Enciclopedia delle armi - a cura di Edoardo Mori
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Alberto Guglielmotti
VOCABOLARIO MARINO E MILITARE – 1889
Estratto delle voci militari
a cura di Edoardo Mori©

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M

Macchera
Sorte di spada usata dagli antichi Iberici, simile alla daga romana, dicesi pur Machera

Macchine
Macchine di guerra, campale e murale, usate dagli antichi per elasticità di fusto, tensione di corde, ed impeto di contrappeso.
a.  Macchine di lancio, l'Arco, la Balista, il Carrobalista, lo Scorpione, la Catapulta, l'Onagro,
b.  Macchine di percossa, l'Ariete, il Corvo, il Delfino, il Tollenone, la Gru, il Lupo, l'Assero.
e. Macchine di assalto, l'Elepoli, l'Esostra, il Graticcio, la Testuggine, la Vigna, il Muscolo, il Do-ridrèpano, il Pluteo, la Torre, e il Gatto.
d.  Macchine di marina, il Rostro, lo Sperone, l'Epotide, il Sisto, il Corvo, il Delfino, l'Assero, la Falce, il Tollenone, le Manotte, la Sambuca, lo Scafandro.
e. Macchine del medio evo, la Balestra, laBrida, l'Altalena, la Briccola, la Cerbottana, il Falcone, il Grillo, il Gatto, il Màngano, la Manganella, il Mazzaccavallo, il Montone, il Picchio, L’Asinella, la Testuggine, il Tormento, la Racchetta, la Biffa, il Tripanto, il Battifredo, e la Torre volante.
Macchina di fuoco, Quella che opera per accensione.
a. Macchina incendiaria, Brulotto, Racchetta, Falarica, Pignatta, Camicia, Razzo, e Fuoco greco.

Madia
Madia, Term. di artigl.Quella cassa abbarcata come sopra, dove si versa la polvere per far cartocci. 3° Madia, altresì, Quella cassa ugualmente abbarcata per uso di incatramarvi dentro le corde, come si usa negli arsenali; ed ha il fondo bucherato perchè indi coli il catrame soperchio.

Madrevite
« Chiocciola colla quale si forma la vite. » cioè.Quello strumento col quale si fabbricano al torno le viti, incavando e rilevando sul cilindro o sulla chiocciola le spire, secondo la voluta grossezza e distanza del passo. Ve n'ha di più maniere, a piastra semplice; a dente roditore, a doppia piastra, che abbraccia tutta la circonferenza del cilindro pieno o vuoto.
Madrevite, altresì, Quel solido con cavità cilindrica fatta a spire e per modo che il convesso spirale della vite maschia si adatti al cavo della  Madrevite o Vite femmina, e quivi girino le spire dell'uno nell'altro pezzo avanzando e retrocedendo, per allargare o stringere. Secondo le forme e materie diverse, dicesi pur Chiocciola, Bronzina, Galletto, Dado, Anello, e simili.

Madrillo
s. m. Term. d'artigl. Grassi.Quel grosso tavolone che si mette alla bocca del petardo contro il serrarne della porta, perchè giuochi e rovesci con impeto maggiore tutta la resistenza, e spalanchi ambedue le imposte.

Maestranza
« Moltitudine di maestri che intendono a un lavoro. » — Questo è il termine tecnico negli arsenali, e sarebbe ridicolo chi volesse appiopparci i nomi di Operaj e di Artieri.
Maestranze, nella milizia di terra e di mare, Nome collettivo di tutte ,le classi di persone che attendono continui ai lavori militari e navali. Sono anche talvolta ordinati in compagnie, che hanno per capitani gli ingegneri, per sergenti i maestri, e per comuni tutti gli altri lavoratori. — A Venezia, sotto il nome di Arsenalotti, formavano un corpo di quasi due mila persone, cui in certe circostanze era conferita la guardia speciale del Doge e del Senato.
Maestranze dell'artiglieria, Quelle che lavorano e incavalcano i pezzi, cioè Fonditori, Tornitori, Carradori, Legnaiuoli, Fabbri, Magnani.
Maestranze del genio.Quelle che lavorano alle fortificazioni, accampamenti, corrispondenze, ponti e strade: cioè, Pontonieri, Palajuoh, Picconieri, Zappatori, Telegrafisti, Areonauti, Muratori, Falegnami,
Marrajuoli, Minatori, Macchinisti, Fuochisti, e Conduttori delle ferrovie, e del treno.

Maestro
Maestro dei cavalli, Titolo di supremo comandante della cavalleria romana. Magister equitum.
Maestro del campo, dicevano i Romani, Quell'ufficiale superiore, cui in campagna competeva il carico di scegliere il sito per piantare l'alloggiamento, e di forticarlo, di sopraintendere alle armi e alle macchine, alle tende e ai carriaggi, agli spedali, Magister castrorum.
Maestro grande, dei Cavalieri, il Capo dell'Ordine, che tutti governa.
Grammaestro dell'artiglieria, si chiamava il Capo supremo di quest'arma, prima che fosse ordinata a reggimenti.
Maestro, si chiamava nel secolo decimoquinto, l'Archibugiere a cavallo, per distinguerlo dal palafreniero, che gli andava appresso in guerra. Allora l'uomo di grave armatura portava due cavalli, un servitore, e un ronzino.
Maestro di campo, si chiamava nel cinquecento Colui che comandava un terzo o reggimento di fanti o di cavalli. L'autorità sua era maggiore dei moderni colonnelli.
Maestro di campo generale, si chiamava nel tempo medesimo Colui che, dopo il generalissimo, aveva la maggiore autorità nell'esercito, tanto per le marce e gli alloggiamenti, quanto per le munizioni e le armi. Oggidì lo chiamerebbero Capo dello Stato Maggiore generale.
10° Maestro d'armi, Colui che insegna la scherma e gli esercizi militari. Così è chiaro che per eccellenza di un Guerriero, di un Generale, di uno Schermidore, si dice Maestro di guerra, di milizia, di scherma, e simili.
11° Maestro bombardiera, Titolo che si dava nei primi tempi a colui che presiedeva all'artiglieria di una fortezza o di uno Stato, e ne insegnava il maneggio. Nome che rimane tuttora nei bastimenti da guerra al capo dei cannonieri (per abuso Cap. d'arme), proposto all'artiglieria, munizioni, ed armi.

Magazzino
«Stanza grande,dove si ripongono le mercanzie e le grascie. » — Luogo ampio e agiato, dove si serbano pronte ad ogni richiesta le munizioni da guerra e da bocca.
Magazzino, milit.Ciascun camerone grande ed agiato, dove si ripongono le vettovaglie, i panni, le vestimenta, le munizioni i legnami, il combustibile, gli attrezzi, gli armamenti, ed ogni altra cosa necessaria all'esercito e all'armata.
Magazzino di polvere, Quell'edificio isolato, chiuso dal fosso, con porta e ponte nascosto, con volte a botta di bomba, parafulmini, gronde e doccioni, nel quale si serbano le polveri da guerra. E si noti che Polveriera si dice del Luogo, dove si fabbrica la polvere; Magazzino, dove si custodisce.

Maggiordomo
« Colui che nelle corti sopra intende alla casa. »
Maggiordomo, chiamano nei bastimenti da guerra, Quella persona di fiducia allo Stato maggiore, cui è affidato il carico della mensa. A. lui far le spese nei diversi porti, a lui la custodia delle argenterie, e dei corredi, a lui dare gli ordini al cuoco, a lui riscuotere la tangente da ciascuno. Insomma il Maggiordomo fa per gli ufficiali, come il Maestro di razione per l'equipaggio.
Maggiordomo dell'artiglieria, si chiamava nel secolo XVI, e XVII Quell'ufficiale cui era affidata la cura delle bocche da fuoco, e di tutte le munizioni da guerra, ed insieme dei magazzini e della condotta, cosi in campo, come nelle fortezze. Oggi lo chiamano Magazziniere o Foriere di piazza, quando ha la cura delle artiglierie e munizioni locali: lo chiamano Comandante del materiale, quando è ufficiale superiore incaricato delle batterie, munizioni, affusti, polveriere, e simili.

Maggiore
Nome di grado militare, che è più di capitano, e comanda un battaglione. — Nel secolo XVI, si chiamava Sergente maggiore di battaglia: oggidì alcuni vi aggiungono un Grosso Maggiore. Significa il Primo tra i capitani di un battaglione che comanda a tutti.
Maggior di piazza, Quell'ufficiale superiore che nelle fortezze o nelle piazze di guarnigione, per lunga pratica locale, assiste, quasi ajutante, il Governatore o Comandante di esse, e sopraintende ad ogni particolare del servizio ordinario, alle caserme, ai ponti, alle strade, alle guardie, alla ronda, alle porte, alle feste, ed al buon ordine di tutta la guarnigione nella cerchia del paese.
Maggior generale, dicono Quell'ufficiale che comanda brigata, Brigadiere generale, e Maresciallo di campo: confusione tuttora non chiarita in Italia.

Maliscalco
Colui che ferra e cura le bestie. Dicesi anche Maniscalco, e Mariscalco, che in sostanza sono varianti volgari del Veterinario.

Malleolo
Malleolo, Specie di .dardo antico, più lungo dell'ordinario, e ingrossato sotto al ferro con una nocca o anello, per attaccarvi stoppa o altra materia incendiaria e lavorata, e così balestrare il fuoco tra i nemici, o dovunque quel dardo conficcasse la punta.

