Enciclopedia delle armi - a cura di Edoardo Mori
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Povera criminologia

     Nella cultura del nostro secolo si ritiene scarsamente valido ogni settore non umanistico in cui manchi un approccio scientifico. Quindi, ad esempio, si dà ampia credibilità alla psichiatria e ben poca alla psicologia. La stessa cosa si può dire della criminologia, nata come un ramo della psichiatria con nomi famosi quali Lombroso, Niceforo, Pende, e che ottenne buoni risultati anche a livello europeo.
Il termine criminologia oggi non definisce bene l'argomento perché con il tempo ha assunto varie sfumature che avrebbero meritato, ciascuna, una specifica denominazione.
     In un primo periodo dalla criminologia psichiatrica che si occupava delle caratteristiche mentali del delinquente, si è distinto il ramo della criminologia-sociologica che studia non il criminale, ma il rapporto tra società e crimine. In questo settore abbiamo avuto ottimi studiosi in quanto si tratta di studiare con profonda cultura, con profonda conoscenza dell'essere umano, con profonda conoscenza dei rapporti sociali ed economici fra persone, gruppi e stati, i fenomeni che portano al sorgere ed alla diffusione del crimine.
     In secondo luogo proprio per l'esigenza di una valutazione scientifica del crimine, si è sviluppata quella che in altri paesi chiamano criminalistica e studia l'applicazione delle scienze, quali chimica, fisica, balistica, biologia, entomologia, alle indagini criminali. In Italia si tende, in mala fede, a confondere la criminologia con la criminalistica e siamo invasi da ciarlatani, laureati in legge o in psicologia o storia, o filosofia (o che esibiscono fantomatiche lauree di paesi esteri) che pretendono di fare investigazioni. Basta vedere i curricula dei vari presidenti e membri di associazioni criminologiche, nate come i funghi, per vedere quanti sono diventati criminologi frequentando qualche master in sconosciute università, spesso private, ma il cui significato è che l'interessato ha solo sentito qualche decina di ore di chiacchiere da parte di docenti di cui nessuno ha mai controllato la vera capacità di trasmettere nozioni utili e veridiche; e nessuno ha mai controllato se l'ascoltatore aveva percepito ed elaborato ciò che ascoltava e se aveva la preparazione per fare ciò. E non parliamo dei corsi e master per corrispondenza; quello che conta per andare in televisione o per farsi pagare da sprovveduti clienti  è un pezzo di carta; spesso basta affermare di averlo! Il valore di uno studioso si verifica in base alle pubblicazioni scientifiche aperte alla critica di altri studiosi. Controllate pure e vedrete come i nostri criminologi evitino accuratamente di fare ciò e che siano sempre e solo autoreferenziali: hanno partecipato a importanti processi, hanno fatto master, sono stati in televisione. Mai una riga su ciò che concretamente hanno scoperto e che era sfuggito agli investigatori.
     Non ci vuole molto, vedendo le trasmissioni televisive in cui imperversano certi criminologi, per capire come la loro principale sia capacità sia quella di vendersi bene. Proprio in questi giorni mi è capitato di sentire una nota esperta affermare che se un pugile colpisce un'altra persona il reato di lesioni è immediatamente aggravato perché il pugno è considerato un'arma impropria. La favola di Biancaneve era più realistica! La sensazione che si ha ascoltando questi autoproclamatasi esperti è che la loro cultura criminologica se la siano fatta sui libri gialli e sui filmetti polizieschi!
     In Italia ormai pare un fatto acquisito che gli psicologi, siccome conoscono la mente umana (ma chi ha mai stabilito che leggendo un pacco di libri si acquisisce questa portentosa conoscenza?) sono in grado di interloquire su qualunque argomento, dalla politica, all'economia, alla giustizia e, quindi, di fare gli opinionisti. Per gli esperti invece è purtroppo un dato impressionante il numero di persone condannate ingiustamente sulla base dell'opinione di cialtroncelli che, per aver frequentato una università in cui si fanno solo chiacchiere, sono convinti di poter capire immediatamente se una persona ha problemi psicologici, se un bambino ha subito molestie sessuali, se una persona mente o dice la verità. Colpa a dire il vero non tanto di questi cialtroncelli, quanto dei giudici che si fidano di essi come se bastasse un titolo su di un pezzo di carta per poter decidere del destino di una persona. I nostri giudici sono la tipica espressione del  telespettatore medio convinto che tutti coloro che parlano in televisione sono capaci e non si rendono conto che se le loro apparizioni non sono occasionali, ciò significa, salvo pochi casi, che a monte vi sono quelle spinte che favoriscono la carriera!
     Purtroppo, come ho detto, molti di questi pseudo criminologi si considerano esperti in investigazioni; pensano di poter dare indicazioni utili sull'autore del crimine solo in base a formulette statistiche generalissime (i cosiddetti profiler) e pontificano su ciò che la polizia e i giudici avrebbero dovuto fare o non fare. Per l'esperienza che ne abbiamo avuto, non ne hanno mai azzeccata una, anche se in Italia, con la massa di errori che fanno i giudici e i loro periti, non manca di certo lo spazio per avere idee intelligenti. Ma non si possono avere idee intelligenti, e  si  finisce per fare i soliti discorsi da bar, se non si possiede una vasta cultura specifica.
     Va detto a loro discolpa che i criminologi e psicologi non sono davvero soli in questo quadro perché anche il settore di coloro che si proclamano  criminalisti soffre degli stessi problemi con maree di incompetenti i quali non vogliono ammettere che per fare tale lavoro non basta neppure essere laureati in certe materie scientifiche, come fisica, chimica, ingegneria, ma bisogna anche avere acquisito vaste conoscenze nelle specifiche materie quali la balistica, la tossicologia, l' esplosivistica, l'analisi del DNA, ecc.
     La materia della criminalistica è infatti un campo minato, ricco di trabocchetti. È molto facile pensare di aver trovato una corrispondenza fra due proiettili, anche se essa è puramente apparente, è molto facile pensare di aver trovato dei residui di sparo, mentre invece si ha davanti  semplicemente della normale polvere, è molto facile pensare di aver trovato l'identità fra impronte digitali o fra tracce di DNA, mentre invece si è solo cercato di far quadrare i risultati con ciò che si spera di trovare.
     Faccio un esempio concreto di questa esigenza di ben distinguere criminologia da criminalistica, che mi è capitato sottomano proprio in questi giorni. Vi è un noto criminologo, il dottor Gino Saladino, docente alla Sapienza di Roma, medico legale delle assicurazioni, scrittore di buoni romanzi gialli, uomo politico sindaco di un importante cittadina, che è stato intervistato su di  un caso  e che ha reso le dichiarazioni che ora riporto. Le sue dichiarazioni sono virgolettate e sono apparse su diversi giornali e non posso credere che siano state fraintese. Se per disgrazia, così fosse, prego l'interessato di informarmi chiarendo l'equivoco ed io provvederò ad una immediata correzione di questo testo.
Il caso è quello di un giovanotto colpito in una stanza ove erano presenti altre persone, dal proiettile di una pistola impugnata dal padre della fidanzata il quale si è difeso affermando che il colpo era partito accidentalmente.
Sul sito www.terzobinario.it/omicidio-vannini6 trovo quanto segue:
Ad esprimersi in merito alla vicenda, meramente basandosi sulle notizie e dichiarazioni apparse sugli organi di stampa, è il criminologo Gino Saladini. Sullo stub il criminologo è molto chiaro nel dire le uniche risposte certe le può dare lo stub alle mani che rileva la presenza di particelle metalliche sulla cute dei soggetti.
«La presenza di polvere da sparo nelle narici – dichiara Saladini – è solo indicativa e molto spesso le tesi che si basavano su questo fatto sono state smontate in sede processuale».
«E’ fondamentale che gli inquirenti abbiano effettuato lo stub sulle mani, ossia con una calamita abbiano prelevato degli aghi di metallo tra il pollice e l’indice, non solo del signor Ciontoli che si è auto accusato di aver accidentalmente sparato a Marco, ma di tutti i presenti quella sera. Mi auguro che ciò sia stato fatto poco dopo il fatto. Se lo stub alle mani fosse stato omesso, si tratterebbe di una mancanza inescusabile da parte degli inquirenti».

