Enciclopedia delle armi - a cura di Edoardo Mori
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Illogicità dei periti

In molte perizie ho riscontrato un deleterio modo di ragionare dei periti i quali, posti di fronte ad un quesito tecnico, rispondono al giudice citando sentenze! Un simile modo di procedere dimostra di che essi non hanno ben chiaro il rapporto tra fatto e diritto (e purtroppo non lo hanno neppure quei giudici che affidano questioni giuridiche ai periti o che non si accorgono dell'errore logico!)
Il problema sarà più chiaro ragionando su di un esempio specifico e abbastanza comune.
Viene rinvenuto in possesso di un cittadino un bossolo d'artiglieria già sparato o un guscio vuoto di mina o di bomba (reperti comunissimi sui luoghi della Grande Guerra e raccolti da molti collezionisti); il giudice nomina un perito e gli affida l'incarico di dirgli se essi siano ancora destinabili al caricamento di munizioni da guerra o di ordigni, perché così stabilisce la legge 895/1967 in cui si dice che per aversi un reato le parti di arma o munizioni devono ancora essere atte all'impiego.
Orbene un perito normale, esperto di cose tecniche, deve rispondere in base alle sue cognizioni tecniche e, se non è uno sprovveduto incompetente o un servo sciocco dell'accusa, dovrebbe scrivere, ad esempio:
- che non si è mai visto ricaricare un bossolo di artiglieria o di mitragliatrice perché nessuno dispone degli attrezzi e dei materiali necessari;
- che anche se uno lo ricaricasse non saprebbe dove spararlo visto che i cannoni della prima guerra mondiale non li vendono al mercatino delle pulci;
- che infatti ministero della Difesa e dell'Interno hanno stabilito che i bossoli in pratica non sono ricaricabili;
- che non si è mai visto ricaricare un guscio di bomba a mano o di mina perché, una volta privi della spoletta e di meccanismi di scatto, essi perdono ogni significato pratico in quanto non essenziali per fare una bomba o una mina e facilmente sostituibili con un qualsiasi contenitore (le mine spesso sono solo scatole di plastica);
Che cosa fanno invece molti periti, specialmente quelli che in vita loro non hanno mai maneggiato un'arma da guerra e non hanno mai visto una bomba perché sono dei pacifici cancellieri, ragionieri o ingegneri civili? Si vanno a studiare la Cassazione e rispondono al giudice che il bossolo è ancora atto all'impiego … perché lo ha detto la Cassazione!
Si crea cioè il tipico circolo vizioso del cane che si morde la coda: un perito sciocco dà informazioni sbagliate ad un giudice; queste informazioni portano a sentenze sbagliate, anche da parte della Cassazione, e poi un perito ancor più sciocco utilizza queste sentenze sbagliate per le conclusioni di una sua perizia. E così si crea la leggenda che i bossoli possono essere riutilizzati e la conseguente “giurisprudenza consolidata”.
Sia ben chiaro che la Cassazione non ha mai scritto in una sentenza che i bossoli sparati sono ricaricabili, ma ha sempre scritto che se il giudice di merito aveva accertato che il bossolo era ricaricabile, la Cassazione non poteva che prenderne atto e confermare la sentenza di condanna. La Cassazione di certo non si mette ad inventarsi di testa sua affermazioni tecniche (pochissime volte in realtà lo ha fatto, commettendo lo stesso errore logico dei periti, ma si tratta di sentenze di mera routine, non certo meditate) e tanto meno vi può essere una giurisprudenza su un dato di fatto; le sentenze applicano la legge ai fatti, ma questi devono prima essere accertati.


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