Mammalucco
Soldato a cavallo nel regno di Egitto, distinto fra tutti gli altri per eccellenza guerriera e per ricchezza di armi e di vesti. Milizia istituita da Saladino in tempo delle Crociate, alla quale si traevano ancora i rinnegati, o i giovanetti figli di cristiani e nati nella schiavitù. Da questa milizia uscivano i sovrani del paese, perché dessi disponevano del trono, come i pretoriani e come i giannizzeri. Ed era giunta a tale la forza ed arroganza loro, che tutti gli ordini di quel regno erano da essi tiranneggiati. Napoleone Bonaparte., alla fine del secolo scorso, dette il primo crollo alla fanatica milizia: poi Mohammed-Ali viceré d'Egitto la spense nel 1811. Ho veduto al Cairo il castello, la spianata, e la breccia ove fu compiuta la beccheria.

Mandritto
« Colpo d'arma tagliente dato da dritta a sinistra, contrario di Manrovescio.»
Mandritto, altresì, Contrario di mancino. Colui che adopera meglio la mano destra, o Che si trova alla destra.

Maneggiare
Maneggiare, milit.Trattare con arte e adoperare abilmente macchine, strumenti, armi, cavalli, squadre, navigli, battaglioni, e simili: Farli muovere, Governare con arte le masse, le evoluzioni, i movimenti voluti: o, come oggi comunemente dicono, Far manovrare.

Maneggio
Maneggio, Arte del Maneggiare, dell'Eseguire e Fare eseguire le mosse volute al cavallo, alla macchina, al bastimento, alle squadre, ai battaglioni, e simili,
Maneggio, altresì, Evoluzione, Mossa delle cose opersone ordinate, Andamento del cavallo, della macchina, del bastimento, delle squadre, dei soldati, e tutto ciò che ora dicono, Manovra.
Manesco
Armi manesche si dicono le Portatili, le Facili a maneggiare.

Manetta
Manetta. Quella piccola leva o toppetto, pel quale, premendo colla mano destra contro il teniero, si faceva scoccar la balestra. Dicevasi pur chiavetta. Era il grilletto di quelle armi.

Manette
Strumento di ferro col quale si legano le mani, giunte insieme, dai ministri della giustizia.

Manganare
« Tirar projetti col mangano. » Notevole l'uso del medioevo di Manganare asini, cadaveri, ed altre vili cose nelle città, o negli accampamenti nemici, per loro dispregio.

Manganella
dim.di Manganom Strumento di guerra.

Manganello
Piccolo Mangano.

Mangano
« Antico strumento da guerra, da tirare e scagliare. » Artifizio di macchina militare, che scaraventava grandi projetti da lontano. Artifizio noto ai Greci e Romani, e mantenuto dagli Italiani nel medio evo. Vegezio, Vitruvio, ed i loro commentatori descrivono la poderosa macchina, e ne danno anche i disegni. Non operava per tensione di verga elastica, come l'arco o la balestra di legno, di corno o d'acciajo: mainò, che la stanga o trave centrale del Mangano era inflessibile sul perno, dove aveva a ruotare la testa sotto l'impulso al piede di scatto prepotente e subitaneo. La forza impellente era tutta all'estremità della stanga, dove un poderoso telajo portava avvolti a più riprese lunghissimi canapi, cui per violenta torsione, a cento doppi maggiore, si comunicava quella stessa potenza, che tutti ognidì vediamo nel telajo della sega, quando sieno contorte le trecciuole della cordella dal nottolino. Messo in punto l'elaterio, allo scatto delle corde balzava indietro il pie della stanga, ed avanti veniva impetuosa la testa a scaraventare ciò che quivi fosse incavagnato di pietre, travi, e talvolta anche di carogne, ed asini, a vituperio dei nemici. Tra le artiglierie di corda, la Balista lanciava mazzi di saette a strage, la Catapulta travi ferrate a squarcio, ed il Mangano spingava sassi e macigni a conquasso.

Maniberga
Term. mil.del medio evo. Armadura della mano, e forse pur del braccio: Manica di maglia che copriva la mano e talvolta anche il braccio.

Manica
« Quella parte del vestito che entra dalla mano e cuopre il braccio. »
Manica, Quella parte dell'armatura, a maglia o a piastra, che difendeva le braccia.
Manica, nella tattica militare, Specie d'ordinanza di fanti o cavalli lunga, sottile, e arcuata, che si spiccava da un corpo o da un luogo, e cosi sporgeva, come si stendono le braccia. — Frase antica della milizia italiana: le storie del cinquecento ne son piene. Si ordinavano le maniche di archibugieri, di moschettieri, di cavalleggieri, e simili, talvolta per proteggere i fianchi della linea in battaglie, talvolta per difendere la fronte e tenere lontano il nemico: talvolta per pizzicarlo alle punte dei corni ed alle spalle: sempre per cuoprire gli acquatoli, quando le armate di mare andavano per acqua ad alcuna fontana nel paese nemico. Il numero dei soldati che formavanla, il modo di disporli, di maneggiarli, di raccoglierli, era vario, secondo il talento dei capitani.

Manico
Manico, si chiamava nel secolo xv, Il Ceppo, teniero, o cassa dello schioppo e delle armi manesche e portatili da fuoco, che perciò dicevasi immanicate.
Manico del pugnale, del coltello, della spada, e simili, si chiama l'Impugnatura.
5 intorno alle cose da loro fatte, o sopra le loro ragioni; ordini, volontà, e simili.

Maniglia
Maniglie, si chiamavano nell'artiglieria, Ambedue le rampe di metallo inarcato sopra la schiena vicino agli orecchioni, e sul centro di gravità del pezzo, per uso di scavalcarlo e incavalcarlo. Si chiamavano anche Trecce, e Delfini, perché tali figure dal nobil genio dei fonditori nostri ritraevano.
Maniglie, diconsi pure, Gli anelli simili del mortajo, del petardo, del petriero, e di più altri arnesi, ordinati alla presa, alla separazione, all'arresto, alla ritenuta, nelle artiglierie e nelle macchine.

Manipolario
m. Term. archeol.Prefetto del manipolo nella legione romana, cosi all'esercito come all'armata.

Manipolo e Manipolo
La metà, d'un a coorte.» E ciò va inteso per larga approssimazione, non per esatto ragguaglio. Perché tutte queste tattiche antiche sono andate in continue mutazioni per diversi tempi. Così il manipolo sotto Romolo contava di cento, e sotto i consoli di dugento teste: come appresso sotto gli imperadori scendeva a mezza centuria. Sua antica insegna, una Manata di fieno in cima a una pertica: appresso levò una mano aperta sur una picca.
Manipolo, è stato detto nella milizia italiana moderna per isfatare il Plotone, e meglio direbbesi Drappello.

Maniscalco
« Quegli che medica e ferra i cavalli. » Ha grado di sottufficiale nella cavalleria. Usa al Travaglio Ferri, Chiodi, Martello, Curasnetta, Tanaglie, Sgorbia, Sgabello, Incastro.

Mannaja
« Scure. »

Mannajuola
Piccola scure, Piccola mannaja. Arma marinaresca, che oggidì si chiama Piccozza, e se ne descrive la forma, e l'uso, a questa voce. — I nostri antichi dicevano Mannarola, e ricorre perpetua nello Statuto di Gazzeria, e in altri documenti.

Mannarese
Mannara grande, e si deve intendere di arme inastata, come si dice nello Statuto di Siena.

Mannarina
Piccola mannaja, o mannara. Arma usata talvolta dai marinari nel dare o nel respingere l'arrembaggio.

Manopola
« Guanto di ferro, di cui si servivano anticamente i soldati a cavallo. » Guanto di metallo, a piastra o a maglia che saliva sino a! gomito, ed era snodato per le articolazioni e difese della mano dei cavalieri. In processo di tempo si usò di solo cuojo forte e lavorato.

Manovella
« Lieva. » Si intende di Ciascuna delle minori leve, come quelle che si usano al verrocchio, alla burbera, e specialmente ai piccoli movimenti delle artiglierie.
La manovella, può esser semplice, o vero unita a ruote, denti, cilindri, e con diverse snodature specialmente applicata alle macchine composte.
Far manovella, Applicare la forza sopra checchessia, usando la manovella.

Manovra
Manovra, per similitudine, Ogni esercizio che fanno i soldati colle armi sul terreno. — I popoli barbari non conoscono altra tattica, tranne il raccogliersi in caterva tumultuaria, ed il gittarsi sul nemico: ma la falange greca, la legione romana, l'oste fiorentina, e le ordinanze italiane infino a noi prescrivono le scuole, le prove, e gli esercizi preparatori, cui ora tutti danno il nome di manovre.
a.  Manovra, parlando di drappello, di battaglione, di reggimento, di fanti, cavalli e artiglierie, vale, Esercizio di armi, e movimento di gente e corredi, coordinati insieme, e conformi a tattica ed a Strategia.
b.  Manovre a fuoco, Evoluzioni particolari o generali, accompagnate dallo sparo delle armi grosse o minute a segno od a gazzarra.
e.   Grandi manovre, Solenni evoluzioni di grandi masse in campagna, anche divise in partiti, simulando difesa ed attacco, passaggi di monti e di fiumi, investimenti di piazze e capitali, ed ogni altra operazione di guerra, cui intervengono i rappresentanti delle potenze straniere, i maggiori generali, e gli stessi Sovrani.

Manritto
Colui che adopera la mano destra: contrario di Mancino, e dicesi pure Marritto, e Mandritto.
Manritto.Colpo di mano destra, o dato da destra a sinistra.

Manrovescio
« Colpo dato colla mano arrovesciata. « Colpo all'indietro con arma da taglio scorrendo da sinistra a destra. Si dice pur Marrovescio, Rovescione, Marrivescio: e può anche essere di pugno, di palma, e di ogni arma.

Mansfelto
s. m.Nome affibbiato nel secolo XVII, a certi cannoncini di campagna, che traevano palla di ferro di tre libbre.  Forse dall'inventore gen. Mansfelt.

