucia, Scavalca o Smonta l'artiglieria nemica, Leva le difese: Traccheggia, Giuoca, Briccola, Sbieca, Ronza, Balestra, Romba, Tuona, Fulmina, Scaraventa, Bombarda, Cannoneggia, e Grandina.
h. Tiro, milit.vale anche Segno dato con uno o più spari: onde si dice di Avviso, di Partenza, di Leva, di Parlamento, di Assicurazione, di Ritirata, del Riposo, del Silenzio, della Diana, della Salva, della Sfida, e simili, come a dette voci.
Tiro. Terni, di cavali.Il tirare che fanno i cavalli delle carrozze, dei cani militari, delle artiglierie, e simili: onde Tiro a quattro, a sei, a otto, esprime il numero di tanti cavalli per ogni muta.

Tocca
« Coll'ò largo: Specie di drappo di seta e d'oro. » Si usa talvolta per bandiera, per sopravveste cavalleresca; e di qua sembra derivato il "rocchetto, o Tacchetto, specie di berretto militare dei secoli passati, e fatto di simil drappo.

Tollenone
Macchina militare, dei romani, equivalente al nostro Mazzaccavallo; quando era usato per scaraventare pietre da lontano.

Tolta
Tolta, mil.Gravezza di viveri, di munizioni, di vestimenta, di cavalli, o d'arnesi, che gli eserciti o le armate impongono violentemente agli abitanti di paese occupato.

 Torace
Torace.Armadura difensiva del petto: Corazza, parte dell'usbergo: voce latina e da poeti.

Torma
« Turma, Schiera d'uomini armati a cavallo. » Voce latina, che valeva presso i romani trenta cavalli, divisi in tre decurie, comandate da tre decani. — In seguito si compose di trentadue cavalli sotto un solo decurione maggiore; ed in tante altre maniere, numeri e nomi, che si venne all'ibrido Tormarca, Caporale della torma.
Torma, in gen.Moltitudine, Branco di cavalli, di animali, di salmerie, di soldati.

Tormentaria
Termine dei nostri antichi bombardieri, usato dal Valturio nel «72, e 1483. Specie di artiglieria composta di più canne, e in diverse,ma-niere disposte per averne molti tiri, con gran celerità e precisione; come è detto alle voci Organo, Revolvero, e Metragliera.

Tormento
e. Tormento, nell'appropriazione militare, la Corda elastica che serviva a caricare l'arco ed a scagliare saette.
d.  Tormento, per estensione, Tutta la macchina militare a corda, catapulta, scorpione, onagro, ed ogni altra, la cui forza springava dai canapi ritorti. Eliano, Polieno, Vegezio, Frontino, Polibio, Cicerone, tusc.24: « Ballistw lapidum, et reliqua « tormenta telorum, eo graviores emissiones habent,
*  quo sunt contorta et adducta vehementius.»
e.  Tormento, per conseguenza, Tutti gli effetti dolorosi, strazi, travagli, afflizioni, pene, e gastighi, fisici e morali, come intona la Crusca.
f.   Tormento, per similitudine, Ogni moderna artiglieria da fuoco, che infino ad oggi da tutti i latinisti sono chiamate Tormenta bellica.

Tornello
Falda, come specie di guarnello o gamurrino, pendente dall'armnadura fin sui ginocchi.
3°. Tornello.Quel gamurrino galante di mussole bianco, avvolto in molti doppi di cannelloni dalla cintola al ginocchio, che portano gli Elleni nel costume nazionale,

Torneo
« Giostra che si fa nel festeggiare pubblicamente. » Specie di giostra cavalleresca, nella quale i campioni, rinchiusi nello steccato, si affrontavano colle lance, si rigiravano, e tornavano ad affrontarsi, o soli, o a squadre, per rimaner padroni del campo, gettando a terra gli avversari. — Giostra assai più antica degli Angioini, checché ne dica il Grassi, come ciascun sa del Circo massimo, del Ludo troiano, della Quintana medioevale, dagli Schermegi crociati: E la voce deriva dalla stessa radice italiana dalla quale é il Movere in giro o Attorno.

