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Le nozioni di balistica esterna necessarie per calcolare la traiettoria dei
pallini da caccia sono esposte nel precedente capitolo.
Qui cercheremo di esporre le nozioni basilari sulla rosata e sulla efficacia
venatoria dei pallini. Non ci occuperemo delle munizioni per tiro al piattello.
I pallini sono prodotti con una lega di piombo indurita da antimonio, con un
peso specifico medio di circa 11,1 gr/cm³. Vi sono in commercio anche pallini di acciaio, ma non sono di rilevante interesse
venatorio.
A seconda delle esigenze venatorie si usano pallini di vario diametro, con i
seguenti dati.
Diametro mm |
Peso gr |
Sezione mm² |
Densità sez. g/cm² |
Nr. di pallini in 10 gr. circa |
10,0 |
5,8 |
|||
9,0 |
4,3 |
|||
8,0 |
3,0 |
|||
7,0 |
2,0 |
|||
6,5 |
1,6 |
|||
5,15 |
0,8 |
|||
4,75 |
0,62 |
|||
4,30 |
0.46 |
|||
4,5 |
0,531 |
15,89 |
3,34 |
19 |
4,25 |
0,447 |
14,14 |
3,16 |
22 |
4 |
0,373 |
12,56 |
2,97 |
27 |
3,75 |
0,307 |
11,05 |
2,78 |
33 |
3,5 |
0,250 |
9,65 |
2,59 |
40 |
3,25 |
0,199 |
8,28 |
2,40 |
50 |
3 |
0,157 |
7,07 |
2,21 |
64 |
2,75 |
0,120 |
5,92 |
2,03 |
83 |
2,5 |
0,091 |
4,90 |
1,85 |
110 |
2,41 |
0,080 |
4,57 |
1,78 |
123 |
2,25 |
0,066 |
3,98 |
1,66 |
152 |
2 |
0,047 |
3,14 |
1,48 |
213 |
1,75 |
0,031 |
2,40 |
1,29 |
322 |
Tabella con misure di vari pallini
Si tenga presente che nei vari paesi esistono poi numerazioni convenzionali e che ad ogni numero non corrisponde ad una frazione tonda di millimetro; in Italia, ad esempio,una delle numerazioni usuali è la seguente; possono però esservi variazioni rispetto ad altre tabelle. Il numero 2/0 si legge "due zeri".
Nr. |
mm |
Nr. |
mm |
12 |
1,5 |
3 |
3,41 |
11 |
1,68 |
2 |
3,62 |
10 |
1,78 |
1 |
3,9 |
9½ |
2 |
0 |
4,06 |
9 |
2,3 |
2/0 |
4,3 |
8 |
2,2 |
3/0 |
4,5 |
7½ |
2,5 |
4/0 |
4,5 |
7 |
2,42 |
5/0 |
5 |
6 |
2,6 |
6/0 |
5,15 |
5 |
2,79 |
9/0 |
7,4 |
4 |
3,05 |
11/0 |
8,6 |
I pallini superiori ad un certo diametro vengono chiamati volgarmente
"pallettoni", ma non vi è un criterio uniforme su dove porre la linea
di distinzione. In alcuni paesi (Germania, Inghilterra, USA) si usa una
denominazione particolare per pallini con diametro superiore a 6 mm, in altri
oltre i 5 mm, in Italia invece solo per pallini la cui numerazione è indicata
in zeri. Non è comunque distinzione che abbia un qualsivoglia fondamento
giuridico poiché per la legge si deve solo distinguere fra munizione spezzata e
munizione a palla unica.
I pallini vengono sparati da canne cilindriche o da canne conformate con
particolari modelli e misure di restringimento degli ultimi centimetri di
volata, detti strozzature.
I pallini che escono da una canna cilindrica tendono ad allargarsi
radialmente perché la resistenza dell'aria ha all'inizio maggior presa sugli
strati esterni dello sciame di pallini che non su quelli al centro. Inoltre il
borraggio può avere inizialmente una velocità superiore a quella dello sciame e
"bucarne" la parte centrale.
La funzione della strozzatura è di evitare questi inconvenienti.
Disposizione dei pallini e borra, sparati con canna cilindrica, a 1,2 metri
dalla volata
Pallini e borra, sparati da canna molto strozzata, a 1,2 metri dalla volata
I pallini dello strato esterno vengono compressi e rallentati per il maggior
attrito e comprimono il gruppo al centro che acquista maggior velocità e li
sorpassa; la borra viene frenata e rimane indietro. Inoltre i pallini esterni
vengono assoggettati ad una forza che li dirige verso l'asse della canna e
compensa quindi la loro tendenza ad allargarsi radialmente; solo i pallini che
si sono molto deformati per l'attrito contro le pareti della canna sfuggono a
questo recupero. Il risultato è che lo sciame di pallini si allunga un po' di
più rispetto a quello sparato dalla canna cilindrica, ma però un maggior numero
di pallini viene indirizzato a viaggiare parallelamente all'asse delle canna.