Manteca
« Composizione che si fa con lardo, meschiandovi odori. »
Manteca, Composto di cera vergine, acqua di ragia, nero d'avorio, e pece greca, col quale i militari incerano e lustrano i budrieri. La Manteca per tingere, la Pomata per ungere.

Mantellare
fig.Coprire con mantelletti, muraglie, blinde, o corazze, il bastimento, le forticazioni, le artiglierie, i minatori, i lavoranti nelle fazioni: — contrario di Smantellare.

Mantellato
Coperto, Incamiciato, Blindato, Corazzato

Mantelletto
Copertura difensiva contro le offese dell'avversario, delle intemperie, e simili.
Mantelletto, Specie di riparo mobile, fatto di tavoloni sopra ruote basse, coperto di lamiera o di terra, che i palajuoli ed i minatori si spingono innanzi per difendersi dai projetti nemici quando hanno a mettersi al lavoro della zappa, a fine di cavare la prima buca e proseguire poi sotterra il forame. Se ne fanno di più maniere; sovente coi Gabbioni.
Mantelletto, altresì, Quel riparo di tavoloni orizzontali e puntelli che si mettono per sostener le pareti del fornello nel turare la mina.
Mantelletto, eziandio, Quella capanna di tavole che si mette sopra l'affusto e sul pezzo, specialmente delle batterie sbarbate di piazza, per coprirli dalle intemperie.
Mantelletto greco e romano. — v.Testuggine.                   '

Mantellino
Mantellino, si dice milit.per Capitello di lamiera da coprire il focone dei pezzi.

Manubalestro
Dal latino Madualista.La Balestra portatile e manesca, che usavano gli antichi.

Manubrio
Speciale manico di ordigno artificioso. Il Manico si dice propriamente degli strumenti comuni; l'Impugnatura delle armi; la Maniccia di ajuto a stringere; il Manubrio, di ordigno per arte.
Noce a manubrio.Parte del fucile a retrocarica, che serve ad aprire e chiudere la camera.

Marcia
Voce tecnica di soldati, il Marciare, e dicesi degli eserciti e delle armate quando procedono.
la marcia, si dice, Retta, dì Fronte, Obliqua, sulla Dritta, sulla Sinistra, in Battaglia, in Colonna, in Ordini diversi, progressivi e retrogradi, secondo che meglio a queste voci, e all'articolo Passo.
La marcia, ordinaria dei soldati, a passo naturale e sciolto, che se ne valutano cento a minuto, dà sei mila passi ambulatori per ora, cioè chilometri quattro: tanto che in una giornata, con i convenienti riposi, possono agiatamente camminare per trenta chilometri; e quaranta ancora a marcia forzata.
Marcia.Quel suono speciale dei tamburi, delle trombe, o della musica militare, che conduce le squadre in cadenza al cammino, con passo regolato e animato.

Maresciallo
Titolo di suprema dignità militare. Sin dal trecento si è usata in Italia questa voce.- ed in tal senso sarebbe titolo da darsi solo ai Generali comandanti di grandi eserciti, composti di più corpi. Ma tant'è questo gran nome cascato abbasso, che talvolta i più piccoli sergentucci di cavalleria si sono chiamati (fate di berretta) Marescialli, Marescialli d'alloggio, e Marescialli capi. Coll'istesso titolo si sono chiamati Marescialli di campo e di Stato maggiore i comandanti delle brigate e dei quartieri generali. E tanto confusa varietà si aggroppa intorno a questo Titolo, nei diversi paesi, tempi, e scrittori, che stimo meglio lasciarlo, come egli è, al criterio di chi legge, di chi scrive, e di chi governa.

Marra
Marra, parlando di lama, Quella spada senza taglio, senza filo, e senza punta per uso di giuocar di scherma, che talvolta serve ai maestri per dominio e regola sui fioretti degli allievi. — Napoletano, Smarra.

Matraccio
Da Marra. Specie di grosso coltellaccio fatto a scure per uso di tagliar legna al bosco.

Marrajuolo
« Colui che lavora colla marra. » Nome proprio di Guastadori nelle antiche milizie nostre che si adoperavano ai lavori di fortificazioni e di stradali, ed erano ridotti a compagnie, sotto proprie insegne, al paro dei Palajuoli.

Marrancio
Coltello grosso e pesante, usato da beccaj per ispezzar carne ed ossa di bestie macellate. Marraccio.

Martellina
Martellina, Quella parte dell'acciarino a fucile, che, messa a squadra per cuoprire e scuoprire lo scodellino col suo lato orizzontale, e per essere sul lato verticale percossa dalla pietra focaja, sprizzava scintille, e accendeva la polvere delle armi da fuoco. Aveva in principio la forma ottusa della martellina muratoria. La parte anteriore si chiamava Faccia, era acciajata, e fu detta pur Acciarino: la posteriore si chiamava Dorso: Quella di sotto, Controbacinetto. Si copriva con un fodero chiamato il Cappuccio. Trovo per la prima volta nominato « lo Schioppo a martellina » nel mese di marzo 1657; e un secolo dopo l'applicazione della medesima alle artiglierie di marina.

Martello
Martello e sue parti: il Ferro, l'Occhio del ferro pel manico, la Bocca, colla quale si batte, la Penna opposta alla bocca: il Taglio, la Punta, la Coda o Granchio della penna; e il Manico che entra nell'occhio.
4° Nel genere dei martelli entra il Maglio, la Mazza, il Maguglio, la Mazzetta, la Mazzuola, la Martellina, il Battipalo, il Mazzapicchio, la Mazzeranga, il Pestello; e tra i Composti il Bigliardo e la Presella.
Il martello, secondo le forme ed usi diversi, si chiama a Mano, a Macchina, a Ruota, da Spianare, da Ribadire, da Contrasto, e da Forame.
Martello d'arme. Quellamazza poderosa, ch'era propria dei cavalieri, fatta a modo di martello, con manico lungo: una gran bocca, e la penna o a punta come marra, o a taglio come accetta. — V’ha de' Martelli a piccone, a pomello, a rostro, a corno, a grampa, coi rovesci di mannajette taglientissime: e la mazza tempestata di chiavelli, e borchie, e punzoni.

Martinetto
« Strumento meccanico che serve per sollevar pesi. » Alcuni Io chiamano Cricco. Le sue parti sono: Ceppo, Leva, Ferro, Staffa, Ruote, Rocchetti, Vite, Chiocciola e Manubrio. È formato con una grossa stanga di legno, che si mette verticale, e serve di appoggio ad una leva di ferro mobile nella sua scanalatura La leva ha una staffa al piede che facilmente si caccia sotto al solido da sollevare; ed alla testa ha una dentiera, incastrata tra ruote e rocchetti, tanto che, mossi questi con un manubrio, la leva si innalza, vien su la staffa, e con esso lei il carico da una parte per mettergli sotto un curro.Ripetuta l'operazione dall'altra parte, e introdotto l'altro curro, facilmente si imbraca, e si trasporta il macigno ovunque si voglia, o si fa rotolare sulle guide. — Strumento di grand'uso negli arsenali, e nei parchi di artiglieria.
Martinetto, eziandio Ordigno simile, composto di stanga, leva, ruote e rocchetti, per uso di curvare le grosse balestre; detto pur Martinetto.
Il martinetto a vite, Quel desso, la cui leva, invece di essere tratta da ruota dentata., è costretta a salire da una chiocciola a manovella.

Martinetto
« Strumento con che si caricavano le grandi balestre. » Lo stesso che Martinello.

Martingala
Quella striscia di cuojo, che attaccasi alla briglia del cavallo dalla barbozza al pettorale, perché la bestia non levi troppo la testa, quando si tirano le redini.

Marziobarbulo
Soldato romano addestrato a ferir da lungi con pallottole di piombo, e con canne piombate, dette ancora Marziobarbuli.

Marzocchesco
Attenente al Marzocco. — e in forza di sust.Soldato fiorentino, sotto l'insegna del Marzocco.

Maschio
Maschio, in senso di Baluardo principale. — v.Mastio.
10° Maschio, per Pezzo di artiglieria. — v.Mascolo.

Mascolo
Quel pezzo mobile delle antiche bombarde che portava la carica della polvere, e si acconciava alla tromba per sparare. La tromba era tutt'aperta da un capo all'altro: il mascolo ben calibrato alle forme di essa tromba si incastrava alla culatta con una chiavarda. Etimologia e voce nostrana. Il Mascolo dice vasi pur Camera, Coda, e Cannone: con quest'ultimo nome crebbe di lunghezza, cacciò via la tromba, e ritenne il nome di Pezzo.
Il mascolo, parlando delle bombardelle, che avevano d'un sol pezzo coda e tromba, entrava in un incastro tramendue, e vi si acconciava per due maniglie, e una chiavarda, fino al punto dello sparo. E per ispeditezza maggiore, ad ogni bombardella si tenevano di servigio parecchi mascoli.
3° I mascoli antichi, restati nelle fortezze, non servirono indi in poi che a far spari economici di saluti e di feste: e tuttavia se ne costruiscono de' simili in piccolo, detti pur Mortaietti.
Mascolo, oggidì il Cassetto che si apre e chiude nelle canne a retrocarica.
Mascolo, dicesi pur in senso di Mastio, e Maschio: ma per fuggir equivoci non vorrei altra promiscuità.

Masnada
Compagnia di gente armata.  propr.Servitori, e famigliari, e contadini, che seguivano il loro signore alla guerra, nel tempo feudale.
Masnada, al tempo dei nostri comuni, Compagnie dei soldati tratti dal contado.
3* Masnada, nei tempi moderni, Quantità indeterminata di milizia irregolare, che va in truppa. Ma suona male: e piglia senso di assembraglia trista.