Torpedine
Torpedine.Nome più acconcio, perché meno comune e meno equivoco, per Quella nuova specie di petardo dinamitico, che, messo sotto la carena del bastimento nemico, e acceso da innescatura elettrica, meccanica, o fulminante, detona con terribilissimo scoppio e mette in pezzi il naviglio.
3° La forma della Torpedine e gli effetti son simili ai notissimi del petardo. La carica esplosiva entra racchiusa in una sfera, o cono, o cappellaccio, o cassa di metallo; l'innescatura passa per un lungo cannello o è accesa dallo sprizzo delle scintille voltaiche, o da un percussore latente. In tempo di guerra si mettono ai passi gelosi, ed alla bocca dei porti, per difenderne l'entrata; e la voga or chiede andare con qualche piroschelmo a ficcarla scopertamente con una pertica misurata sotto la carena del nemico per farlo saltare in aria.
La torpedine, quanto a teoria, non viene nuova tra noi: già il Vallurio nel quattrocento, e poi il Crescentio nel secolo seguente, han proposto: « Palle di fuoco artificiato, che ardono sottacqua, e « si attaccano sotto alle navi nemiche con la carica « di polvere da fuoco.
La torpedine, conseguenza immediata del petardo e della mina, piglia tutta la nomenclatura dei precursori: ma si carica coi detonanti più frangenti; con la dinamite, col fulmicotone, e con la polvere frangente. Si accende non solo coi metodi ordinari, col percussore e col fulminante, ma ancora con la scintilla elettrica diretta al segno da fili conduttori, o con esplodenti automatici per contatto. — In ogni caso può essere contundente, e perforante.
5" La torpedine, come genere, abbraccia due specie: il Ginnoto, che si affonda, perchè esploda, nelle posizioni volute difendere, sulla bocca dei porti, sulla foce dei fiumi, nei luoghi di sbarco: ed il Siluro, che per forza esplosiva o aria compressa corre da sé stesso a cercare il nemico fino a quattrocento metri in distanza. I nomi sono presi dai pesci Siluro, Ginnoto, e Anguilla surinese, che hanno le istesse proprietà elettriche della torpedine. Questa partita, per la sua novità ed importanza, è tenuta segreta nei consigli dell'ammiragliato.
La torpedine, oltre alla nomenclatura comune della mina e del petardo, chiama di proprio Spolette, Calotte, Astucci, Capsule, Elettromotori, Fili, Punte, Cassette, Cuffie, Globuli, Tubetti, Aste e Ramponi di calumo, di salpamento, e di sparo.

