Enciclopedia delle armi - a cura di Edoardo Mori
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Relazione sul clero di Rossano del 20 ottobre 1789

Informazione responsiva agli quesiti, che Monsig.Ill.mo e Rev.mo Vescovo di Sarzana con lettera del dì 20 ottobre 1789 ha fatto trasmettere al Rettore delle Comparocchiali Chiese di S. Medardo e di S. Giò Battista di Rossano.
 
1) Presentemente tanto nelle Chiese Comparrocchiali suddette, quanto negli Oratori posti nel distretto di esse non vi è bisogno di riattamento più che tanto.
2) La Chiesa è sufficientemente, e decentemente provvista di sacri arredi, e vasi sacri, né vi sono altari indecenti. In ordine alla manutenzione, in addietro le Opere, e le Compagnie che vi erano colle loro rendite pensavano alla manutenzione almeno per la maggior parte; ora che sono state soppresse, e che le loro entrate vanno a colare, per quanto si dice, nella cassa del Patrimonio Ecclesiastico è stato addossato per ordine del Sovrano l’obbligo di mantenere, al Parroco, stante l’aumento di scudi venti fiorentini annui fatto al Parroco da ritirarsi dal suddetto Patrimonio, quando? Quando Dio vorrà.
3) La Parrocchia è composta di ottocento trent’anime.
4) Dall’anno 1768 a questa parte non si è tenuta la Cresima.
5) Un fanciullo da due anni a questa parte è morto senza Battesimo per colpa della madre, la quale però ha subito, per sentenza, il dovuto castigo.
6) In detto tempo quattro adulti sono morti senza Sagramenti, cioè Antonio Tomasini, e Giovanni Tomasini, e questi per negligenza de loro domestici; la Maria moglie di Giovanni Faggiani, e la Sara Bertoni, che sono morte di morte non prevista.
7) Alli moribondi si è fatta la dovuta assistenza, e specialmente la raccomandazione dell’anima per quanto si è potuto.
8) I poveri si seppelliscono gratis, ed il cimitero, o per dir più vero le sepolture sono in forma.
9) Il Parroco ha fatto l’inventario tanto de stabili, quanto de mobili della sua Parrocchia, e si conserva.
10) I libri de Battesimi, de Matrimoni, de Morti sono a dovere.
11) Il Parroco non abita in canonica, ma bensì in casa propria pochi passi distante dalla canonica; i di lui fratelli e nipoti con cui convive, tengono due serventi una di 35 o 36 anni, l’altra ne avrà una ventina.
12) Non si assenta mai dalla Cura.
13) In tutti i giorni festivi celebra la messa parrocchiale nella propria Cura per lo più dopo l’ora di terza, quale applica pro Populo; spiega altresì il Vangelo, oppure alcuna di quelle cose che si leggono nella messa, e questo specialmente nelle feste d’intero precetto; notasi che il Parroco essendo avanzato in età si prevale di due suoi nipoti sacerdoti.
14) In detti giorni si fa la Dottrina Cristiana, et il Catechismo, ed il metodo che si tiene è il seguente: per la prima il Parroco o chi fa le sue veci recita assieme col Popolo ad alta voce l’orazione dominicale, la salutazione angelica, il simbolo degli Apostoli, i divini Comandamenti, e della Chiesa, i sette sagramenti, le Opere della Misericordia, gli Atti delle Virtù Teologali, di contrizione, e poi si fa ad interrogare ora uno, ora l’altro sopra le suddette cose, ed altre, e specialmente intorno al Sagramento della Penitenza, e della Eucharistia, prevalendosi fralle altre della Dottrina stampata in Genova per ordine dell’Arcivescovo Saporiti, e del Tesoro della Dottrina Cristiana del Turlot.