Massa
Massa.Quantità riunita di viveri, di munizioni, di attrezzi, e d'ogni altra cosa necessaria all'esercito e all'armata.
Massa.Adunamento di vari corpi di milizia o marineria in un luogo determinato. — E ciò dicesi Far la massa.
Massa.Un grosso di soldati, un globo compatto di gente serrata insieme per combattere. Voce solenne della tattica moderna.
Massa, vale talvolta per Moltitudine di gente levata in fretta, annata male, messa in furia e formata di gente di ogni età e condizione.
Massa, parlando particolarmente di amministrazione militare, Quella somma di danaro, messa insieme o per sovvenzioni del governo, o per rilascio degl'individui sul loro soldo, o per ritenzione prescritta ai pagatori, o per proventi di servigi straordinari, che, amministrata da un consiglio di ufficiali per ciascun corpo, dove provvedere a quelle minutaglie, cui non sopperisce altro assegno.
Massa di mira. v.Mirino.

Mastio
« Lo stesso che Maschio.» Ma per evitare equivoci, e perché la T e più marziale della Ch; e perché meglio dal gran nome si allontani ogni trivialità, dobbiamo seguir l'uso dei soldati toscani, che chiamano Mastio La parte principale, più elevata, e più forte di una rocca, castello, o fortezza; ove il Castellano domina tutti e non è dominato da niuno, donde signoreggia sull'ingresso principale della piazza, e dove può fare l'ultima ritirata, e le supreme difese, quando pur tutto il resto della Rocca fosse perduto. Fu detto pur Cassero.
Mastio, in senso di piccolo pezzo o parte dell'artiglieria. — v.Mascolo.
Mastio della carronata. — v.Carronata.

Mattero
Specie di arme in asta, usata dai Celti, e nominata da Cesare e dai Traduttori (Mataris) Grossa picca simile alle maggiori chiaverine nostrane, che durava ancora tra i cavalieri francesi nel medio evo.

Matterozza
Matteròzza. Biringuccio.Quella massa di di metallo che rimane di soprappiù nel colare un pezzo d'artiglieria, o nella fusione di qualsivoglia pezzo di macchina, dopo il gitto. E questo si fa a studio, perchè il materiale non mai venga meno nella forma; anzi pigi e prema la massa sottoposta, e le tolga ogni difetto di gonfiezze e di cavità.

Mazza
b.  Mazza grossa, Quella capocchiuta, noderosa, e ferrata, che si portava per combattere. — v. Martello d'arma.

Mazzacavallo
Mazzacavallo, e Altalena, Macchina militare dell'antichità, e del medio evo, formata di due lunghissimi travi; uno dritto a base fissa, l'altro bilicato alla cima del primo, tanto che, abbassato di qua, giugneva di là a dar noja sino ai merli nemici.

Mazzaferrata
Lo stesso che Martello d'arme.

Mazzafrusto
s.tra. Crusca.Frusta fatta di più corde o catenelle con in cima pallottole di metallo, e legata a lungo manico. Arme antica di tutti i popoli.
Mazzafrusto, qualcuno disse il Fustibabo dei Romani, o fionda in asta a due mani.

Mazzagatti
Pistolette da tasca cortissime e leggierissime, che erano un prodigio nei secoli passati: cosi dette, perché nel fatto non valevano altrimenti, che a pena nei piccoli colpi, e contro piccoli animali.

Mazzapicchio
Mazzapicchio.Arma in asta, detta pur Giusarma.

Mazzière
Mazzieri.Guardia speciale di principi. Ne resta l'uso e il nome in corte di Roma sono capitudini delle arti, vestiti alla spagnola con brache rigonfie e giubbone largo, di colore oscuro; una spadaccia terribile al fianco e una mazza d'argento corta e capocchiuta sulla spalla.

Meleforo
Soldato della guardia nobile in corte di Persia, cosi chiamato dalla mela o pomo dorato che essi portavano sull'asta. Erano mille, e facevano parte del corpo dei Dorifori. Alessandro, acconciatosi alle pompe orientali, pose una schiera di Melefori a custodia della sua persona.

Merlare
« Fare i merli, Guarnire di merli. » Costruire la merlatura alla sommità di una fortificazione.

Merlo
« La parte superiore della muraglia non continuata ma interrotta d'ugual distanza. » — I murelli tutti uguali alla sommità delle antiche fortificazioni, tanto grandi che coprissero la persona del difensore, e tanto distanti che dessero luogo a saettare il nemico. — La voce viene dal latino Moerus, usato da Ennio, e commentato da Servio nell'Eneide, x. 24. — e da Vegezio, Lib. ìv. cap. 6. Murello, Moerulus, e per sincope Merlo: perocché desso era propriamente la parte piena e murata.
I merli delle antiche rocche non sempre erano lisci e semplici: ma spesso fregiati di stemmi, listelli, risalti, con molta varietà e bizzarria: quadri pei Guelfi, a coda di rondine pei Ghibellini. Avevano uniti i piombatoj, i beccatelli, le ventiere; erano pertugiati da più maniere di feritoje, e durarono tanto che, venuta l'artiglieria da fuoco, si convertirono nell'accrescitivo Merlone seguente.
Merli, fig.Si sono chiamati i Risalti, le Sporgenze, i Pizzi, le Trinelle, e persino i Becchetti o puntelli delle corone reali.

Merlone
Nome speciale di Quella parte del parapetto murato della fortificazione, che è compresa tra una cannoniera e l'altra. — Bisogna considerare che l'arte della fortificazione moderna è stata inventata dagli architetti, dopo il mezzo del secolo xv, migliorata dai soldati nel principio del XVI e ridotta a perfezione verso la metà di quell'istesso secolo da coloro che facevano insieme l'ingegnere, ed il soldato. Primi gli architetti inventarono il baluardo pentagonale, e costruirono sul principio della difesa radente, ma sempre di muro. Poi i soldati sostituirono il terrapieno: perché essi vedevano le pietre e i mattoni cadere in frantumi; e più gente morire per le schegge dei muri propri, che non per le palle nemiche. Dunque dopo il riparo di muraglie architettiche, vollero i soldati avacciare ai ripari di terra: e finalmente gli ingegneri militari maritarono i due sistemi, e fecero muri terrapienati. Il Merlone appartiene al primo tempo, e agli architetti: i quali assuefatti ai merli antichi delle bicocche costruirono i primi Merloni a fronte dell'artiglieria; né altro fecero che ingrossare la massa, apertire le bombardiere, e crescere il nome. Li costruirono di pianta quadrilatera, alti da cuoprire i soldati, grossi poi da dieci a quindici palmi; lunghi secondo il numero e la distanza richiesta dal giuoco delle artiglierie; le quali si affacciavano tra l'uno e l'altro merlone, nell'apertura chiamata troniera o bombardiera, fatta molto ingegnosamente in più maniere di trombe semplici, e doppie, a denti a scaglioni e di più forami da non essere tanto facilmente imboccate. La cresta finalmente dei Merlone non era mai rettangolare, ma sempre arcuata, con la convessità dell'arco volta alla campagna, affinchè i proietti del nemico venissero, come tangente sull'arco, a toccarlo in un punto solo, ed a rimbalzare senza scuoterlo. La rocca di Giuliano ad Ostia, la fortezza di Bramante a Civitavecchia, la piazza Dabbasso di Pierfrancesco a Firenze, e il famoso baluardo del Sangallo a Roma, conservano i modelli di siffatto membro della fortificazione bastionata. Io ho parlato della grossezza dei muri nostrani, contro l'opinione del Machiavello.Oggi rileggo nel Promis, 2.° 250, che esso stesso messer Niccolò aveva già conosciuto l’error suo, scrivendo : « In parecchie rocche di epoca anteriore vidi io merli e parapetti grossissimi. »
Merlone, eziandio si è chiamato, nell'epoca seconda, Il parapetto fatto di gabbioni, fascine, terra, e piote, interposto tra due cannoniere.

Mesancolo
Term. archeol.Specie di lanciotto o dardo fornito nel mezzo di una coreggia, per meglio scagliarlo; e forse anche per ritirarlo come la Tragula.

Metatore
Term. archeol.Quell'ufficiale romano del corpo degli ingegneri, il quale andando avanti all'esercito misurava e disegnava l'accampamento, l'aggere, gli approcci, ed ogni altro lavoro sul terreno.

Metraglia, Mitraglia
Questa voce, ripresa da alcuni, non è molto antica, e v' ha chi la crede venuta dalla Francia. AI contrario gli stessi francesi, Gassendi e Jal, la dicono derivata dall'italiano Mettere: e certo la desinenza in “aglia”.
come nuvolaglia, pedonaglia, muraglia, battaglia, e simili, aleggia nostrana intorno ai Numerosi projetti minuti, messi insieme in una sola carica. L'Inventario dell'Angelucci, p. 211,scrive Metteraglia.— Non vien da Mitra, né vuolsi scrivere Mitraglia, come taluno erasi fitto in testa, fino agli occhi, acciecando sé stesso, e l'etimologia.
La metraglia, nel fatto primitivo, è più antica del vocabolo moderno. Lampo Birago sin dal 1455 {Promis n. 141.), parlava di «Pallette dentro a caselle o cartocci, perché ad ogni scarica ne fossero  lanciate quante se ne volevano. » E prima la Storia bizant. del Ducas (Doc. st.2° 185) pel 1453. « Globuli quini vel deni, nucum magnitudine.» Gli antichi bombardieri esprimevano lo stesso concetto colle voci Pallette, Ghiande, Coccole, Grappoli, Noci, secondo lor fantasia: nomi non attecchiti.
La metraglia, né pel nome, né per la cosa, non si vuol confondere con altre voci. Le Scaglie eran frantumi o ferracci da petrieri; le Scheggie, rottami di muri percossi dalle palle; i Sacchetti ed i Cartocci, nomi di recipienti anche della polvere: lascio stare per le stesse ragioni le Ceste, le Lanterne, le Cuffie, i Tonnelletti, ed i Corbelli. Capite? non resta che la voce dell'uso Metraglia, necessaria in lingua viva, impossibile a esser tolta di mezzo.
Metraglia, Quella quantità di pallottole di ferro battuto, in numero e peso determinato, messe insieme dentro un tubo di latta o in un sacchetto di tela forte, che si sovrappone alla polvere nelle cariche a cartocci, per battere il nemico con molti projetti ad ogni tiro.
a.Questo sistema vince gli antichi metodi: giugne al segno con certezza, e passa a tripla distanza, più che trecento metri.
b.La marineria usa i sacchetti catramati; perché la latta ossiderebbesi in mare.
c. Si carica talvolta colla palla di calibro sovrappostavi, per avere con un sol tiro ambedue gli effetti.
d.Colla metraglia ben si usano (chi l'ha visto in terra e in mare vel dica) i verbi Frustare e Rifrustare.
(Nota: etimologia fantasiosa!La parola è nota fin dal 1295 in Francia e deriva forse da "mite" monetina di rame oppure, come "medaglia", dalla parola metallo. EM)