Perciò la dispersione radiale inizia più tardi quando la resistenza dell'aria
riesce ad agire all'interno dello sciame, in modo diverso sui singoli pallini
(punto di apertura).
L'effetto della strozzatura sulla velocità dei pallini è del tutto
trascurabile.
Lo scopo della strozzatura non è quello di concentrare al massimo la rosata
di pallini, ma quello di avere, alla distanza voluta, la copertura ottimale
della rosata che deve avere una certa dimensione per garantire che il bersaglio
venga colpito senza troppa difficoltà, ma da un numero di pallini sufficiente
ad ucciderlo.
Come si è detto i singoli pallini acquistano velocità e direzioni diverse
per effetto delle variazioni di forma entro la canna, e conseguente spostamento
del centro di gravità, per le diverse forze a cui vengono assoggettati dalla
strozzatura, per gli urti reciproci entro la canna e fuori di essa; la
strozzatura allunga lo sciame e perciò diminuiscono le probabilità che pallini
arretrati, ma di forma migliore, raggiungano pallini anteriori deformati e che
entrambi rimbalzino fuori dello sciame. Si consideri che il 10-15% dei pallini
è fortemente deformato e che almeno un terzo dei pallini ha qualche
deformazione (pallini da 2 mm; la percentuale sale fino al 65% per pallini da 4
mm).
I pallini poi non viaggiano sempre in modo rettilineo, ma, come ogni altro
proiettile, con deviazioni spiraliformi attorno alla linea di traiettoria: se
si spara a 20 metri ad un bersaglio la cui metà sinistra è imperforabile, si
vede che a 40 metri la metà sinistra di un secondo bersaglio viene egualmente
colpita da pallini che a 20 metri si trovavano necessariamente sul lato destro.
Le dimensioni e la distribuzione della rosata vengono rilevate con un
bersaglio posto ad una data distanza e, salvo alcuni pallini anomali, la sua
forma è pressoché circolare; la distribuzione dei pallini entro questo cerchio
è alquanto imprevedibile, ma è evidente che in una buona rosta la densità deve
essere maggiore al centro che non ai margini. Avviene così che un corpo avente
la superficie frontale di 90 cm² (corrispondente ad una pernice), viene colpito
da numerosi pallini se si trova al centro della rosata e da un minor numero di
pallini se si trova spostato verso il suo margine. Siccome il selvatico deve
essere colpito da più pallini, si avrà una buona rosata quanto più
uniformemente i pallini sono distribuiti all'interno del cerchio, così che in
ogni suo punto il selvatico abbia le stesse probabilità di essere colpito dal
numero di pallini richiesto, visto che non è facile coglierlo proprio al centro
della rosata!
A breve distanza si avrà una rosata piccola e con troppi pallini. Poi la
rosata e la dispersione dei pallini aumentano con la distanza finché alla
distanza ottimale di tiro, per una data carica, si avrà la distribuzione dei
pallini migliore; aumentando ancora la distanza, aumenta la rosata, ma si
restringe via via la zona centrale in cui è garantita la densità richiesta dei
pallini.
La velocità iniziale dei pallini ai fini degli studi di balistica viene
convenzionalmente assunta come pari a 360 ms, anche in considerazione del fatto
che qualche decina di ms in più o in meno alla bocca, diventano poi pochi ms
alle distanze venatorie e del fatto che questa risulta essere la velocità
ottimale sotto molti punti di vista. Una velocità superiore richiede notevole
aumento delle pressioni con un peggioramento della rosata non accompagnato da
alcun vantaggio alla maggior distanza raggiungibile. Una velocità inferiore
aumenta di molto la bontà della rosata, ma diminuisce troppo la penetrazione
del pallino. Se un fucile dà una buona rosata solo con cariche deboli, non è
buon fucile.
Nei primi metri di traiettoria non è poi possibile determinare la velocità
dei singoli pallini in quanto la carica si comporta aerodinamicamente come un
proiettile e ogni pallino inizia ad avere una traiettoria autonoma solo quanto
è esposto alla resistenza dell'aria con esclusione degli influssi reciproci con
gli altri pallini. La distanza a cui ciò avviene dipende dalla velocità
iniziale, dal diametro del pallino, dal tipo e grado di strozzatura e dalla
deformazione subita dai pallini.
Il Burrard (studioso inglese) assume come distanza minima quella di 3 yarde
(m. 2,75) e misura a partire da essa la velocità iniziale dei pallini. In
Germania si usa misurare la velocità a 5 m dalla bocca, distanza a cui con
sicurezza ogni pallino viaggia per conto suo e si riscontra che se essa è pari
a 360 ms, la velocità alla bocca può variare da 385 a 395 ms a seconda di
misura dei pallini, calibro, peso della carica.