15) Dieciotto sono i Sacerdoti, che sono nei limiti della Cura, cioè R. Carlo Schiavi Rettore, D. Paolo Schiavi, D. Giovanni Schiavi, D. Giuseppe Barberi, D. Francesco Franceschini, D. Giacomo Mori, D. Medardo Mori, D. Domenico Cattalona, D. Giovanni Cattalona, D. Giuseppe Figaroli, D. Francesco Malachina, D. Domenico Sperindè, D. Pietro Giò Vianesi, D. Antonio Vianesi, D. Giovanni Vianesi, D. Carlo Sperindè, quale gode un semplice benefizio, D. Paolo Vianesi, e finalmente D. Paolo Polli. I Confessori oltre il Parroco sono tre, cioè D. Paolo Schiavi, D. Giò Schiavi, e D. Antonio Vianesi. I Cherici sono due soli, Accoliti tutti due. Cinque sono i Sacerdoti assenti, cioè D. Giovanni Lorenzoni, D. Giovanni Musetti, D. Andrea Valenti, D. Giacomo Menini, D. Giò Francesco Schiavi, Parroco nella Diocesi di Brugnato.
16) Non si può dire il quantitativo delle messe obbligate nella Chiesa Parrocchiale, come si può vedere dalla Nota de Legati, che si darà sotto, e che è anche affissata in sagrestia. Perciò poi che riguarda le messe obbligate negl’Oratori, nell’Oratorio detto di S. Maria Madalena per antica consuetudine vi si fanno celebrare messe 27 annualmente, tre delle quali si sa che sono di obbligo, cioè una messa lasciata dall’Orachina, e due messe lasciate dalla Giulia Castelli; delle altre non ci è niente di chiaro.
 Nell’oratorio detto di S. Elisabetta vi si celebrano messe 24 all’anno, dodici sono state lasciate da uno chiamato Bertella, dodici non si sa quomodo. In detto Oratorio vi è pure l’obbligo di fare celebrare in perpetuo otto giorni dopo la festa della Visitazione della B.V. tante messe, quanti sono i Sacerdoti nella Valle di Rossano per obbligo lasciato da un tal Medardo Scarpenti.
17) Nelli Oratori ne’ quali è stata conceduta la licenza di celebrare alle feste la S. Messa, il Sacerdote insegna la Dottrina Cristiana.
18) Qui non si tengono libri per registrare le messe, solamente i Massari tengono le loro Memorie in carte volanti per loro riguardo sino al rendimento de conti.
19) I legati parte vengono adempiuti e parte no; ed eccone la Nota: il Parroco ha l’obbligo di celebrare annualmente messe 27 per diversi legati, quali adempie.
 Gli eredi del q. Giuliano Mori sono obbligati a solennizzare la festa di S. Antonio Abate con tante messe, quanti sono i Sacerdoti della Valle, che intervengono il giorno della Festa alla Parrocchiale; questo legato parimenti viene adempito. Il Benefizio semplice sotto il titolo di S. Giò Battista eretto all’altar maggiore della detta Parrocchiale, di cui al presente ne è Cappellano R.D. Carlo Sperindè ha annesso l’obbligo di una messa ogni quarta domenica del mese anche questo si adempie.
 I legati che non si adempiono sono i seguenti: cioè il legato lasciato dal q. Novello Novelli di messe 24 annue in perpetuo. Questo legato con tutti gli ordini dati sono più di 90 anni, che si trascura, tanto più che non si può provare qual sia il fondo di esso.
 L’altare del Suffragio eretto nella Parrocchiale avea l’obbligo di una messa l’anno in perpetuo da celebrarsi in detto altare il dì di S. Giuseppe per legato fatto dalla Giulia Castelli; parimente era obbligato a solennizzare la festa di S. Lucia con tante messe, quanti sono i Sacerdoti della Valle, che in detto giorno intervengono alla Parrocchiale per legato del fu Giovanni Bella; era pure obbligato a spendere in elemosina di messe tutta l’entrata che, deductis expensis, ricavava dai beni lasciatigli dal fu Medardo Scarpenti; parimente era obbligato a spendere in elemosina come sopra la metà dell’entrata che ricavava dai beni lasciatigli dalla fu Catterina Zoppi Pedreti.
 La Compagnia detta del SS.mo Sagramento che ora si vuol soppressa, avea l’obbligo di far celebrare tredici messe all’anno in perpetuo per obbligo lasciatogli da un tal cognominato Veracina, di cui è stata erede; item era obbligata a solennizzare l’Ottava della festa del Corpus Domini con tante messe, quanti sono i Sacerdoti della Parrocchia, che intervengono alla Chiesa Parrocchiale la mattina di detta Ottava per legato del fu Giuliano Mori; tutte le suddette messe spettanti sì all’altare del Suffragio, come quelle che s’aspettavano alla Compagnia del Sagramento come s’è detto furono fissate per esser assai scarsamente, in numero di cinquanta in tutto dall’Amministratore dell’Ecclesiastico Patrimonio come quello che assorbisce tutte l’entrate de Luoghi Pii, ei sarebbe obbligato a far soddisfare tali legati; ma la cosa è che sono più di due anni che non restano adempiti, sebbene ne sia stata fatta l’instanza.