Metragliera, Mitragliera
(alcuni vorrebbero Mitragliatrice) Sorta di artiglieria composta di un fascio di canne che possono tutte insieme o separatamente far fuoco rapido, e produrre maggiori effetti che non la metraglia scagliata da un solo cannone. — Alcuni pensano che sia roba nuova, comparsa la prima volta nelle campagne tra Francesi e Tedeschi del 1870: e in vece i nostri antichi, fin dal trecento, conoscevano cotesti folletti, e li chiamavano Organi. Ora si montano sugli affusti a ruote, ve n'ha di più specie, che pigliano il nome dai meccanismi, o dal meccanico, il cui numero si moltiplica alla giornata.

Mezzapicca
Specie di arme in asta, leggiera e corta, quasi parte minore della picca ordinaria, e quindi detta Partigiana. Usavano portare questo arnese per distintivo gli ufficiali.

Mezzocannone
Term. artigl.Quel cannone che era metà dell'ordinario nel calibro di portata, cioè da ventiquattro.

Miccia, Miccio
I cinquecentisti sempre col secondo, in mascolino. — Quella specie di corda concia è preparata che, accesa da un capo, continua sempre ad ardere lentamente senza fiamma, finché non sia tutta consumata, ed ha servito per allumare le armi da fuoco.
Il Miccio si forma con canape di infimo tiglio, poco torta, grossa come il dito, lissiviata nella cenere, e bollita per quattro ora in soluzione di nitro: i moderni aggiunservi qualche dose di acetato di piombo. Finalmente rasciutta e secca per l'uso. — Piglia il nome di Corda cotta.
3° Ogni soldato in fazione portava una dozzina di pezzi di detta corda, appesi alla tracolla, tenevane sempre uno acceso colla sinistra. Venuto il momento, spianava l'arma, scopriva il bacinetto, pigliava il miccio colla destra, scuotevano la cenere, e finalmente il colpo partiva. Col Serpentino e col Draghetto, bisognava anche assestare e misurare la corda in bocca alla bestia: e questa noja ha durato sino al 1671, in generale.
4° Per le grosse artiglierie si attaccava il Miccio al Buttafuoco: il servente di destra, brandivalo sul focone; e il colpo tonava.
Miccia accesa.Disposizione prossima a far uso delle armi. Clausola onorevole nelle capitolazioni passate.
6° Ora la miccia, sempre accesa a bordo nel micciere, serve alle pipe.

Micciere
Arnese acconcio a conservare il miccio senza che si smorzi e senza pericolo di spargere scintille. Si fa di metallo, e per lo più in figura di barletto; nel cocchiume del quale si introduce la cima accesa, e vi brucia riparata dal vento, dalla pioggia, e dall'umidità. Là vanno i marinari per accendere la pipa.
Micciere.Arnese di metallo, col quale si accendevano a un punto tutti i micci di una compagnia. Era un bacino contornato di bischeri a forcella donde pendevano verso il centro le cime di altrettanti micci: con un pugnetto di polvere nel mezzo, e una scintilla, le cime tutte accese, e ciascun soldato pigliava la sua.

Micheletto
Soldato spagnoletto di fanteria leggiera, cosi chiamato dai Milanesi, perché comunissimo tra loro il nome di don Miguel.

Migliarola
Quelle piccole palline di piombo con le quali si carica l'archibuso da caccia. Si distinguono coi numeri, da uno a sei; dei quali il numero primo significa le più grosse. Si dice pur Migliarini, Pallini, Veccioni, Lagrime di piombo, Dragea, Treggea, secondo loro qualità.

Mignone
Mignone, altresì nelle storie, Una foggia di bracciale difensivo, più corto e più leggiero del cubital guanto cavalleresco, introdotta dagli Spagnoli, e usata specialmente dagli Ufficiali della fanteria.

Militare
Soldato, Uomo dato alla milizia;Nome collettivo di ogni persona che milita nell'esercito o sull'armata.

Milite
« Soldato. » Aggiugne il Grassi, propr.Voce da usarsi nel parlare della romana milizia, nella quale il soldato veniva chiamato Milite dal numero dei Mille: quota dei giovani che ogni tribù doveva fornire alla legione. Ed in questo significato, che è il proprio, lo adoperarono il Macchiavello ed il Borghini.
2° Milite, nei bassi tempi, quando soltanto i nobili avevano il dritto di militare, significava Cavaliere, Gentiluomo.

Milizia
« Arte della guerra. » Arte e Scienza di mantenere coll'armi i propri diritti, e di condurre gli armati alla vittoria. Scienza che ha per fondamento le matematiche, la meccanica, la politica, la strategia, l'architettura militare e navale; arte che applica siffatti principi alla tattica ed alla pratica della guerra.
Milizia.« Esercito di gente armata. » cioèMoltitudine d'uomini ordinata alle armi e disciplinata a combattere in terra e in mare. È voce di genere supremo, al quale si riducono Fanteria, Cavalleria, Artiglieria, Ingegneria, Marineria; e quindi le antiche Compaghe, Colonnellati, Battaglie, Oste, Legioni, Guardie, Corpi, Leghe, e simili, che tutta torna ad Esercito e ad Armata. Vedi queste due voci ; e per la Milizia antica dei Romani, vedi Legione; per quella dei Greci, vedi Falange: e per la Milizia navale antica e moderna, vedi Marina. 3° Milizia, rispetto agli aggiunti, si dice cittadina, provinciale, stanziale, regolare, irregolare, ausiliaria, mercenaria, infino a Dieci milizie, per Dieci squadre di soldati.
Milìzia, altresì nelle storie, Ordine o Società cavalleresca, Assemblea di cavalieri, massime di professione religiosa.
Milizia di marina, Nome collettivo di tutte le masse, militarmente ordinate, che appartengono alla marineria dello Stato.  I diversi regolamenti delle varie nazioni determinano le corporazioni che devono farne parte: reggimenti di fanteria di marina, compagnie di artiglieria o di artefici, drappelli di gendarmeria di marina, e sempre gli equipaggi di ordinanza.
Milizia di sbarco, dicesi Quella quantità di gente, che è imbarcata sull'armata per esser condotta a operare scendendo in terra.
Milizia, in modo speciale, si dice dell'esercito dove, secondo le leggi, ed i regolamenti, che frequenti si mutano, entrano molti vocaboli filosofici e astratti, di categorie, di classi, di mobilità, di complementi, che pigliano significato speciale dalle stesse ordinanze e regole del tempo determinato, cui non può tener dietro il vocabolario, stretto come è al valore preciso dei termini per ogni tempo.

Miliziotto
Soldato di milizia provinciale o del contado, che si dice per distinguere da soldato di ordinanza stanziale.
Miliziotto.Persona che provvisoriamente presta servigio militare, senza esservi esercitato, e senza vestire la divisa.