Ecco la perdita di velocità dei pallini alle varie distanze:
mm |
Distanza in metri |
||||||||||||||
10 |
12,5 |
15 |
20 |
25 |
30 |
35 |
40 |
45 |
50 |
550 |
60 |
75 |
100 |
||
4,5 |
338 |
327 |
317 |
299 |
281 |
265 |
250 |
237 |
225 |
214 |
205 |
196 |
176 |
156 |
|
4,25 |
336 |
325 |
314 |
295 |
276 |
260 |
245 |
231 |
219 |
208 |
198 |
189 |
170 |
145 |
|
4 |
334 |
322 |
311 |
290 |
271 |
254 |
239 |
225 |
213 |
202 |
192 |
183 |
163 |
138 |
|
3,75 |
332 |
319 |
307 |
285 |
266 |
248 |
233 |
219 |
206 |
195 |
185 |
176 |
155 |
125 |
|
3,5 |
330 |
316 |
303 |
281 |
261 |
242 |
226 |
212 |
199 |
187 |
177 |
169 |
147 |
115 |
|
3,25 |
328 |
313 |
300 |
276 |
255 |
236 |
218 |
204 |
191 |
179 |
169 |
161 |
137 |
107 |
|
3 |
326 |
310 |
296 |
271 |
249 |
229 |
211 |
196 |
183 |
171 |
160 |
150 |
126 |
99 |
|
2,75 |
323 |
306 |
292 |
265 |
241 |
221 |
203 |
188 |
174 |
162 |
151 |
141 |
115 |
80 |
|
2,5 |
320 |
302 |
287 |
258 |
233 |
213 |
194 |
177 |
162 |
150 |
138 |
127 |
99 |
64 |
|
2,25 |
316 |
297 |
281 |
250 |
225 |
203 |
182 |
163 |
148 |
135 |
122 |
111 |
80 |
45 |
|
2 |
311 |
291 |
273 |
242 |
215 |
190 |
167 |
146 |
128 |
113 |
99 |
88 |
57 |
20 |
|
Tabella della perdita di velocità di un pallino di dato diametro a varie
distanze,
posto che la velocità a 5 metri dalla volata sia eguale a 360 m/s:
mm |
Distanza in metri |
||||||||||||
10 |
15 |
20 |
25 |
30 |
35 |
40 |
45 |
50 |
55 |
60 |
75 |
100 |
|
4 |
0,0278 |
0,0433 |
0,0598 |
0,0781 |
0,0964 |
0,1170 |
0,1379 |
0,1611 |
0,1845 |
0,2102 |
0,2362 |
0,329 |
0,495 |
3,5 |
0,0278 |
0,0436 |
0,0606 |
0,080 |
0,0989 |
0,1200 |
0,1423 |
0,1670 |
0,1915 |
0,2200 |
0,2479 |
0,349 |
0,535 |
3 |
0,0278 |
0,0439 |
0,0613 |
0,0810 |
0,1013 |
0,1240 |
0,1475 |
0,1742 |
0,2008 |
0,2322 |
0,2615 |
0,376 |
0,585 |
2,5 |
0,0278 |
0,0442 |
0,0625 |
0,0831 |
0,1047 |
0,1290 |
0,1551 |
0,1840 |
0,2146 |
0,2472 |
0,2817 |
0,405 |
0,667 |
2 |
0,0278 |
0,0448 |
0,0643 |
0,0859 |
0,1097 |
0,1360 |
0,1653 |
0,1975 |
0,2326 |
0,2722 |
0,3160 |
0,481 |
0,885 |
Tabella del tempo impiegato a percorre varie distanze
posto che la velocità a 5 metri dalla volata sia eguale a 360 m/s
mm |
Distanza in metri |
|||||||||||||
5 |
10 |
15 |
20 |
25 |
30 |
35 |
40 |
45 |
50 |
55 |
60 |
75 |
100 |
|
4 |
2,44 |
2,06 |
1,77 |
1,54 |
1,34 |
1,18 |
1,04 |
0,92 |
0,83 |
0,74 |
0,67 |
0,61 |
0,48 |
0,34 |
3,5 |
1,65 |
1,38 |
1,17 |
1,00 |
0,86 |
0,75 |
0,65 |
0,57 |
0,50 |
0,45 |
0,40 |
0,35 |
0,27 |
0,18 |
3 |
1,06 |
0,86 |
0,72 |
0,60 |
0,50 |
0,43 |
0,36 |
0,31 |
0,27 |
0,24 |
0,21 |
0,19 |
0,13 |
0,07 |
2,5 |
0,60 |
0,48 |
0,38 |
0,31 |
0,25 |
0,21 |
0,18 |
0,15 |
0,12 |
0,10 |
0,09 |
0,08 |
0,05 |
0,02 |
2 |
0,31 |
0,23 |
0,18 |
0,14 |
0,11 |
0,09 |
0,07 |
0,05 |
0,04 |
0,03 |
0,02 |
0,02 |
0,01 |
0,002 |
La curvatura della traiettoria dei pallini può essere trascurata perché
ampiamente compensata dalle dimensioni della rosata così da non richiedere
compensazioni al momento della mira. Un pallino di 2,5 mm cade di 1,9 cm a 20
m, di 5,5 a 30, di 12,3 a 40 metri; un pallino di 3,5 mm cade di 1,8 a 20 m ,di
4,9 a 30, di 10,3 a 40 e di 19,3 a 50 metri. I fucili del resto sono tarati a
35 metri di distanza e a 10-15 cm sopra il centro ideale della rosata così che
lo scarto massimo effettivo non supera i 10-15 cm.