Torre
a.  Le torri, sono di rimotissima antichità. Tutti i popoli, di levante e di ponente, le posero; tutti gli storici le ricordano, tutti i monumenti le rappresentano. Si mettevano attorno alle mura, a mezzo tiro di arco l'una dall'altra, addoppiavansi alle porte, erano eccellenti per la difesa piombante imperfettissime per la radente; avevano diversi ordini di palchi, ed erano in comunicazione coi Tondelli e tra loro. Là mangani, catapulte, balestre, -soldati. Si mettevano pur sulla tolda dei navigli.
b.Nel medio evo, e in tempo delle civili fazioni si moltiplicarono le torri. I signori, i grandi, i baroni, i cittadini potenti guernirono di torri non solo i loro castelli, ma le' abitazioni istesse della città. Queste tra le pubbliche e private salivano come una selva di propugnacoli: e se ne vedono le vestigia nei muri, nei nomi, e nelle vie delle antiche metropoli.
e. Venuto il tempo del risorgimento, si cominciò a radere le torri magnatizie. Il popolo minuto le aveva in ubbia.
d.Cominciata a usare l'artiglieria, si venne al modificare le torri delle muraglie pubbliche. Pertugi nuovi per le bombarde, puntoni e scarpate per difenderne la fronte; contro forti e terrapieni per so-
stenere il dorso. Finalmente bisogno cimar tutte le torri, con infinito cordoglio e stupore dei popoli, che in quelle avevano per lunga abitudine riposta la loro fiducia. Il Nardi e il Segni narrano lo sbigottimento dei fiorentini, quando nell'assedio del 1530 si dovette venire al taglio, e cimare le torri della città, perché non servivano ad altro che ad accoppare il presidio di sotto.
e.Alle Torri quadrate e rotonde, dopo la metà del secolo xv succede la Torre bastionata, o pentagonale, e allora surse la moderna architettura militare, e scomparvero a poco a poco le quadrature e rotondità antiche, le quali non si vedono oggidì altrove che nelle città prive di fortificazione regolare. 11 Taccola, certamente avanti al 1458, le disegna pentagonali, a livello della muraglia, col sagliente alla campagna, e il fianco ritirato. Quelle tavole tuttavia conservate nel prezioso codice Marciano a Venezia, confrontate colla celebre medaglia di papa Calisto per le muraglie di Roma (esprimente all'unisono piccole torri pentagonali a livello delle cortine, colle batterie nei fianchi), dimostrano evidentemente il principio dell'arte nuova alla metà del secolo decimoquinto, come confermano con solennità di prove, e di lungo discorso, i trattati delle fortificazioni.
f.Nel 1560, dopo la rotta dell'armata cristiana alle Gerbe, salirono in voga le torri isolate sul lido del mare, per impedire gli sbarchi dei turchi, difendere i bastimenti cristiani, dar asilo ai pastori e agricoltori, e per fare i segnali alle milizie di accorrere, e a tutti di guardarsi. Siffatte torri stanno ancora in piedi per tutte le riviere d'Italia e delle isole. Figura quadrata, lato di metri dieci, altezza di venti, scala esterna, ponte levatoio, porta sublime, ed angoli acconci al rimbalzo.
g.  Le torri, dopo la guerra di Crimea e le prove fatte dal Totleben a Malackoff, tornano in voga. Se ne fanno per difendere ponti, strade, passaggi, confini. Ho veduto le quattro torri austriache a Rovigo, sui quattro vènti: ciascuna due chilometri dalla piazza; e ciascuna stimata venticinque milioni di lire; e tutte dell'istesso disegno: grossa muraglia, terrapieni rinforzati, due ordini di piazze casamattate, una scoperta, tre batterie, ed otto pezzi di grosso calibro per ciascuna. Scarpa, fosso, acqua, ponte, e pozzo nel mezzo.
h.Torre, rispetto alle parti, Fondamento, Base, Fondo, Fronte, Faccia, Lato, Cerchio, Scarpa, Cordone, Porta, Ponte, Piazza, Merli, Bertesche, Cima, Ballatoio, Parapetto, Battuto, Batterie,e Piombatoie.
i. Torri martello, dal nome del proponente, simili alle nostre della spiaggia, armate con un pezzo di grosso calibro, e destinate alla scoperta e alla difesa sulle coste d'Inghilterra.
k. Torri mammiliane, perfezionate dall'arciduca Massimiliano d'Austria, poscia imperatore al Messico. Quelle medesime qui descritte attorno a Rovigo: figura rotonda, botta di bomba, due batterie coperte, e la superiore a barbetta; tutta l'altezza non più di metri dieci, e il diametro di trenta.
Torre ambulatoria.Quella macchina murale antica, fatta di legname a guisa di torre, che si conduceva sopra curii o ruote presso alle mura nemiche, a fine di espugnarle per viva forza. Si facevano alte da sessanta sino a centoventi cubiti (m. 30 a 60) larghe da cubiti 17, a 23. (m. 8, a 11). Scompartite in venti o dieci palchi; fornite di ariete, di ponte, di scale; coperte di ferro, e di cuoio bagnato, e difese dall'incendio. Secondo lor forme e qualità, dicevansi Elepoli, Esostre, Sambuche, e Testudini.
Torre distaccata, Opera esteriore di antica maniera, innanzi alle piazze o porte principali, per sicurezza maggiore. Esse dettero l'origine alle Lunette, ed ai Rivellini seguenti.
Torre navale, onde dicevansi Turrite le navi, Quelle costruite sulla tolda dei maggiori navigli antichi, massime quando dovevano battere citta. Se ne vedono disegni frequenti nelle medaglie, e ne' monumenti antichi; e se ne legge nei classici. Ad essa successero poscia le Rembate delle galere; le Barbotte delle navi, i Casseri dei vascelli, e le Blinde dei corazzieri.
Torre, oggidì, Speciale edificio corazzato sul ponte dei maggiori piroscafi militari, per coprire la grossa artiglieria, ed i serventi: ve n'ha di ferme, e di giranti: mosse a leva, ed a vapore; terminate a cupola, od a ballatoio, e ciò forma il tipo delle navi chiamato A torri, che possono battere per tutto l'orizzonte.