Mina
« Quella strada sotterranea che si fa per andare a trovare i fondamenti delle muraglie per mandarle in aria con polvere di artiglieria » .Questa voce, derivata dai notissimi cunicoli delle miniere, monta più antica che non la polvere da fuoco; ed usavasi assai prima di essa per Quei cunicoli sotterranei verso la piazza nemica, che erano diretti ad abbatterne le muraglie, colla zappa, col fuoco, con qualunque altro agente meccanico. — Il Sanuto, usa sovente le voci Mine e Minatori, parlando dell'assedio di Tolemaica nel 1290. (Bongars, II,230). Dunque nel Medio evo già correva nel sermon prisco, cioè nel nuovo stile volgare, la voce medesima, come rispondente alle Cave, Cunicoli e Contraccave degli antichi.
Mina, dopo la polvere, propr.Quella buca che si fa in un luogo e si empie di polvere, perché colla sua accensione saltino all'aria le cose o persone che si trovano nel medesimo luogo. — La prima scoppiò secreta e fortuita; facendo saltare il fornello e le pignatte di un Alchimista. Quindi il pensiero di tutti coloro, cui era noto il frequente crepare delle bombarde, il fatto di Lubecca nel 1360 quando saltò il palazzo pubblico, il suggerimento di messer Domenico nel 1403 contro Pisa, la prova di Belgrado nel 1439, contro Amurat. Poi vennero le teorie del Taccola, i discorsi di Paolo Santini, i disegni di Leonardo da Vinci: e questi condussero Francesco di Giorgio Martini a scriverne e a disegnarne la teorica e la pratica, per cui la prima mina scoppiò contro il governatore francese, nel mastio di Castelnovo a Napoli, il 27 novembre 1495, giorno di venerdì, ore ventitré.
Mina, per estensione, Tutto il lavoro sotterraneo che si fa per ottenere il fine dello scoppio mediante la polvere.
La mina, è sempre opera di offesa: perchè le difensive si chiamano Contrammine.
La mina, si apre sotto il recinto principale della piazza nemica, e sotto il campo, e sotto qualunque opera che si voglia rovinare, facendola saltare in aria. Dirò dei lavori, vocaboli, e fraseggi in ordine logico di esecuzione, che poscia passerà più chiaro dalla mina alla torpedine.
a. Cavar la mina, Aprire nel terreno determinato il passaggio libero e conveniente alla costruzione del Cunicolo, Galleria, Rami, e Camera.
b. Pozzo della mina, Quella cavità perpendicolare od obbliqua, che si fa per giugnere dalla campagna al piano dei cunicoli sotterranei: e più la profondità maggiore, dove si raccolgono gli scoli delle acque filtranti per avere asciutto tutto il resto.
c. Discesa della mina, Quell'andito pel quale dal pozzo si passa alla galleria ed ai corridoj sotterranei, quando sia formato di terra a pendio: che se fosse di pietra a scaglioni, si chiamerebbe la Scala.
d.  Galleria della mina, Quel corridojo, cunicolare, scavato sotterra, sostenuto via via da intelajature di legname, pel quale si va a svolte e ad angoli sino al sito prefisso dove si ha a scavare la camera e il fornello della mina. Il corridojo medesimo talvolta si suddivide in altri di più stretta ramificazione.
e.  Rami della mina, Ciascuno di quei corridoj minori e più stretti della galleria, che si spingono in diverse direzioni per le scolte, i passaggi, e le riserve.
f.  Armare la mina, Assicurare gli scavi sotterranei, reggendone le volte e le pareti tutto all'intorno con tavole e traviate, che facciano loro spalla e puntello.
g.   Telaj della mina, Ciascuna delle armadure di tavole e di travicelli congegnati per uso di sostenere i lavori sotterranei delle gallerie.
h. Camera della mina, propriamente La cavità estrema della galleria, nella quale dovrà poscia essere collocata la polvere: si chiama pur Cubo della mina.
». Carica della mina, Quella quantità di polvere che s'introduce nel centro della camera. La polvere si mette entro casse, barili, tonelli, sacchetti, cartocci, ben coperta per salvarla dall'umidità, sopra sacchi, canne, paglia, e simili.
j. Fornello, Quella parte della camera stessa quando sia già carica con la polvere: dicesi pur Forno. Certo che cuoce e brucia con due, tre, e più migliaja di chilogrammi di polvere, secondo la maggiore o minore grandezza degli effetti che si vogliono. Il fornello piccolo e superficiale, dicesi Fogata.
k. L'intasamento della mina, Quella massa di terra, pietre, tavole, e di ogni altra materia colla quale si chiude la camera, perché lo scoppio sia violentissimo.
I. Salsiccia della mina, Quella specie di manica lunga e stretta di tela o di cuojo, piena di polvere, che serve a dar fuoco alla carica in tempo misurato.
m. Il truoguolo, Canaletto di legno nel quale si pone la salsiccia, che coll'uno dei capi tocca alla polvere della carica, e coll'altro esce dalla camera, perché si possa allumare senza pericolo.
n. Lo stoppino, Miccio lavorato che pende dalla estremità della salsiccia, al quale tal vola si aggiugne l'Esca, chiamata da'minatori il Monaco; o vero un ordigno complicato, con l'acciarino a fucile, che i pratici chiamavano il Sorcio.Oggi dicono Percussore, Fulminante, Cassetta elettrica.
o. La sementella, Traccia di polvere messa come striscia continua sul terreno per dar fuoco senza pericolo e da lontano. Dicesi pur Traccia e Seminella, e Biscia.
p. Regola del fuoco, La misura calcolata dal minatore perché i fornelli si accendano insieme ed al tempo voluto, secondo la lunghezza della salsiccia.
q. Spiraglio della mina, si chiama Quella piccola apertura per la quale passa la salsiccia dall'interno del fornello, al di fuori della camera per essere a suo tempo accesa.
r. Linea o Raggio di esplosione, quando si voglia calcolare gli effetti della mina, Quella retta che dal centro del fornello giugnerà alla periferia esteriore della voragine che dovrà aprirsi dopo lo scoppio della medesima.
s. Linea di minor resistenza, nel calcolo medesimo, La verticale condotta dal centro del fornello alla superficie esterna più vicina, ove essendo minore la massa del terreno, anche la polvere trova minor opposizione all'empito elastico.
t. Sfera di azione della mina, Tutto quello spazio intorno al centro del fornello sin dove giungono i raggi di esplosione, oltre al quale cessa l'effetto della mina, la quale dal centro medesimo del fornello preme ugualmente per ogni verso.
u. Globo di compressione, Il solido di terreno o di opere, che si vogliono rovinare, o far saltare a gran distanza.
v. Sfera di friabilità, Tutta la massa sferica di terreno, attorno al centro del fornello, che potrà essere scossa dallo scoppio: e là termina la detta sfera dove la tenacità del terreno, per la lontananza dal centro di azione, non è più alterata.
x. Far giocare la mina, Dar fuoco al fornello, perché faccia il suo effetto, e mandi in aria tutto ciò che si trova nel luogo sotto al quale è scavato. Dicesi pur Far volare.
y. Brillare la mina, Divampare improvviso il fulgore di luce abbagliante in quel momento che scoppia la mina: quando fuoco, fiamme, fumo, terra, sassi, e tuoni, di giorno o di notte, innanzi ad amici e nemici, danno spettacolo tremendo, come darebbe l'eruzione improvvisa d'un vulcano.
z. Imbuto della mina, Voragine aperta dopo lo scoppio, che dal centro del fornello diramandosi all'esterior superficie presenta la figura di un cono rovescio, come di cratere estinto.
a'. Sfera di rottura, Quella parte della massa di friabilità, nella quale non solo le opere del nemico, ma anche le proprie gallerie, rami, cunicoli sono danneggiati dallo scoppio.
b'. Solido di escavazione,/Tutto il volume di terreno, di muro, e di opere, che la mina nel suo scoppio ha spostato e distrutto. Questo solido non ha mai figura esattamente regolare: si accosta al cono tronco, e più comunemente si chiama Conoide: quantunque talun lo chiami Parabolide, e Iperbolide.
Mina compendiosa, chiamano Quella buca fatta per mettervi la carica della polvere, volendo mandare in aria o scuotere alcun'opera del nemico, senza andare alle gallerie ordinarie. Si attacca il minatore di notte a qualche angolo o risvolta della muraglia nemica, si copre col mantelletto; se il primo fosse ucciso, sottentra un secondo, finché abbian pronta una nicchia da ripararvisi. Talvolta il minatore si acconcia in una competente apertura fatta nel muro a furia di cannonate. Allora esso continua il lavoro, fa piazza per altri suoi ajutanti, scava la camera, carica il fornello, mette la salsiccia, attacca il fuoco, si ritira, e aspetta a vederlo brillare.
Mina di demolizione, Quella che ha per solo scopo l'atterramento di una muraglia o di qualunque edificio, senza procurare altro danno. Si usa per ismantellar fortezze, per abbattere magazzini, per togliere ingombri: e si fanno con più o meno di carica, secondo l'effetto richiesto.
Mina subacquea, Quella che si fa nel fondo d'un porto, d'un canale, e simili ove siano rocce e scogli che si vogliono levar via per accrescere la profondità dell'acqua. A tal fine si apre la camera della mina con le trivelle o con li scalpelli. E poscia i marangoni portano la carica chiusa e impeciata in tubi di latta. Essi intasano la mina. Si dava fuoco per mezzo d'una salsiccia lunga tanto da essere saldata in fondo col tubo, e legata a fior d'acqua sur un galleggiante. Oggidì si accende con una strappata del cannellino fulminante, o con una scintilla condotta dal filo elettrico.
Mina, chiama lo Stratico, anche l'accensione dei brulotti sui fiumi o sul mare.
10° La mina, può essere impedita, guasta, o resa vana dalle Contrammine, che sono di più maniere, ma tutte ordinate a Scoprire, ad Acciecare, ad Incontrare, a Petardare, a Bucare, Sfiatare, ed a Sventare la Mina. — v.Contrammina.
11° La mina, Arde, Scoppia, Brilla, Vola, Salta, Prorompe, Scatena, Scuote, Detona, e Frange.

Minatore
Chi, o che fa le mine, propr.Ciascuno di quei soldati del corpo degli ingegneri, che sono addestrati a cavar le mine, le contrammine, e a difenderle.
Attaccare il minatore, Principiare i lavori della mina per mezzo del minatore. Ma propriamente si dice del Primo scavo nella muraglia per una mina compendiosa.
3° Strumenti del Minatore. Zappa, Vanga, Badile, Piccone, Beccastrino, Paletto, Gravina, Calcatojo, Cofani, Bussola, Burbera, Armatura, Telajo, Travicelli, Palanche, Centine, Sagoma, Squadra, Archipenzolo, Mantelletti, Lanterne, Fanali, Fumacchio, Sorcio, Salsiccia, Corteccio, Spillo, Stoppino, Subbio, Tenta, e Trapano.