Come detto, mentre la rosata sul bersaglio viene rappresentata come un
cerchio, in effetti i pallini formano uno sciame allungato con una maggior
presenza di pallini nella parte anteriore; se si divide lo sciame in due parti
contenente lo stesso numero di pallini, si constata che il punto di divisione
(centro di gravità dello sciame) si trova ad 1/3 dai pallini di testa.
Sperimentalmente non si rilevano significative influenze della temperatura,
dell'umidità dell'aria, dell'altitudine, sulla velocità iniziale e sulla
traiettoria, anche se i cacciatori usano aumentare le cariche in inverno (ma in
inverno gli animali sono più protetti da piume e pelo).
Maggiore e significativa può essere l'influenza del vento laterale,
specialmente se si spara in aria (a terra il vento e minore e vi è la
protezione di piante e cespugli). Con un vento di 5 m/s un pallino di 2,5 mm
viene spostato di 10 cm a 25 m, di 20 cm a 35, di 35 cm a 45 m. (le deviazioni
si raddoppiano se il vento soffia a 10 ms). Bisogna però tenere presente che
nel tiro a volo anche il selvatico viene spostato nella stessa direzione dei
pallini.
La carica di pallini
Il peso della carica di pallini per un dato calibro non può variare di
molto: una carica troppo pesante aumenta la pressione dei gas ed aumenta il
rinculo; se l'arma è pesante si può usare una carica maggiore perché il rinculo
sarà minore; un'arma leggera richiede una carica leggera per non avere un
rinculo poco piacevole. La carica normale per un cal. 12/70 è di 35-36 gr, per
un 16/70 di 30-31 gr, per un 20/70 di 26-27 gr. In cartucce maggiorante
(Magnum, Super speed) si può però arrivare fino a cariche di 46 grammi per il
calibro 12.
Quando si usano pallini di grosse dimensioni, il peso della carica può
essere aumentato un poco, senza che si verifichi un aumento di pressione perché
con più i pallini sono grossi minore è l'attrito fra i singoli pallini. Il
problema dell'attrito è ora divenuto secondario per l'uso di borre di plastica
che racchiudono il pallino fino all'uscita dalla canna.
L'aumento di diametro della rosata
In molti testi si legge che l'aumento della rosata non sarebbe proporzionale
alla distanza dall'arma, ma un po' minore. Ciò ovviamente non può avvenire, in
contrasto con le leggi della fisica. I pallini hanno un comportamento diverso
nei primi 10-12- metri di percorso rispetto al tratto successivo e se si prende
in esame l'intera traiettoria, effettivamente si riscontra la non linearità
dell'allargamento. Se però si stabilisce la dispersione a 35 metri, la
dispersione a 25 metri o a 45 metri non potrà che essere proporzionale alla
distanza. Ciò non è accertabile con precisione assoluta per il fatto che i
pallini, come si è detto, procedono con un moto spiraliforme e di conseguenza
la distribuzione sul bersaglio in un dato istante finisce per essere casuale e
non predeterminabile. Inoltre una misurazione esatta richiede un bersaglio
molto ampio che consenta di visualizzare tutti i pallini; la valutazione cambia
infine notevolmente a seconda che si consideri l'intera rosata oppure solo la
sua parte centrale. Si ripete perciò è fonte di errore (ad esempio) valutare le
dimensioni della rosata a 40 metri in base alla rosata misurata a 10 metri.
L'aumento della dispersione è maggiore per i pallini piccoli che per i
pallini grossi.
Quelli piccoli iniziano a disperdersi più vicini all'arma e si
deformano più facilmente dei pallini grossi. Se si prendono in considerazione
tutti i pallini della rosata, anche i più esterni, si riscontra così che la
dispersione dei pallini di 2,5 mm può essere superiore del 50% a quelle dei
pallini di 3,5 mm. Se si prende in considerazione solo la parte centrale della
rosata, in cui si trovano i 5/6 dei pallini si ha una dispersione superiore
solo del 10-25 %. Lo stesso fenomeno non si riscontra più con pallini di 4 mm!
Va detto però che ogni strozzatura provoca una diversa dispersione così che ha
poco senso cercare di elaborare una teoria generale.
In linea molto approssimativa si può ritenere che se su di un bersaglio di
dimensioni qualsiasi, alla distanza di 35 metri si contano 100 pallini, alle
diverse distanze si abbia il seguente numero di pallini:
Distanza |
Strozzatura media |
Strozzatura stretta |
Strozzatura |
30 |
125 |
127 |
|
35 |
100 |
100 |
100 |
40 |
80 |
75 |
72 |
45 |
64 |
56 |
52 |
50 |
52 |
43 |
36 |
55 |
42 |
33 |
28 |
60 |
34 |
24 |
Bisogna quindi fare molto attenzione alle canne troppo strozzate perché
oltre la distanza per cui si cerca di avere la concentrazione ottimale, la
dispersione della rosata può poi aumentare in modo da essere del tutto
insufficiente.