Trabocchetto
Trabocchcllo.Luogo fabbricato con insidia, dentro al quale si precipita. Si è sempre usato: in campagna contro le Aere, nelle rocche contro i nemici: per lo più un pavimento falso, o un pianerottolo a ribalta, dove, mettendo inconscio il piede, segue necessaria la rovina in alcun profondo e cieco sotterraneo. Furono usati per vendette private: si usano come difesa militare alla porta delle torri, negli androni delle fortezze, in alcuni corpi di guardia, ed alla bocca dei fossi; col nome di Caditoia, Cataratta, Ribalta, Botola, Diamante, e Bocca di lupo, secondo diverse forme.

Trabucco
Macchina da corda, simile all'antica balista, con la quale gl'Italiani del medio evo lanciavano negli assedi pietre e fuochi. Tanto era comune e conosciuto tal nome, che infino i primi mortai da bomba, ed i primi petrieri a scaglia furono chiamati Trabucchi.

Traccia
Traccia, fig.Cammino militare, che si fa per dar la caccia al nemico.
Traccia.Quella porzione di polvere che si mette per fare la seminella, e guidare il fuoco da lontano sino alla mina o ad altra carica.

Tracolla
« Arnese che, girando di sulla spalla destra sotto al braccio sinistro, serve comunemente per uso di sostener la spada, o simile. » Striscia di cuoio, di seta, o di cordoni, sospesi dalla spalla al fianco opposto per tenere la spada, la fiasca, la cartucciera, e simili arnesi militari.
Tracolla, altresì, Sciarpa degli ufficiali,quando sia portata di traverso per ornamento, o distintivo, secondo i regolamenti.

Traditore
Traditore, parlando di pezzo d'artiglieria, uso del cinquecento Quel cannone spaccia fosso, che era posto nella piazza bassa del fianco ritirato; perché usciva fuori coi suoi tiri a proibire l'assalto, senza essere stato prima né smontato, né veduto, né avvertito da quelli che venivano a fidanza per oltrepassare alla breccia.

Traliere
« Pugnale » acutissimo che i cavalieri portavano alla cintura per valersene alle strette coll'avversario. Vien dall'antico Trafierere, Ferire passando da banda a banda: ed entra nel genere delle spade di lama corta.

Trafiliera
Specie di calibratoio, pel quale gli antichi bombardieri passa-I vano le palle, e facevano ragione ai calibri dei pezzi.

Traguardo
 Traguardo di artiglieria, Regolo verticale, applicato alla'culptta del pezzo, con la tacca di mira su traversa scorrevole, che tanto più s'innalza, quanto cresce la distanza del bersaglio, secondo le tavole calcolate a tale proporzione. Gli antichi bombardieri, col Tartaglia, adoperavano la squadra.
Traguardo dei fucili.Arnesetto mobile a cerniera sulla culatta, formato di due stanghette parallele, e di una barretta traversa con la tacca di mira, e si solleva più o meno, secondo la maggiore o minore distanza del bersaglio, espressa in cifre calcolate, sopra le stanghette verticali.

Tragula
Specie di dardo, che, quantunque confitto nella carne, o sull'armatura del nemico, poteva essere ritirato per una cordella assicurata tra le mani del lanciatore. L'origine del nome dal latino Traho.

Traiettoria
Quella linea che risulta percorsa e descritta da qualunque proietto lanciato in qualsivoglia modo e direzione.
Traiettoria, rispetto all'arte militare, Linea percorsa dai proietti delle armi da fuoco, attraverso ai mezzi resistenti.
La traiettoria, se la proiezione fosse verticale sarebbe sempre linea retta: con la sola differenza di velocità, che dall'alto in basso anderebbe uniformemente accelerata; e di sottonsù altrettanto ritardata, pel coefficiente continuo della gravità cospirante od opposta.
La traiettoria, quando la proiezione sega comunque la verticale, riesce sempre curva perchè causata da due forze angolari ed operanti sul proietto in ogni minimo tempo. La forza di proiezione subitanea farebbe percorrere spazi uguali in tempi uguali per la inerzia della materia,e prescindendo dal mezzo; ma la forza della gravità costante verso il centro, accelera l'abbassamnto, secondo i quadrati dei tempi. Perciò la traiettoria del proietto, sollecitato in ogni minimo istante dalle due forze, sarà tal curva, il cui vertice giugne al punto più alto del proietto, la perpendicolare al punto più basso, l'amplitudine ai due punti di partenza e di arrivo: e sarà determinata dalla natura e qualità delle due forze componenti: una di proiezione, che porta spazi uguali in tempi uguali; ed una di gravità, che vuole spazi proporzionali ai quadrati dei tempi. Scrivete sulla carta cotesta figura, colle sue linee in maniera matematica: cniamate Ordinata ogni spazio, ed Ascissa ogni tempo: avrete tal curva, dove le ascisse rispondono ai quadrati delle ordinate. Ora questa e la proprietà essenziale della Parabola: dunque la Traiettoria obliqua esprime netta una curva parabolica, per tutte le ragioni matematiche e sperimentali.