Lo stesso testo viene riportato pari pari  sul sito
www.civonline.it/articolo/gino-saladini 


     Se l'esperto ha effettivamente detto ciò, è evidente che siamo di fronte al tipico salto nel buio da parte di chi si crede esperto investigatore, ma è tabula rasa in un settore  di importanza primaria come quello dei residui di sparo. Essi, ormai c'è scritto anche sul sito del più squalificato esperto balistico, sono identificabili come tali solo se si rinvengono le microsfere formate da tipici metalli  presenti negli inneschi, in specifici rapporti e quantità,  e che si formano a seguito della esplosione nell'innesco. Ogni altro reperto (salvo ovviamente il proiettile !!) non può essere sicuramente identificato come proveniente da uno  sparo. Da dove mai escono gli aghi di metallo da prelevare con una calamita? L'unico metallo che si lascia attrarre da un magnete è il ferro, e non sempre perché certi tipi di acciaio inossidabile non vengono attratti. Ma negli inneschi non c'è davvero. Quindi, secondo il nostro esperto, quando si spara, si staccano dall'arma degli  aghi di acciaio che si piantano nella cute della mano, e specialmente fra pollice ed indice e che dimostrano che la mano ha sparato.  C'è proprio da sperare che non abbia fatto condannare qualche poveretto che aveva usato la lana d'acciaio per le pulizie, unico modo sicuro per procurarsi  tali aghi sulla mani!
     Sarebbe interessante sapere quale è stato il testo scientifico da cui l'esperto ha tratto questa straordinaria e rivoluzionaria informazioni scientifica e .. caso strano, lo so! Qualche anno fa una ditta che vende magneti al neodimio li aveva pubblicizzati anche come utili per il prelievo di residui di sparo sferoidali e non sferoidali, ma poi la pubblicità era stata rapidamente tolta e nascosta! Loro si erano accorti della bufala.
28-02-2017  

PS :Ma guarda che caso! Questa mattina ho inserito nel mio sito l'articolo che precede e questo pomeriggio scopro che il criminologo Saladini è stato arrestato con l'accusa di essere a capo di una organizzazione che truffava le assicurazioni con incidenti e feriti taroccati. Vale ovviamente la presunzione di innocenza e non voglio certo fare la parte di Maramaldo. Ma se egli risultasse davvero colpevole, mi sentirei dotato anche di un po' di spirito profetico!  EM

 


        

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