Per valutare molto approssimativamente le dimensioni dell'intera rosata alle
varie distanze, si può fare ricorso alla tabella elaborata da M. Baker. Le dimensioni
sono in pollici.
Strozzatura |
Distanza in yarde |
||||||
10 |
15 |
20 |
25 |
30 |
35 |
40 |
|
Cilindrica modif. |
19 |
26 |
32 |
38 |
44 |
51 |
57 |
Cilindrica |
15 |
20 |
26 |
32 |
38 |
44 |
51 |
Mezza |
12 |
16 |
20 |
26 |
32 |
38 |
45 |
Piena |
9 |
12 |
16 |
21 |
26 |
32 |
40 |
Le dimensioni della rosata non sono correlabili al calibro dell'arma; in
piccoli calibri si riscontra sovente un maggior numero di pallini con
traiettoria anomala.
Si ripete comunque che è impossibile dare indicazioni che non siano
approssimative. Fucili aventi canne con identiche dimensioni interne e
strozzatura identica al centesimo di millimetro, hanno prestazioni differenti e
basta la cromatura delle canna per modificarle.
Una approssimativa valutazione delle dimensioni della rosta alle gittata
massima dei pallini è importante per valutare il rischio di persone che si
trovino a quella distanza e in quella direzione. Esperimenti svolti in Germania
hanno dato i seguenti risultati
Distanza in m. |
Diametro rosata in m |
|
Pallini di 2,5 mm |
Pallini di 3,5 mm |
|
30 |
2,5 |
1,9 |
40 |
3,8 |
2,9 |
60 |
7 |
5,3 |
80 |
11 |
8,3 |
100 |
17 |
12,8 |
120 |
26 |
19,5 |
140 |
38 |
28,5 |
160 |
58 |
43,5 |
180 |
80 |
51 |
Ciò significa che se si spara verso un selvatico con pallini di 2,5 mm e
dietro di esso, a 180 metri di distanza, vi è una persona, questa può essere
colpita anche se si trova spostata di 40 metri rispetto alla linea di tiro!
Questo senza tenere conto di possibili rimbalzi, di deviazioni anomale, di
cartucce con dispersore (che danno a 20 metri il bersaglio che altrimenti si
avrebbe a 35 m), di strozzatura per skeet, ecc..
Secondo le norme di prudenza elaborate in Germania, quando si caccia con
altre persone, non si dovrebbe sparare verso di loro sotto un angolo minore di
10 gradi; ciò significa che a 40 metri di distanza il compagno deve trovarsi
almeno a 7 metri dalla lepre (a 20 gradi e a 14 metri se si usa un dispersore).
Non sarebbe male che ogni cacciatore si abituasse a valutare istintivamente
questo angolo.
La lunghezza della rosata
La lunghezza della rosata non deve essere confusa con la lunghezza dello
sciame di pallini in volo.
Se si spara su di uno specchio d'acqua, verso un anatra ad una trentina di
metri, è facile constatare a vista che i pallini colpiscono una striscia di
acqua lunga più di 10 metri. Questa striscia non deriva dal fatto che lo sciame
di pallini assume una forma allungata, ma da un normale fenomeno balistico. Se
a 35 metri l'intera rosata ha un diametro di circa un metro, vuol dire che
alcun pallini si troveranno al livello dell'acqua ed altri ad mezzo metro circa
da essa, alcuni più veloci, altri più lenti; percorrono perciò traiettorie
diverse e i pallini più lenti o più bassi colpiranno l'acqua circa 20 metri
prima dell'anatra, quelli più alti e più veloci a circa 20 metri dopo l'anatra
(dati puramente esemplificativi, ovviamente); la conseguenza è una lunga
strisciata di pallini sull'acqua e una differenza di tempo di volo tra pallini
anteriori e pallini posteriori di 0,2- 0,3 secondi. Ciò non significa
ovviamente che non sia importante mirare bene un selvatico che fugge davanti a
noi in linea retta perché comunque la concentrazione richiesta di pallini si ha
solo attorno al punto mirato.
La lunghezza dello sciame di pallini
Il problema delle dimensioni e disposizione dello sciame di pallini lungo la
traiettoria, è stata oggetto di numerosi studi i quali, in fin dei conti, hanno
concluso che è un problema di scarso interesse. In modo abbastanza indipendente
da carica e da strozzatura, i pallini si allungano in uno sciame a forma di
grappolo d'uva, con la parte più ampia in avanti e che a 35 metri di distanza è
lungo 3-3,5 metri al massimo, ma anche minore se i pallini sono uniformi e non
deformati. I pallini migliori si troveranno ovviamente nella parte anteriore e
quelli deformati o più piccoli nella parte posteriore. Il centro più nutrito
della sciame, che contiene circa il 75% dei pallini, si trova a circa un terzo
(un metro circa) dai pallini anteriori.
