Enciclopedia delle armi - a cura di Edoardo Mori
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Circolare rinnovo TAV (illegittima) 25 novembre 2008

DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA - UFFICIO PER L'AMMINISTRAZIONE GENERALE - Ufficio per gli Affari della Polizia Amministrativa e Sociale - Area Armi ed Esplosivi
557/PAS.50.777/E/08  del 25 novembre 2008
Oggetto: Licenza di porto di fucile uso tiro a volo - obbligo di iscrizione ad un campo di tiro a volo. Riferimento nota Div. P.A.S. Cat. 6/F-ss, del 01.10.2008
ALLA QUESTURA DI GENOVA
Div. Polizia Amministrativa e Sociale
Sez. 1A - Ufficio Armi
In esito al quesito posto con la nota in riferimento si rappresenta quanto segue.
In effetti, come anche ricordato da quest'Ufficio in alcune FAQ pubblicate sul sito internet della Polizia di Stato, la norma con cui è stata introdotta nell'ordinamento la licenza di porto di fucile uso tiro a volo (legge 18 giugno 1969, n. 323) non ha previsto, quale condizione per il rilascio del titolo, la verifica dell' effettiva pratica della disciplina sportiva del tiro a volo.
All'atto della presentazione dell'istanza per il primo rilascio della licenza, richiedere al cittadino l'iscrizione ad un'associazione sportiva per l'esercizio del cui sport occorre possedere armi, potrebbe apparire come un inutile aggravio del procedimento amministrativo.
Se lo scopo della richiesta, infatti, è quello di verificare l'effettivo interesse del soggetto per la disciplina sportiva del tiro a volo, la stessa apparirebbe immotivata, atteso che, l'interessato, non possedendo armi o titoli idonei a trasportarle, non potrebbe, di fatto, praticare la predetta disciplina sportiva che richiede l'uso di armi.
Si concorda, invece, sull'impostazione generale di codesta questura, per quanto attiene i successivi rinnovi delle licenze in parola.
L'art. 8 della legge 18 aprile 1975, nr. 110, infatti, nel trattare degli accertamenti finalizzati al rilascio delle autorizzazioni di polizia in materia di armi, prevede espressamente che, per ottenere un Nulla Osta di acquisto sia necessario indicare nell'istanza la motivazione; lo stesso non viene detto per le licenze di porto d'armi, apparendo scontato che la finalità di ogni singola licenza sia l'esercizio dell'attività che con essa si autorizza (difesa personale, caccia e tiro a volo).
Al riguardo, va tenuto presente anche quanto previsto dall'art. 3 della legge 7 agosto 1990, n. 241, il quale stabilisce che ogni provvedimento amministrativo deve essere motivato.
In tale contesto appare, quindi, legittimo, da parte dell'Autorità di P.S., verificare la consistenza delle motivazioni insite nell'istanza.
Se si richiede il rinnovo di una licenza che abilita all'esercizio di discipline sportive con armi da fuoco, pertanto, si deve essere in grado di dimostrare che nei sei anni precedenti, in cui si era titolari della licenza che abilita all'acquisto ed al trasporto di armi, si sia effettivamente praticata una consentita attività sportiva.
A tale scopo, tuttavia, si deve ritenere valida qualsiasi idonea documentazione che attesti la frequenza di un poligono o di un campo di tiro autorizzato, anche indipendentemente dal tesseramento ad una Federazione sportiva, poiché scopo della richiesta, appunto, non è quello di dimostrare l'esercizio dello sport a livello agonistico, ma la mera pratica di un'effettiva attività sportiva di tiro a volo, comunque denominata.
IL DIRETTORE - Area Armi ed Esplosivi (Aliquò)

Nota
È risaputo che l’ufficio armi della questura di Genova non si accontenta di applicare la legge, ma pretende anche di  pensare; operazione notevolmente difficile, specie in materia di diritto. Ha problemi la Cassazione, figurarsi un funzionario di PS!
In questa ansia di immaginarsi problemi là dove proprio non ci sono, ha posto un quesito al Ministero in materia di rinnovo della licenza di Tiro a Volo; quella del TAV deve essere una fissa della questura di Genova perché da anni la “remena”, per dirla alla genovese, pretendendo che chi chiede la licenza di tiro a volo deve iscriversi ad un poligono. Pretesa sciocca ed illegittima perché il tiratore a volo può cambiare poligono anche tutti i giorni, può andare all’estero, può sparare in un prato privato, può sparare su di una nave, e non può essere obbligato a pagare tasse ad una associazione privata come la FITAV.  
Al ministero, come è noto, vi è (o  vi era, perché pare che le sue alte doti siano state finalmente riconosciute e lo abbiano spostato a più alti compiti) il dr. Aliquò i quale ama il diritto creativo; vale a dire che è abilissimo a trovare nella legge ciò che non c’è. Operazione che gli è riuscita benissimo anche nel caso del TAV.
Mentre la legge dice chiaramente che per avere licenza di caccia non occorre alcun dimostrato bisogno, da cui si deduce esso che non occorre neppure per il TAV che, per precisa volontà del legislatore è solo un surrogato del porto di fucile per chi non vuol cacciare; mentre è del tutto ovvio, in base ad un principio non più complicato a capirsi del 2+2=4, che se non ci vuole l’effettivo svolgimento di attività di tiro per il rilascio, tanto meno ci vuole per il rinnovo, ecco che il ministero fa una specie di gioco delle tre carte con le parole e i gli articoli di legge, scopre che le norme sull’acquisto di armi si applicano anche al rinnovo (perché mai?), interpreta in maniera peregrina l’obbligo di motivare l’acquisto di armi (i motivi sono solo quattro: difesa, caccia, tiro, collezione; non si deve certo raccontare dove e come e quando si sparerà!) e poi ci infila una frase da restare basito chiunque la legge. Vi prego di meditarla perché è un capolavoro di capovolgimento della legge: siccome la legge 7 agosto 1990, n. 241 stabilisce che ogni provvedimento amministrativo deve essere motivato, in tale contesto appare, quindi, legittimo, da parte dell' Autorità di P.S., verificare la consistenza delle motivazioni insite nell'istanza. È inutile che vi chiediate “sono scemo o sono desto”, il dr. Aliquò ha scritto proprio che siccome gli atti amministrativi vanno motivati, anche il cittadino deve motivare le proprie istanze alla P.A. !! Siccome la cosa è tanto incredibile che potrei aver letto male, invito il dr. Aliquò a chiarire il suo pensiero e in particolare dove si trova scritta la motivazione delle licenze di tiro a volo.
Ovviamente la risposta è molto piaciuta alla questura di Genova la quale, la settimana dopo, già si affannava ad avvisare i titolari di TAV che se volevano continuare ad averlo dovevano provare di aver sparato. Come dire che se uno ha la patente di guida, la può rinnovare solo se prova di aver guidato.
È vero che a Genova si risparmia, ma per piacere, non sull’intelligenza!

(21-4-2009)

 


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