Enciclopedia delle armi - a cura di Edoardo Mori
     
 

 

 

Green Pass e stupidaggini burocratiche

     Non è che godo a parlare male dei burocrati del ministero dell'interno, ma non è colpa mia se ogni giorno ne combinano una. Ormai agiscono a ruota libera, con un esercizio di potere che ha perso ogni contatto con la realtà e con il diritto. Quel diritto che nessuno ha mai preteso che conoscessero in quelle università italiane in cui un anno di servizio di pattuglia valeva l'esame di diritto penale! E così di fronte ad ogni problema, non sanno individuare le regole generali, ma se ne escono con spernacchiate di citazioni a sproposito di regolamenti e circolari.
     Esemplare il caso delle circolari sul Green Pass in cui hanno dimostrato di navigare a fondo nelle proprie circolari, ma di non saperle inserire nel quadro generale della costituzione, del diritto penale, della privacy. Di non sapere neppure quando un a persona può chiedere ad altri di identificarsi.
Eppure il problema è chiaro in base alla logica, senza bisogno di passar le notti sulle circolari
     Prima di tutto, come insegna   il metodo del "pensiero laterale del De Bono, bisogna porsi la domanda giusta. Essa non è affatto di chi può richiedere ad un altro di identificarsi con un documento, ma invece di che cosa si può fare quanto sia bisogno di conoscere le generalità altrui e questi si rifiuta di fornirle.
     La regola generale è infatti è che in un locale aperto al pubblico, chiunque ha diritto di entrare senza dover fornire le proprie generalità. Essere un locale aperto al pubblico non vuol dire che ci si può entrare e fare quello che si vuole; ciò è possibile solo in luoghi pubblici, del rispetto delle leggi penali e di pubblica sicurezza. Nel locale aperto al pubblico ci si può entrare solo rispettando le regole dettate per tali locali. Se ad esempio il locale è pieno e non vi è più posto, non si ha affatto il diritto di entrare; se il locale non vuole cani o bambini, non si può entrare con essi, ecc.
     Ovviamente però non è un diritto generale ed assoluto in quanto può trovare un limite o in altre norme di legge o in evidenti situazioni di pericolo che è bene evitare. Inoltre è indubbio che il titolare ha diritto di escludere qualunque persona voglia entrare per svolgere attività diverse da quelle previste (ad esempio un mendicante o un suonatore), o manifestamente alterato (ubriaco, drogato, delirante), pericolo (persona con distintivo da novax, chiaro segno che è un untore stupido, pronto a uccidere altri o a essere intulato perché ha trovato la sua Bibbia nelle fake news. Il grande vantaggio di internet è che ognuno  vi può trovare la stronzata che gli piace  e molti che la condividono, così egli può pensare di essere furbo: purtroppo il pensarlo non lo migliora!
     Norme di legge speciali potrebbero essere, ad esempio, quella che impedisce ad un minorenne di entrare in un sexy shop; ovvio che il titolare ha diritto di richiedere ad un giovane di mostrargli la carta di identità. Oppure entra un giovane in un'armeria e chiede di vedere una pistola; anche in questo caso l'armiere ha tutto il diritto di chiedere l'esibizione del documento perché, se il soggetto fosse minorenne, potrebbe incorrere nel reato di incauto affidamento di arma.
     Non bisogna essere un genio per capire che se l'esercente può legittimamente vietare l'ingresso a certe persone, può senz'altro fare qualche cosa di meno grave come quella di dire al soggetto "se vuole entrare mi mostri un suo documento di identità e mi faccia annotare sui dati, oppure se ne vada".
     Il fatto di porre l'alternativa di mostrare un documento o di subire un controllo oppure di andarsene, se non è pretestuosa, è una regola lecita e generalissima: in molti edifici pubblici vi è un controllo all'ingresso, ma chi non vuol essere controllato evita di entrare; all'aeroporto si viene controllati, ma chi non vuole essere controllato sta a casa; ad una dogana si può essere perquisiti anche senza ordine del giudice, ma su uno non vuole essere perquisito evita di passare la linea di confine e nessuno la molesta!
     Nel caso del Green Pass l'esercente rischia sanzioni se vengono trovate nel suo locale persone senza tale certificazione. Però il sistema studiato dalla burocrazia è totalmente idiota perché si può controllare che uno abbia sul telefonino una certificazione, ma non si può sapere se sia vera o falsa e non si può neppure sapere se essa sia relativa al soggetto che la mostra (il nostro sistema informatico è basato sulle tangenti; non funziona ed è un colabrodo, il ministero degli interno non riesce neppure a fare un programma elementare per gestir le armi e relative licenze! Il miglior sistema informatico è ancora il CED della Cassazione, vecchio dii 50 anni,  creato con il volontariato di un gruppo di magistrati all'antica) . Quindi l'unico sistema rimasto all'esercente per avere un po' di tranquillità è di controllare l'identità del cliente. È un suo legittimo comportamento rivolto a tutelare ai suoi diritti, è una forma di legittima difesa di fronte all'inefficienza del sistema e all'elevato pericolo di inganni e proprio non si vede che cosa ci sia di legittimo a dire a un cliente che se non è in grado di identificarsi non può entrare.
     Qualcuno è andato in crisi di fronte al problema della privacy: vale quanto appena detto. Non è che nel nostro ordinamento chiunque pronto a invocare diritti senza mai rispettare i doveri, pronto in ogni momento a comportarsi da essere asociale, in cui lui ha solo diritti e gli altri devono solo subire, può rifiutare di comportarsi rispettando le regole sociali. Certo, può essere un delinquente che non vuol far sapere come si chiama oppure può essere tanto imbecille da non voler far sapere se si è vaccinato o meno, ma non può pretendere di violare i diritti altrui. Se ama tanto la privacy se ne sta chiuso a casa e nessuno lo va a cercare.
     Come vedete, non vi à nessun bisogno di citare norme di legge.  La logica è nelle cose.
Eppure un ministro, addestrato dal Ministero dell'interno, se ne è uscito a dire che la legge non consente ad un ristoratore di chiedere ad un cliente un documento di identità per controllare se davvero è stato vaccinato, ignora che il cliente che bara commette reati, fa perdere milioni di euro al commercio. Costringe persino i suoi subordinati a chiedersi "ma che minchia dice e li costringe a metterci una pezza ed a scrivere  giova ribadire che la verifica dell'identità della persona in possesso della certificazione verde ha natura discrezionale ed è rivolta a garantire il legittimo possesso della certificazione medesima. Tale verifica si renderà comunque necessaria nei casi di abuso o elusione delle norme, come, ad esempio, quando appaia manifesta l'incongruenza con i dati anagrafici contenuti nella certificazione. Guai però a scrivere che il cliente che bara forse sta violando un provvedimento dell'autorità, guai a dire che forse sta facendo uso di un atto falso, guai a dire che questo cliente va cercato sull'auto della polizia e portato in ufficio per stabilire se ha commesso reati.
Non sia mai che si turbi qualche politico novax!
     Leggetevi la circolare del 10 agosto; un diluvio di parole e di norme quando bastava dire: "fate come avete sempre fatto, non è cambiato nulla!