Sciame di pallini
Se si spara ad una lepre che passa di traverso a 35 metri, supposta una
velocità finale di 226 ms per pallini di 3,5 mm, questi impiegheranno circa
0,144 secondi a colpire il bersaglio; siccome gli ultimi sono tre metri
indietro ne impiegheranno 0,131 con una differenza di 0,013 secondi. Ammesso
che la lepre abbia fretta e corra alla velocità di 15 ms, in quel tempuscolo
potrà percorrere solo una ventina di centimetri e perciò non potra uscire dalla
parte nutrita della rosata. Se però il cacciatore ha mirato bene, con il giusto
vantaggio, in modo che i primi pallini colpiscano la testa, i pallini del
centro dello sciame, a circa un metro dai primi, la colpiranno dopo che la
lepre avrà percorso meno di 10 centimetri, vale a dire alla spalla. Se si fa lo
stesso calcolo per un fagiano che viaggia a 25 ms di velocità, i dieci
centimetri diventano circa 15.
Quale curiosità ricordo che certi cacciatori pasticcioni usavano mescolare
pallini grossi a pallini piccoli convinti di avere così una cartuccia buona per
tutti gli usi. È una emerita sciocchezza perché così facendo si ottengono, dopo
una diecina di metri, due sciami perfettamente separati, ognuno dei quali
contiene un numero di pallini del tutto insufficienti a uccidere il selvatico
(a 35 metri i due sciami saranno ad una distanza, l'uno dall'altro, di circa
1,5 metri!).
Controllo della rosata
Esporrò qui il metodo ufficiale seguito in Germania per controllare la
regolarità della rosata e che consente un'ottima valutazione di canne per
caccia e cartucce. Per i fucili da tiro viene usato un diverso bersaglio.
Bersaglio per prova della rosata
Il bersaglio di controllo è un cerchio di 75 cm di diametro con un cerchio
interno di 37,5 cm. La corona circolare è divisa in dodici settori e il cerchio
interno è diviso in quattro settori; ogni settore ha la superficie di 276, 125
cm². Questa misura è stata scelta in modo che due settori adiacenti (552 cm²)
corrispondano alla superficie massima di una lepre, mentre una pernice
corrisponde ad 1/3 di un settore (92 cm²) e un fagiano e un anatra a 2/3 (184
cm²). La prova viene effettuata sparando una serie di 5 cartucce eguali dalla
distanza di 35 metri. Se una delle 5 rosata diverge dalle altre per più del 25%
di impatti, occorre sparare altre cinque cartucce e la rosata anomala va
scartata in quanto attribuibile ad anomalia della cartuccia.
Per ogni rosata si passa poi a valutare la copertura di ogni settore (due
settori per la lepre) che sarà considerata sufficiente se, tenuto conto del
diametro del pallino richiesto per l'animale in considerazione, si contano
almeno:
- almeno 12 pallini da 2,5 mm in un settore e cioè almeno 4 pallini per la
superficie di una pernice (1/3 di settore);
- almeno 6 pallini da 3 mm in un settore e cioè almeno 4 pallini per la
superficie di un fagiano (2/3 di settore);
- almeno 6 pallini da 3,5 mm in due settori contigui, corrispondenti alla
superficie di una lepre. In questo caso bisognerà sommare via via a+b, b+c,
c+d, d+a, e+f,f+g,... fino a q+e. Nella figura è insufficiente solo il settore
g+h e si hanno 89 pallini sul bersaglio con 15 settori coperti a sufficienza.
La rosata sarà tanto migliore quanto maggiore è il numero dei settori
coperti e quanto maggiore è il numero di pallini complessivo. In presenza di un
buon numero complessivo di pallini sul bersaglio, ma concentrati piuttosto sui
settori centrali, non si deve concludere che l'arma spara male, ma solo che è
più adatta per tiri lunghi; è perciò consigliabile di ripetere la prova a 40
metri di distanza.
Relazione tra selvatico e pallino
La balistica terminale della carica di pallini differisce fondamentalmente
da quella del proiettile singolo. Questo deve trasferire la sua energia al
corpo e quindi è costruito in modo da deformarsi e frantumarsi e da provocare
distruzione meccanica dei tessuti, oltre a onde d'urto distruttive.
Diverso il comportamento della carica di pallini che è già frantumata e
quindi scarica immediatamente e completamente tutta la sua energia su di una
superficie molto maggiore. Si consideri che già alla bocca la carica di un
calibro dodici ha una superficie di 2,5 cm², il che è otto volte quella di una
palla calibro 8 mm. A cinque metri la superficie di impatto sarà 20-30 volte
superiore ( 6-10 cm di diametro) con una energia di oltre 200 kgm (circa 2000
Joule) il che spiega l'effetto fulminante della carica a pallini a breve
distanza, anche su animali di grossa taglia.
La carica di pallini conserva una energia sovrabbondante anche a distanze
sui venti metri a cui, ad esempio, una lepre di 3 o 4 kg può essere colpita da
un numero di pallini sufficienti a dare circa 30 kgm di energia, vale a dire
quanto un buon calibro 38.