Trapelo
Trapelo.Il terzo cavallo, che si aggiugne alle stanghe, per aiuto. Avanti, sarebbe Bilancino.

Trapunta
Veste imbottita a punti fitti, che gli antichi portavano sotto alla corazza: ed era specialmente indossata dagli Stradiotti, nei tempi successivi, e senza corazza, con questo nome.

Traversa
Traversa.Qualunque opera difensiva, messa per isbieco ad un'altra maggiore, massime per impedire l'infilata del nemico: ed è di più maniere:
b.  Traversa.Massa di terra o di muro, messa di distanza in distanza lungo i lati, e di traverso alla strada coperta, contro l'infilata delle batterie esterne.
e. Traversa, Ciascuna di quelle due masse di terra gittate per argini nel fosso, di mezzo alle quali gli assedianti lavorano per dare l'assalto, senza essere offessi dai tiri del nemico pe' due fianchi.

Treno
Nome generico degli uomini, dei cavalli e dei carri pei quali si conducono in campagna le artiglierie, le munizioni, ed ogni sorta di arnesi e di attrezzi militari.
Il treno, si divide in più partite. Primo quello dell'artiglieria, poscia della provianda, di sussistenza, degli spedali, e dei ponti.
Al treno, oltre il già detto degli affusti e dei ponti, appartiene tutto il corredo di carriaggi e vetture militari.
a.Que' carri speciali che si appellano carroleva, carroforte, carromatto, carrodiavolo, calastrello, carrarridoli, slitte e tregge, per trasporto di gente, munizioni e vettovaglie, tra monti, e ghiacci.

Tribolo
Tribolo.Quei pungoli di ferro che si spargevano per la campagna, ed anche sulla coverta dei navigli, contro lo scorrazzare della gente, cavalleria e quadrighe, e contro gli assalti. I grossi, sulle stanghe, diconsi Cavalli di frisia.

Tribuno
Titolo e grado di ufficiale superiore della milizia romana che comandava una legione, o i membri principali della medésima. Vario il loro numero, l'autorità, l'elezione: in principio, uno per tribù, e la legione di tremila teste; poi tre per legione, indi quattro, e finalmente sei. Non si vogliono confondere coi Tribuni della plebe.
Tribuno, altresì, il comandante di una squadra navale: e Tribunizia la nave di sua residenza.

Tricchettracche
Triccheltracche, Nome che i bombardieri romani del castello Santangelo davano a certa artiglieria antica, chiamata l'Idra, che in sostanza era Metragliera: cioè bocca di fuoco girevole a più colpi: e così detta dallo strepito dello scatto nei giri del manubrio.

Trincea
Lo stesso che Trincera, ma per leziosa affettazione. Quella cinta di terrapieno e fosso, che si stabilisce a riparo dei soldati alla campagna. — Prova il Grassi che Prospero Colonna, nel secolo xv, rimise in vigore le trincere.
Trincera, nel senso militare e proprio, vale principal.Cinta di riparo, che serve agli assediaci per andare sempre più da vicino a stringere e a battere la piazza assediata, senza essere offesi. Indi le trincere di circonvallazione e controvallazione, parallele, approcci, traverse, e piazze. La testa rivolta al nemico, la bocca alle sezioni di larghezza, i rami alle diverse direzioni, le svolte o biscie all'infilata; e finalmente la coda, ultima parte ed estrema, alla campagna. Da ciò, e dalle speciali diffinizioni dei verbi, è chiaro per sé il significato di Aprire, Sboccare, Tirare, Condurre la trincera; e di Romperla, Guastarla, Distruggerla.
Trincera, altresì, si usa come nome generico di molte maniere di cinte e ripari, che meglio direbbonsi Trinceramenti; perché possono farsi in modi diversi, scavando nel terreno, lasciando fossi, levando argini, chiudendo con pali, travi, steccati, e infine coi carri. — Sempre sottintesa la difesa radente.