Mira
L'atto del Mirare, Affissamento dell'occhio, Aggiustamento della linea visuale.
Mira. Quel segno posto ad una delle estremità della balestra, e poi delle canne da fuoco, nel quale si affissa l'occhio per aggiustare il colpo al bersaglio. »
Segno di Mira, Quel tacchetto o gocciola sporgente all'insù della fascia superiore alla bocca dell'arma, cui segue l'occhio nello squadrare la canna: e per maggiore aggiustatezza deve riscontrare nel mezzo di un altro segno, fatto a tacca scanalata e posto presso alla culatta, affinchè la linea resti accertata tra i due punti. La seconda tacca si chiama Contrammira, perchè contrassegno: e questa può essere semplice o composta, di Alzo, Anello, Vite, Squadra, e Traguardo, come a queste voci. Alla prima dai pratici, per fuggire equivoci, si appropria il nome di Mirino.
Linea di Mira, diciamo, Quella retta che parte dall'occhio, passa per le due tacche e giugne all'oggetto voluto colpire.
Tirar di Mira, Sparare contro l'oggetto determinato: come sarebbe contro al Capitano nemico, anzi che contro le masse.
Tirar di Mira, dicono altresì delle armi di gran passata, quando si sparano a livello, cioè di punto in bianco, in guisa che l'oggetto cade dirittamente nella linea di mira, senza attendere all'alzo, né ad altro calcolo, come si farebbe sparando in arcata.
Pigliar di Mira, Porre la Mira, Prendere o Tener la Mira, Toglier di Mira, e simili, valgono Mirare.
A mira certa, mod. avv.vale, Tirare ad un oggetto fermo, e perciò facile ad essere colpito. Quindi pur si dice Tirare a mira certa quando i colpi non fallano, quando niun colpo manca.
A mira ferma, mod., avv.Vale lo stesso.

Mirino
s..m. Term. di arligl. dim.di Mira. Nome dato dai pratici al tacchetto di mira posto alla bocca dell'arma da fuoco, per distinguere anche colle parole il segno della mira, dalla mira istessa che essi pigliano nel primo e proprio significato.

Mitraglia
Metraglia e deriv.

Mobile
Mobile. Term. mil.Aggiunto di quei corpi, squadre, colonne, distaccamenti, terrestri o marittimi, che si tengono pronti per esser mandati rapidamente da un luogo all'altro, senza stanza ferma in alcuno; ma ponendola qua e là, secondo le occorrenze e gli ordini: direbbonsi Volanti, quando fossero più repentini e pronti.
Milizia mobile, nell'uso moderno, Quelle classi   ' e categorie di coscritti, che, secondo le leggi, possono essere chiamati alle armi, ed alla marcia, in tempo di guerra.

Mojana
Negli inventari marinareschi del 500. Specie di artiglieria di mezzana grossezza, di canna rinforzata, e di calibro variante tra le otto e le diciotto libbre di palla in ferro colato. Le mojane sulla prua delle galere si mettevano accoppiate per tenere in mezzo il cannone di corsia, ed esse stesse erano tenute in mezzo da due sagri, che formavano tutta la batteria di cinque pezzi. Il nome è di origine latina, vien da Mediana, onde procede altresì il francese Moyenne: Significa Mezzana, tanto di grandezza, quanto di posizione tra gli altri pezzi. Senza forse i marinari amarono meglio dir Mojana che Mezzana per non confondere il nome dei cannoni con quel delle vele. Si trova pur usata sui galeoni e sulle navi.

Mojanetta
dim., di Mojana. Cannone da sei a otto.

Montagna
Milizia di montagna, Compagnie o reggimenti di giovani, armati alla leggiera, che per nascita o dimora possono meglio di ogni altro combattere e scorrere sui monti. Oggi detti Alpini.
Artiglieria di montagna.Piccoli pezzi da portarsi sui monti a schiena di bestie o. a braccia d'uomini.
Barche di montagna, Quei navigli che ad arte si trasportano anche a traverso ai monti, per occupare i laghi sottoposti, ed i Fiumi fin presso alle sorgenti.

Montare
a.  Montare l'artiglieria, il timone, la macchina, e simili, sarà, Mettere il timone al posto, il pezzo sul carro, e tutte insieme a suo luogo le parti di un ordigno.
b.  Montare una lama, Acconciarla con tutti i suoi fornimenti, Mettervi l'impugnatura, gli elsi, il pomo, e simili.
e.  Montare il cane delle armi da fuoco, vale Farlo salire e portarlo al punto più alto delle tacche, perché al primo impulso scatti.

Montatore
veri}, m. Manuzzi.Chi o che monta.
Montatore.Nome speciale di quell'artefice che nei grandi arsenali ha cura di mettere insieme i pezzi fabbricati da altri, e di impiantare sul luogo le armi, gli ordigni e le macchine.

Mora
s. f. Terni, archeol.Quel membro  della Falange spartana che era composto di quattrocento uomini, diviso in quattro lochi, sotto un Polemarco.

Morione
« Armatura del capo del soldato appié. » propr.Elmo di fanteria, senza visiera, di cresta altissima, e di falde rivolte al-l'insù. Durò in terra e in mare infino a tutto il secolo xvi.

Morlocco
Turco nero e prigioniero al remo sulle galere cristiane.

Mortajo
s. m. Crusca: « Strumento militare. > — propr.Artiglieria da fuoco, corta di canna e larga di bocpa, per uso di scagliar bombe ed altri grossi projetti con tiri curvilinei, determinati dall'angolo di elevazione. — Preso il nome dal Vaso da pestare, cui rassembrava.
Il Mortajo, rispetto all'origine fa capolino nel 1376 tra Veneziani, contro gli Ungheri. Ne parla primo di tutti, per l'anno 1453, il mio fra Leonardo Giustiniani, presente all'assedio di Costantinopoli, nella sua lettera al Papa, che io ho citata. Ciò ripete il Calcondila nel 1455. (Lib. vm, editore Clauserio, Basilea 1556, p. 130)
Appresso, con libri e codici del quattrocento, vengono il Breydenbach nel 1480, Valturio da Rimini, e Leonardo da Vinci, a darcene descrizioni e disegni; e Raffaello da Urbino a dipingerne nella Madonna di Fuligno, gli effetti. Quindi Agostino Giustiniani ann. genov. 1506, p. 262, N: « Il Castellano (francese) del Castelletto di notte coi « mortari tirava alle case della città (di Genova) « ma con questi mortari non diede la morte ad alcuno. »   Finalmente il Fonlanus, edito dal Clauserio, Basilea, 1556. per l'assedio di Rodi del 1522, descrive i mortaj e le bombe p. 471
Mortajo, e sue parti: la Bocca, il Toro, la Lista superiore ed inferiore, la Volata, le Maniglie, le Anse, gli Orecchioni, la Gola, il Rinforzo, i Listelli, la Conchiglia, il Bottone, l'Anima, il Cielo, i Lati, il Fondo, la Camera, la Gengiva, il Focone, e lo Scudicciuolo.
Mortajo, e suoi attrezzi: il Cuneo di mira, le Leve, le Ferrate, la Lanata, il Calcatojo, lo Sfon-datojo, il Corno, il Buttafuoco, il Quadrante, i Grappini, la Spatola, le Spolette, il Caccia spolette, il Tira spolette, la Mazzuola, le Stecche, l'Imbuto, la Rasiera, i Dischi, il Coccone, le Bombe, o Cesti, Panieri, Corbelli, e Lanterne.
Affusto del mortajo, detto'pur Letto. — v.Ceppo.
Mortajo a suola, Quello che sta fìsso sull'affusto ad un angolo invariabile di 45° e ciò per mezzo di una specie di piedistallo o zoccolo fuso in un sol pezzo con lui, secondo la predetta inclinazione.
Mortajo a orecchioni, Quello che è bilicato sopra due fusi laterali, e può ricevere diversi gradi di elevazione, mediante il cuneo di mira.
8° I mortaj, adoperati anche dai marinari, vogliono che la piattaforma sia ben solida per reggere all'esplosione premente in giù. Si sono costruiti barconi per batterie di mortaj, e alcuni bastimenti, come le Bombarde e le Galeotte bombardiere, senza l'albero di trinchetto per lasciar libero lo spazio sulla prua al maneggio del fusto, ed alla volata delle bombe. I movimenti del mare e l'alterazione continua dell'angolo, li rendeva poco utili. Oggi la bomba ed ogni altro projetto esplosivo, corre preciso all'indirizzo coi grossi cannoni.
Mortajo petriero.v.Petriero.
10° Mortajo incampanato. — v.Campanone.

Mortajone
accr.di Mortajo. Nome che potrebbe convenire à quegli enormi mortaj che ho veduti nelle fortezze di Corfù e di Malta.

Mortaietto
s. m. Minuzzi, e si dice pur Mortajetto, e Mortaretto, e Mastio, e Mascolo, in senso dim.con tre significati:
o. Mortaletto.Piccolo mascolo delle bombardelle, fatte di un sol pezzo, cioè unita tromba e coda, che inzaffato con una chiavarda, portava la carica della polvere.
b. Mortaletto, Piccolo mortajo da lanciare granate cariche di due o tre pollici: si usava nella marineria del secolo XVI. Ora serve soltanto per provare la forza della polvere.
e. Mortaletto, Piccolo tubo di metallo, che si carica, e si spara verticalmente, per dimostrazione di festa strepitosa.

Moschetta
Moschetta. Manuzzi, e Grassi.Specie di saetta acutissima, quasi da trafiggere una mosca.

Moschettiere
Soldato armato di moschetto.

Moschettino
s. m. Term. mil Piccolo moschetto. Nome conveniente agli archibugietti minimi di calibro e di lunghezza, usati da alcune cavallerie.