Il meccanismo dell'energia non è sufficiente a spiegare il motivo per cui il
selvatico viene ucciso anche a distanza doppia sebbene colpito da un numero
ridotto di pallini che talvolta penetrano di poco sotto la cute.
Il vero meccanismo è stato scoperto facendo esperimenti scientifici su
animali: si è così visto che lo stesso animale che rimaneva fulminato da una
scarica di pallini che appena bucavano la pelle, quasi non riportava danni se
veniva colpito mentre era narcotizzato. Si è perciò concluso che la morte non
deriva direttamente dalle ferite, di per sé lievi, ma dallo shock nervoso
cagionato dal fatto che più pallini colpiscono contemporaneamente più
terminazioni nervose sparse sul corpo. In medicina legale questo fenomeno è
conosciuto come "morte per inibizione riflessa" che talvolta può
verificarsi anche per una sollecitazione improvvisa di una singola piccola
ridotta regione del corpo (gli atemi delle arti marziali o la morte improvvisa
di chi si butta in acqua).
Per uccidere il selvatico è perciò necessario che venga colpito da un
sufficiente numero di pallini che scatenino questo riflesso e paralizzino il
cuore. Sotto questo aspetto può essere più letale una carica di pallini piccoli
che una di pallini grossi, sempre che i pallini piccoli abbiano energia sufficiente
a produrre ferite sotto cute.
Ovviamente un numero di pallini minore che penetrino in profondità entro il
selvatico sono idonei ad ucciderlo, se colpiscono punti vitali o provocano
emorragia, o ad immobilizzarlo se spezzano arti.
Nello scegliere il pallino si deve perciò cercare di ottenere entrambi i
risultati con un pallino che assicuri sia una certa penetrazione sia un numero
sufficiente di impatti, secondo il criterio sopra visto per la valutazione
della rosata. Non si deve cercare di affidarsi solo alla penetrazione, ad
esempio usando pallini molto grossi, perché diventa elevato il rischio che il
selvatico passi tra i pallini indenne, oppure che venga ferito da uno solo e
vada a morire altrove. Si deve poi tenere presente che l'effetto nervoso viene
prodotto solo se i singoli pallini hanno una energia sufficiente a provocarlo.
Ad esempio per una pernice si calcola che ogni pallino debba avere all'impatto
una energia di almeno 0,11 - 0, 15 kgm. Questo non significa ovviamente che si
possa sparare alla distanza di 100 metri se il calcolo teorico ci dice che un
certo pallino possiede ancora l'energia richiesta a tale distanza! Rimane
infatti ferma l'esigenza che il selvatico venga colpito da un numero
sufficiente di pallini. Ad esempio i pallettoni da 8 mm potrebbero uccidere una
volpe a 100 metri; però si devono usare a non più di 20-25 metri perché oltre
tale distanza è un puro caso colpire la volpe con più di un pallino.
Il cacciatore che spara ad un selvatico con pallini più piccoli di quelli
teoricamente più adatti, deve ricordarsi che deve ridurre la distanza di tiro;
se spara con pallini più grossi corre il rischio di fracassare l'animale, se
troppo vicino, o di mancarlo, se si trova oltre la distanza di copertura
ottimale della rosata.
Secondo Journée la distanza massima a cui si può sparare ad un selvatico con
buona sicurezza di ucciderlo, e non solo di ferirlo, è la seguente
Specie |
Superficie |
Peso kg |
Diametro m |
Distanza |
Pernice |
90 |
0,35 |
2,5 |
43 |
Anatra |
150 |
0,85 |
3 |
45 |
Fagiano |
200 |
1,25 |
3,25 |
46 |
Lepre |
3,5 |
3,5 |
48 |
|
Volpe |
6,5 |
3,75 |
50 |
In letteratura si trova talvolta cenno del fenomeno della
"passata" che si verifica quando un selvatico in volo, trafitto da un
singolo pallino, cade stecchito. Sono state escogitate varie teorie ma senza
giungere a conclusioni definitive. È probabile che anche in questo caso insorga
una specie di shock nervoso. Egualmente poco chiara è la ragione per cui, a
seconda della carica delle cartuccia, talvolta l'uccello cada senza spargere
una goccia di sangue, talvolta invece sanguini vistosamente dalla ferite.
Il "vantaggio"
Quando si spara ad un bersaglio in movimento non si deve mirare al centro di
esso, ma un po' più in avanti, rispetto alla direzione del movimento, perché i
pallini impiegano un certo tempo a raggiungere il bersaglio e in quel tempo il
bersaglio si è spostato. Si consideri che sulla distanza di 35 metri i pallini
viaggiano alla velocità media di 285 m/s e impiegano circa 0,12 secondi a
percorrerla; se il selvatico vola a 20 ms, in tale tempo avrà percorso 2,4 m;
se esso passa trasversalmente di fronte a noi si dovrà sparare a detta distanza
davanti alla sua testa.