Trinceramento,
Trinceramento.Opera di fortificazione campale che comprende fosso, argine, e parapetto, per Io più di terra e piote, per coprire e difendere un corpo di soldati o per far forte una posizione.
3° Trinceramenti, più estesi, chiamansi Campi trincerati, che servono di riparo a tutto un corpo di esercito, dietro lunghe cortine bastionate.
Trinceramenti, altresì, Ritirate tumultuarie fatte nella gola del baluardo, e le traverse messe in ogni altra parte con fosso e parapetto per impedire ed arrestare il nemico che minaccia l'assalso, specialmente intorno alla breccia. Montecuccoli diceva Ritrinceramenti.

Triadico
Si dice di arma che ha tre punte. Onde Forcone trisulco, a tre rebbi: Rostro trisulco, a tre spuntoni, e simili.

Troccio
Troccio, fu detto dagli ingegneri del secento, Quella macchina di espugnazione, simile alla Sambuca, che fu adoperata in Fiandra all'assedio di Ostenda, nel Ì603.

Trofeo.
Trofeo, milit.Catasta di alberi e di fronde coperta d'armi e di spoglie tolte ai nemici, e innalzata sul luogo della vittoria.
Trofeo.Ogni monumento innalzato per ricordare la celebrità di alcun fatto d'arme.

Troiata
«Quella truppa di masnadieri che si menano dietro i gentiluomini di contado. » Voce antica, usata dal Boccaccio.milit.Soldatesca di contado che segue alla guerra il suo signore. Voce derivata da Troia e dai Troiani, c.s.Voce tuttora viva nelle marche e nella maremma romana.

Tromba
a.  Tromba, la Canna delle antiche bombarde che era aperta da un capo all'altro, e acconcia per ricevere e ritenere il mascolo con la carica allo sparo.
b.  Tromba, l'Apertura delle feritoie o cannoniere, fatta a guisa di canna, e di tanto maggiore amplitudine quanto più si volge alla campagna. Si dice pure Strombatura della cannoniera, e si fa in più modi, che sarebbero, semplice, e doppia, e rovescia.
e. Tromba, la Cerbottana piena di fuochi artificiati; Crusca: « Strumento militare da fuoco, » che si portava in cima alla picca, e si gittava accesa tra i cavalli o le fanterie nemiche, dove bruciava, ardeva, scoppiava come granata. Ne parlano il Biringuccio e il Ruscelli.
e.  Tromba.Quella cavità di cuoio ove entra la gamba, e forma la parte superiore dello stivale.

Trombone
Sorta di schioppo di canna corta, e di bocca larga, che si carica con pallinacci, dadi, ferraglia; e fa da vicino effetti terribili, come lo spazzacampagna. Si usa nelle guerre sotterranee, nei corridoi delle mine e contrammine. Si usa dai marinari all'arrembaggio, se ne armano i palischermi, le scorridore; e per lo più si tengono sopra le forcelle, sul cassero, e sulle coffe.
Tromboni.Grossi stivaloni alla corriera, usati da alcune cavallerie, ed alti infino a mezza coscia.

Troniera
Nome generico di ogni feritoia: ma specialmente dell'artiglieria. Considerato ogni pezzo come principe possente, che dal suo trono, fa sentire la voce de' suoi comandi e delle sue proibizioni, chiamarono altresi Tronièra la fragorosa residenza.

Trotto, s. m. Crusca: «Una specie degli andari del cavallo, che é tra il passo comunale e il galoppo: voce forse fatta a imitazione dello strepito ch'e' fa nel trottare. » Il cavallo fa sentire due sole battute dei piedi incrociati, che levano e posano.
8* Trotto chiuso, vale Accelerato: Piccol trotto, meno celere: Trottone, trotto goffo e insaccante.