     Leggo ora: chi ha un certificaro medico che lo esenta dal vaccino è equipato a chi ha il green pass! Stupidità criminale; quello è uno che può essere infetto ed untore con le maggiori probabiltà, il quale viene autorizzato ad entrare in un locale chiuso, senza mascherina mentre mangia, ad andare nei bagni, ecc. Ma quello, sè è così ammalato (ma si può scommetere che un gran numero di questi certficati saranno fasulli) perché nno se ne sta a casa! Perché devo trovarmelo di fianco con il rischio di un contagio? Al Minitero pensano alla salute pubblica o ai voti?l

     Vi voglio dare due esempi del marasma mentale in cui   la realtà viene vissuta al Ministero.
     Quasi cinquant'anni si erano inventati l'idiozia del tappo rosso sui simulacri di armi, idea genale ignota al resto del mondo, inutile perché il tappo può essere tolto liberamente. Ebbene a furia di distinguo ora si è arrivati ad una situazione che occorre un manuale per capirla; è più chiaro il manuale Cencelli!
Ecco  lo schema da seguire per capire quando il commerciante deve mettere il tappo, che poi il cliente leva appena uscito dal negozio!

Tipo di strumento

Canna

Tappo rosso

Intrasformabili

In metallo, ma inerti

Completamente ostruita

Si, inamovibile e occludente

In metallo a salve

Occlusa solo con inserto

Sì, inamovibile ma non occludente

Non in metallo, inerti

Nessun obbligo

No

Per natura

Softair in metallo ad aria compressa

Nessun obbligo

Colorazione canna

Sì (contro la Dir. europea!)

Giocattoli non metallici per bambini con potenza inferiore ad 1 Joule, purché non ad aria compressa

Nessun obbligo

Si se confondibili con arma vera

Per natura

Softair non in metallo e non ad aria compressa

Nessun obbligo

Si se confondibili con arma vera

Per natura

Armi a salve senza aspetto di arma

Nessun obbligo

No

No

Armi a salve in metallo e a cartuccia

Occlusa solo con inserto

Si

Armi a salve in metallo e a cartuccia con eventuale tromboncino

Sono armi comuni

No

No

Armi paintball e liberalizzate o per uso scenico

Norme apposite

No

Lo stesso fenomeno nel classificare  armi e strumenti che sparano  proiettili per uso sportivo. Bastavano dieci righe ed invece si è arrivati, a furia di rappezzi di incompetenti a questo quadro:

Potenza in J

Categoria

Offensività

Fino a  0,5

Giocattolo libero

Innocuo

Fino a  1 ad a.c.

Softair con regime speciale

Innocuo ma limitato

Fino a  1 non ad a.c.

Giocattolo libero

Innocuo

Fino a  7,5  ad a.c.

Arma liberalizzata

Arma con facilitazioni

7,5 non ada.c.

Strumento libero

Può essere idoneo ad offendere

Oltre 7,5 ad a.c.

Arma comune da sparo

Destinazione naturale alla offesa

Oltre 7,5 non a.c.

Strumento libero

Atto ad offendere

Da 1 a 12,5, cal.12,7  ad a.c. paintball

Strumento con regime speciale

Atto ad offendere

Da 1 a 12,5, cal.12,7  non ad a.c. paintball

Strumento libero

Atto ad offendere

Oltre 12,7 ad a.c.  paintball

Strumento con regime speciale amministrativo

Atto ad offendere

Oltre 12,7 non ad a.c.  non paintball

Arma propria o impropria a seconda destinazione

 

Ma non posso garantire che sia corretto e nessuno lo sa!

11 agostoo 2021
 

 


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