La formula per calcolare questo spazio è data da
(Velocità del selvatico) * (distanza) / (Velocità media pallini)
La velocità media si ottiene sommando velocità iniziale a velocità finale
dei pallini e dividendo per due.
In teoria si dovrebbe tenere conto anche dei tempi di reazione del
cacciatore e del sistema meccanico dell'arma, ma questi vengono corretti dallo
stesso cacciatore che al momento dello sparo non blocca l'arma ma continua a
muoverla, assecondando il movimento del bersaglio.
Se il bersaglio si muove in diagonale rispetto al cacciatore, il calcolo
diviene molto più difficile; se il selvatico viaggia con un angolo di 70°
rispetto alla linea trasversale, il che equivale a dire che la sua direzione di
moto è di 20° rispetto alla linea di mira (si trascura qui la precisione teorica),
il valore dello scostamento si otterrà moltiplicando il precedente valore per
cos70° oppure per sen20°.
Nella pratica si ottiene lo stesso risultato utile calcolando il vantaggio
non in metri, ma in "lunghezze dell'animale"; se un fagiano che vola
trasversalmente ci appare lungo 60 cm il vantaggio da dare sarà dato da 240/60
= 4 fagiani; se esso si allontana in diagonale sarà sufficiente mirare "4
fagiani in avanti" secondo la lunghezza che il fagiano ci presenta per
effetto della prospettiva.
La penetrazione del pallino
Circa la penetrazione di pallini in tessuti molli, sono stati fatti
esperimenti su blocco di gelatina constatandosi che alla distanza di 35 metri e
pallini da 2,5 mm la penetrazione è attorno ai 60 mm, se di 3 mm di diametro,
la penetrazione è attorno ai 70 mm, se di 3,5 mm attorno agli 80 mm. Con
pallini da 2,5 mm si è avuta, alle varie distanze, la seguente penetrazione
Distanza in m |
Penetrazione in mm |
15 |
69 |
20 |
64 |
30 |
50 |
40 |
33,6 |
50 |
23,5 |
Munizioni a pallini per revolver Le cartucce per revolver sono vendute per la difesa da serpenti; esse sono
caricate, nel cal. 38, con circa 135 pallini da 1,3 a 1,5 mm. Questa carica
produce alla distanza di 15 metri una rosata di circa un metro di diametro.
Essi, a tale distanza, non sono in grado di superare un abbigliamento
invernale.
Al fine di usare queste cartucce anche per difesa personale non letale, sono
state fatte prove con pallini di dimensioni maggiori.
Con pallini da 2,5 mm la rosata è ancora nutrita, ma anch'essi a 15 metri di
distanza riescono appena a penetrare oltre un cappotto, senza ferire la cute.
Con pallini da 3,5 mm si producono ferite. I pallini da 4,5 mm superano
agevolmente gli abiti e penetrano per 3 cm in un blocco di plastilina; però in
una cartuccia ve ne stanno solo una ventina. Si è quindi pensato di caricare
queste cartucce con una miscela di pallini di varie dimensioni, in modo da
avere una rosata nutrita e aumentare l'effetto di shock. La miscela più congrua
è risultata quella con il 50% di pallini da 2,5 mm, il 25% da 3,5 mm e il 25%
da 4,25 mm., con un totale di circa 50 pallini. Usando polveri e cariche vivaci
(ad es. 4,5 grani di Kemira N 310) si ottengono velocità di poco inferiori ai
300 ms in canne da 3 pollici.
Con queste cartucce si è riscontrato che una sagoma umana veniva colpita da
circa 40-45 pallini a 5 metri, da 25-35 pallini a 10 metri, da 20-25 pallini a
15 metri. Oltre questa distanza, la rosata risulta molto sguarnita al centro.
A distanza ravvicinata tutti i pallini perforano 15 mm di legno; a 5 metri
passano quelli da 3,5 e 4,25 mm, a 10 metri solo alcuni dei pallini da 3,5
riescono a passare, a 15 metri solo quelli da 4,25 passano (al 90%)
Invece la penetrazione nella plastilina, dopo aver superato 5 mm. di strati di
tessuto, è stata la seguente
Diametro |
a 5 m |
a 10 m |
a 15 m |
2,5 |
6 mm |
2 mm |
0 mm |
3,5 |
11 " |
5 " |
3 " |
4,25 |
21 " |
16 " |
11 " |
La penetrazione dei pallini da 4,25mm nella plastilina non protetta da tessuto è stata di 30 mm. La probabilità di colpire agli occhi, sparando a 15 metri, è risultata dello 1%
Bibliografia
Lampel W, Jagdballistik, Melsungen 1971
Lampel - Marhold, Waffen Lexikon, München 1994
Haglund B. - Claesson E. (Husqvarna) , Mina Jaktvapen, Stockholm 1957
Burrard, The modern Shotgun, 3 vol. , London 1952
Journée, Tire des Fusils de Chasse, Paris 1947
v. Wissman, Der Schrotschuss, Hamburg 1968
email - Edoardo Mori |
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