Moschetto
« Strumento bellico.» Fa mestieri per questa voce distinguere i tempi e le scritture, come segue:
Moschetto.Specie di saetta acutissima che si scagliava colla balestra, e dicevasi anche Moschetta. Preso questo, come tanti altri nomi, dagli uccelli di rapina; tra i quali appellavasi Moschetto, una specie di sparviero che becca le mosche. Muratori, ant. it. Diss.XXVI. t.II. p. 517.
Moschetto.Specie di artiglieria minuta del secolo XIV. Ne parlò  Santo Brasca nel viaggio di Terrasanta anno 1480, pag. 83: « Belli moschetti. » Erano cannoncini minuti, che poi, nell'ordinamento multiplo del secolo seguente, ebbero luogo e nome di sedicesimi cannoni, come lo smeriglio era la sedicesima colubrina. Portavano palle di ferro da tre libbre, e servivano specialmente per la difesa radente delle cortine, e per la difesa minuta delle galee. Il Doc. fior. st.4°, 166: « Moschetti di bronzo, detti « merigli di cantari tre o quattro, palla di libbre « quattro o quattro e mezzo. » Doc. rom. st.5°, 232: « Moschetti a cavallo, con sua cassa et ruote « ferrate. »
Moschetto, sulla fine del secolo XVI a poco a poco si assottiglia: lascia la cassa e le ruote, e monta sul cavalletto e sulla forcina: in somma diventa archibusone da posta. Doc. st.5° 238.
Moschetto, nel mezzo del sec. XVII diventa archibuso manesco a forcina. Doc. st.4° 159.
Moschetto, finalmente nei tempi più vicini diventa archibusetto corto e di precisione per i corpi scelti di cavalleria.

Mossa
« Il muoversi. »— milit.Ogni mutazion di luogo fatta, da persona, o cosa: ma si adopera particolarmente per Quelle scorrerie coordinate, che si fanno dai militari per mutar indirizzo o posizione negli esercizi, e manovre tattiche e strategiche.
Mossa d'arme, Quel concorso di gente armata e di munizioni, e 'quel radunamento straordinario di soldati o di ogni altra forza militare, che suole precedere di poco l'aperta rottura della guerra.
Dar la mossa, Dare il segno perchè altri, persona o cosa si muova.
Furar le mosse, frase militare, che significa Prevenire l'inimico, Arrivare prima di lui al luogo che questi avrebbe voluto occupare, Togliergli il vantaggio de' suoi procedimenti.

Mostra
Mostra, ai tempi cavallereschi si chiamava la Comparsa dei cavalieri prima di combattere in tornèo, girando pur la lizza a visiera alzata, coperti di tutt'arme, con la lancia sulla coscia, seguiti dai loro paggi e scudieri.
Mostra, vale altresì Comparsa di qualunque corpo o parte di esercito o di armata in arredo simile a solenne rassegna per onore ai sovrani o personaggi o per festeggiare alcun giorno solenne.
Mostra, si chiama La rassegna dell'esercito, dell'armata, d'una squadra, d'un corpo, per riconoscere il numero, l'armamento, le vestimenta, la istruzione.
Mostra, chiamasi pure Quel rivolto ai panno sul petto, o di rimboccatura alle maniche, di gheroni alle falde, o al colletto di un colore diverso dagli altri colori dell'abito militare.

Mozzo
Mozzo, simil.Qualunque pezzo di metallo battuto o fuso, fatto a disco pieno o a razze ruotate, che serve a dare o a ricevere il moto per mezzo degli assi che girano in.lui o con lui nelle macchine.
Mozzo, chiamano alcuni {Parrilli) Quello tra i due spallini da ufficiale che non abbia frangia o canutiglia, quando serve a distinguere i gradi inferiori dai superiori.

Mugavero
Specie di dardo antico ; e da questo presero il nome anche i Soldati muniti di tale arme. — Secondo gli esempì del Vocabolario, ed i commenti del Grassi, deve dirsi Soldato catalano armato alla leggiera, a cavallo o a pié, cristiano o moresco. — Indi il nome di Almugaveri, detti dal Ricotti Almovari. E dall'Amari, i, 234: « Almugaveri, fanteria spedita, chiamata così dagli « Spagnuoli con voce arabica, che suona Scorridore.»
Mugavero, Specie di dado proprio di detti soldati.

Munizionare
Fornire una fortezza delle occorrenti munizioni da guerra e da bocca, e di ogni altro apprestamento militare. E voce molto usata da scrittori e da pratici del seicento.
Munizionare, altresì, Apparecchiare le munizioni, i cartocci, i projetti, l'armamento necessario ad ogni batteria pel buon servigio in una fazione imminente.
Munizionare, vale pur Provvedere i soldati delle necessarie cartucce ed attenenze delle armi da fuoco.
Munizionare, per trasl.Caricare le armi da fuoco, Mettervi dentro la munizione.
Munizionare, deve valere anche pei Marinari in tutti i sensi sopra detti.

Munizionato
« Fortificazione, Riparo. » E in questo senso é da usarsi nello stile nobile, e con giudizio per evitare gli equivoci. — Onde soldato di Munizione, vale Fisso in un presidio, che oggi dicono Sedentario.
Munizione.« Si dice eziandio la Provvisione di tutto ciò che è necessario agli eserciti e alle armate per vivere e per combattere. » Armamento, e vettovaglia.
3* Munizioni.Si dicono anche le Macchine che servono a combattere, e a navigare.
Munizione.Ancora il luogo ove sono raccolte le munizioni medesime: e vale Deposito, Armeria, Magazzino generale, navale, militare. Onde Pane, Palla, Calibro di munizione valgono di forma e misura stabilita dal governo nei suoi magazzini. In questo senso é voce solenne negli Inventari di rocche, castelli, e comuni del secolo XIV e XV. In questo senso è usata dal Macchiavelli, L'arte della guerra, lib. 6. nella Pros. fior, e nelle Storie lib. 5. — Francesco di Giorgio Martini.lib. n, cap. x. — Doc.dell'Angelucci perpetui, 356.
Munizioni da guerra. La Polvere, il Piombo  e tutto ciò che è necessario per caricare le armi da fuoco, grosse e minute.
Munizioni da bocca.Il pane, le carni, il vino, e tutto ciò che è necessario per sostentamento dei militari.

Muraglia
« Muro. » La desinenza della voce, e l'indole della nostra lingua, tolto ogni equivoco, vogliono distinto il Muro dalla Muraglia; e vogliono perciò diffinire di preciso valore, Estensione di muri.
Muraglia, la Cinta principale di pietra e calcina, che circonda da ogni parte un luogo fortificato. Specialmente la cinta terrapienata e incamiciata: dove si distinguono il Piede, la Scarpa, il Cordone, il Ciglio, il Parapetto, e la Cresta.

Muraglione
Nome particolare di quei membri della fortificazione murata, che sono condotti a lunghezza maggiore dell'uso comune: pognamo una grande Ala di tanaglia o di opera a corno.

Muraiolo Che va per le muraglie: Aggiunto di animali che si arrampicano pei muri.
Murajuolo, aggiunto altresì di Soldati destri a salire sui muri: delle Sentinelle, Ronde, Ispettori, che girano su per le mura.

Murale
Murale. Term. mil.Aggiunto di fortificazione, di artiglieria, di macchina, e simili, vale, Da offendere o difendere le mura di una piazza; e si dice a differenza di Campale.
Corona murale, Cerchio d'oro merlato, in premio al primo che salisse sulle mura nemiche.

Musacchino
« Parte di armadura di dosso della quale si è perduto l'uso. » — Quella precisa parte che ornava e difendeva le punte delle due spalle alla radice del braccio. Era di metallo, foggiata a testa leonina, o canina, o lupina, o di simili animali; donda prese il nome; come si vede nelle' statue e pitture de' musei.

Muscolo
Muscolo. Term. mil. Vegezio, iv, 16. Gran cassone di legno, per lo più quadrato, che, pieno di terra ben battuta e di sassi, si spingeva dai soldati nel fosso della città assediata per colmarlo e farv passare le torri volanti.
Muscolo.Sorta di galleria mobile, dentro la quale si coprivano i soldati per accostarsi al fosso e alle mura nemiche, volendo colmare il primo, e scalzar le seconde.

Museruòla
Voce generica per ogni impedimento messo al muso, sì contro all'urlare, e sì al mordere, al mangiare, e simili.
Museruola e Muserola. Fanfani. Crusca.Parte della briglia: cioè Quel cuojo che passa sopra i porta-morsi, tra la testiera e la sguancia, per istringere la bocca al cavallo. Fascia il muso, impedisce l'apertura eccessiva della bocca, rende efficace il freno.

Musica
Musica militare, Scienza, arte, ed esercizio di cavar suoni armonici dagli strumenti a fine di accendere gli animi, di rallegrarli, di far segnali, di regolare le fazioni e le marciate, di onorare gli amici, e dar solennità alle feste. Omero ricorda i prodigi di Tirtèo, e Virgilio di Miseno, 6° 232: « Quo non proesentior alter, « JSre ciere viros, martemque accendere cantu.« 4° Musica milit.altresì, Quel corpo di sonatori che fa parte di ogni reggimento, e di ogni altro numeroso corpo militare, marittimo o terrestre. Si dice Suono come genere supremo, Musica come suono armonico, Banda come radunata di persone che suonano, Concerto come unione di strumenti diversi ordinati in consonanza, Fanfara per lo squillo di soli strumenti d'ottone.
5° Gli strumenti della Musica militare, presenti, passati, e futuri qui novero: Tamburo, Tamburello, Tamburetto,Tamburaccio, Cassa e Grancassa, Tromba, Trombetta, Trombone, Caccian fuori, Chiarina, Clarino, Clarinetto, Clarone, Ottavino, Oboe, Corno, Cornetta, Òlifanto, Fagotto, Bombardino, Bombardone, Oficleide, Cappelcinese, Piatti, Trepiè, Sistro, Campanelli. — Cornamusa, Cennamella, Piva, Zampogna, Sambuca, Fischietto, Piffero, Zuffolo. — Oricalco, Timballo, Talaballacco, e Nacchera.

Musone
Musone. Term. mil. Galileo, Grassi, Manuzzi.La spalla del baluardo, quando abbia figura quadrata: perché, dove la punta esterna fosse arrotondata, piglierebbe il nome di Orecchione.

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