Truppa
« Frotta. Moltitudine di gente insieme. » Intendi pur di gente armata, perchè l'istesso vocabolario a ciò si acconciava nell'articolo Caraccollo; e si acconcia più e più negli articoli di attruppare e derivati della va edizione, ed è usato nel senso militare dal Segnéri, dal Dovila, e dall'uso comune. Nome collettivo, e più largo e generico di Ogni milizia a piedi o a cavallo che sia adunata insieme in alcun luogo. Voce molte volte necessaria per evitare ripetizioni, pedanterie, e noie.
Truppa, talvolta significa, come usò il Danila e il Segneri, Quel certo numero determinato di cavalli o di fanti, che fan parte dello squadrone o del battaglione.
3° Far truppa, detto di soldati spicciolati e sparsi, come di guardie, sentinelle, vedette, bersaglieri, vale, Raccogliersi insieme, Attnipparsi.
Figlio di truppa, nell'uso moderno. Ciascuno di quei fanciulli che, secondo le leggi di ciascun paese appartengono alla milizia; siano essi orfani adottati dal reggimento, o figli di ufficiali e soldati, secondo le leggi e consuetudini locali, cui lo Stato passa una sovvenzione per gli alimenti, sino all'età militare, quando o devono pigliar servigio o ritirarsi dal reggimento.

Tubo
Tubo, altresì, il Sacchetto della metraglia, quando sia cilindrico e di metallo.

Tulipano
Quella parte anteriore del pezzo d'artiglieria,che comprende la bocca, il listello, la gioia, il collo, e l'astragalo; fatti a quella similitudine, quando cosi si costumava.

Tumultuario
« Fatto senz'ordine, Confuso, Pien di tumulto » Voce solenne nella milizia, da che i romani in Campidoglio, condotti allo stremo dalla guerra gallica, levarono l'esercito dal popolo tumultuante, col motto: « Chi vuol « salvo il paese, segua le nostre bandiere. » Si dice Tumultuaria ogni cosa militare fatta in fretta e senza gli ordini consueti. Si dice dei soldati, levati in gran bisogno, e mandati alla guerra senza scuola: si dice di fatti d'arme improvvisamente combattuti, delle sorprese degli agguati, delle fortificazioni repentine, e di ogni caso di guerra, condotto oltre alle regole e cautele ordinarie.

Turcasso
« Guaina, nella quale si portavano le frecce. Faretra. » Cassettina gentile, nella quale gli arcieri portavano, capovolte per la punta in giù, ed appese agli omeri le munizioni di frecce. — Voce di crociati, per ragion di contatto orientale. Gli antichi dicevano Faretra, a ferendo-.e gl'italiani Turcassa, quasi Cassa turrita.

Turcopiliere
Titolo del balio conventuale, che era capo di tutti i cavalieri della stessa lingua. Come dire Piliero di guerra contro turchi.

Turcopolo
Ciascun soldato di quella cavalleria, che i cavalieri di Rodi armavano contro turchi.

Turma
« Schiera d'uomini armati a cavallo. » Varrone e Vegezio contano nella turma una trentina di cavalleria irregolare; come è detto a Torma.

U

Ufficiale
a.  Ufficiali generali, Quelli che hanno grado e autorità sopra le masse maggiori: nell'armata, Prefetto, Pretore, Stratego, Navarco, Drungario, Ammiraglio, Governatore, Generale — Nell'esercito: Console, Imperatore, Tribuno. Stratego, Falangarco, Siniscalco, Maresciallo, Condottiere, Generale, Brigadiere.
b.  Ufficiali superiori.Quei che hanno autorità e grado sopra le unità tattiche dell'armata: Stolarco, Comandante, Sopraccomito, Caposquadra. Capitano. — Nell'esercito: Tribuno, Chiliarco, Connestabile, Colonnello, Capo di battaglione, di squadroni, di batterie.
e. Ufficiali subalterni.Tutti gli altri che vengono appresso: e questi erano e sono cosi in terra come in mare Tenenti, Aiutantì, Alfieri, Insegne, Cadetti, Aspiranti.
d. Sottufficiali Coloro che, senza uscire dal novero comune di soldati o mannari, ese citano alcun ufficio di capitudine, come sarebbe Nocchiere, Nostromo, Sergente, Furiere, Caporaledi maestranze, di timoneria, di palischermo, di coffa, e di serpe.
Gli ufficiali, di qualsivoglia grado, pigliano nomi speciali dal carico ad essi affidato; onde si dicono Castellani, Ispettori, Governatori, Provveditori, Aiutanti di Piazza, di Campo, di Stato maggiore, di Ordinanza, di Guardia, di Ronda, di Picchetto, di Linea, di Complemento, di Mobilità, di Riserva, Territoriali, Onorari, Riformati.
Gli Ufficiali, dopo tale filatessa, vorrebbero in terra e in mare titoli di ordinamento più logico e più razionale nella nomenclatura: perché ripugna in mare che gli ufficiali s'abbiano a distinguere pel vascello o per altre carcasse simili, fuor di linea; e ripugna in terra sentire il titolo di Maggiore generale appioppato al minimo della specie; e ripugna gittar giù il gran nome di Maresciallo sotto alle capriole di certi sergentucci.

Uncino
Nome generico di ferri acuti e adunchi, in cima alle aste, alle catene, ed ai canapi, per acchiappare e ritenere checchessia. Si usano continui alla marina, ed anche all'artiglieria; e pigliano nomi speciali, secondo le diverse forme: Ramponi, a più punte; Ganci a punte bistorte, Rizzoni, a fil di catena ; Ancorotti, a quattro marre. Questi specialmente servivano per combattere all'arrembo, gittandoli sul bordo, o tra le sartie nemiche.
Uncino, per gli antichi bombardieri, Verga di ferro uncinata, la cui punta rovente si cacciava nel focone per allumare la carica.
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Uniforme
Vestimento militare., che ciascun porta simile ai compagni dello istesso drappo, taglio, e colore. — Gli antichi, per loro uniforme, avevano l'elmo, la corazza e l'altre pezze, tutte simili di ferro: quando poi nel cinquecento siffatte armadure tornarono alla fucina, allora si pensò al vestito uniforme.

Unità
Unità, tattica.Quel numero complesso, che si considera come elemento singolare nella formazione degli eserciti e delle armate. Gli antichi ave-
vano legione e falange, classe e stuolo : noi abbiamo reggimenti e squadroni per terra; e navi di linea per mare. — Tale unità alza o abbassa il suo complesso, secondo la massa maggiore o minore cui spetta: una piccola potenza piglierà per normale il battaglione, e la nave; una grande monterà ai reggimenti per terra, ai gruppi ed alle squadre per mare.

Uomo
Uomo d'arme, propr.Uomo di guerra, di spada, dedito alla professione dell'armi; di che vedi Milite, Soldato in genere.
a. Uomo d'arme, nel senso speciale dei classici, Nobile cavaliero che nei secoli di mezzo esercitava la milizia a cavallo, coperto di tutt'arme, combattendo con spada e lancia, e seguito in guerra da quattro o cinque tra scudieri e sergenti, con altrettanti cavalli al suo servigio. Le armi sue, già descritte, v.alla voce Armadura: i cavalli portavano nomi speciali : Cavallo coperto, Capo di lancia, Petto, Turmà, e Ronzini. 11 codazzo entra nella voce Donzello. Conchiudo che in quel tempo, dicendo Ducento uomini d'arme, voleva significare un corpo di mille cavalli all'incirca montati da ducento nobili . cavalieri, e da ottocento serventi.
6. Uomo d'arme, nell'uso popolare del tempo seguente, Ciascuno di quei militi che facevano il servigio di polizia. Costoro, anche in Toscana (Arch. st. it.5°, 124), dicevansi Gendarmi, e Giandarmi; ed oggi Carabinieri.

Usbergo
Quella specie di corazza nobile, non di un solo piastrone, ma commessa di lamelle o di scaglie, cesellata, smaltata, e ricca, che era propria dei cavalieri del medio evo.

Uscocchi
Nome di pirati, che nei tempi passati infestavano l'Adriatico, e sì raccoglievano a Segna, a Buccari, e nei luoghi vicini, dove concorrevano fuorusciti d'ogni paese.

Ussaro
Soldato ungherese di cavalleria leggera, che porta sciabola, pistola, e moschetto corto alla bandoliera. Veste bizzarro di azzurro e di rosso; cordelline, bottoncini, passamani, attillatura. Cavalca corsieri veloci, sella leggiera di arcioni e fusti sottili, sopraccoperta di lana, e larga gualdrappa. Ridicola e inutile quella tascaccia che pende lemme lemme ai loro calcagni. Tutti gli eserciti europei concupirono la moda delle bizzarrie, e delle tasche.

 


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