20) I Sacerdoti celebrano la messa con la veste talare osservando le rubriche, e non precipitando la messa ed i Confessori per lo più adoprano la stola nel confessare.
21) Ne confessionari si tengono le tabelle dei casi, e scomuniche riservate.
22) Tanto i Sacerdoti, quanto i Cherici osservano per quanto porta la situazione del luogo i Decreti del Vescovo circa il vestito clericale, e servizio di Chiesa.
23) Tra essi prescindendo da uno che qualche volta si lascia prendere dal vino, non vi sono bevitori, giuocatori, né cacciatori di professione, né che vadano alle fiere, o che portino armi, e trattandosi di condurre bestiami purtroppo l’accidente porta qualche volta di fare ciò, che non dovrebbesi; ma anche in questo si va con riguardo.
24) Qui non si fanno le Classi dei Casi morali.
25) Ordinariamente tutte le feste si canta messa, e vespro, ogni terza domenica del mese si fa la processione del Venerabile, ogni prima domenica del mese si fa la processione ad onore della Madonna del Rosario.
 Il Venerdì di Passione si fa pure la processione ad onore della Vergine Addolorata.
 Si fa la benedizione delle candele, delle ceneri, delle palme, nei giorni prescritti.
 Nella Settimana Santa si cantano i mattuttini, e si fanno le altre funzioni di cui parla il Messale, a riserva della lavanda de piedi. Le Rogazioni si fanno ne dì che corrono. La festa del Corpus Domini si solennizza con fare la processione dopo la messa cantata, e frall’Ottava si canta sempre il vespro nella Parrocchiale. Di più frall’anno si fanno alcune Novene trall’altre quella della Croce di maggio, di settembre in cui si dà la benedizione colla Reliquia della Vera Croce.
 Il giorno della Commemorazione de Defunti si recita pubblicamente nella Comparrochiale il matutino e laudi, si canta la messa, e poi si fanno le esequie; le esequie pure si fanno ogni prima domenica del mese dopo la recitazione del primo notturno de Morti, e dopo la messa cantata.
 L’esposizione del Venerabile si fa oltre quel che s’è detto di sopra, ogni prima, e terza domenica del mese ordinariamente, tutti i Venerdì di marzo, e frall’Ottava e nell’Ottava del Corpus Domini; quando si fa pubblica si accendono 20 lumi, e quando si fa privata se ne accendono dodici assistendovi benissimo i Sacerdoti, ed i Cherici ma non in cotta, a riserva dei inservienti.
26) Nell’Avvento, e nella Quaresima non vi è predica e si supplisce alla meglio dal Parroco, o da altri Sacerdoti in vece del Parroco.
27) Nella Parrocchiale, ed in diversi Oratori si recita tutti i giorni il rosario pubblicamente, è stata pure introdotta la divozione della Via Crucis quale è eretta nella Comparocchiale, come in diversi Oratori a commodo di chi ne vuo proffittare.
28) Sì la mattina, che la sera si suona il segno della Ave Maria, e si dà il segno ancora per il suffragio dei morti. Chiese della Vicaria di Pontremoli della Diocesi di Luni-Sarzana
29) Nella Cura non vi sono Conventi di Regolari.
30) Non ci sono Monasteri, né Conservatori di Monache.
31) Non ci sono Monache de Monasteri soppressi.
32) Vi è la Compagnia della Carità diretta dal Parroco.
33) Vi sono due maestri di scuola, che insegnano solamente a suoi nipoti, cioè D. Paolo Polli, e D. Paolo Vianesi per quanto non abbiano fatta la Professione di Fede, non insegnano cose che siano contrarie alla vera credenza.
34) Vi sono delle Ostetrici, le quali sono di buoni costumi, e sufficientemente istruite intorno all’amministrazione del Battesimo in caso di necessità.
35) Non so che ci siano persone che tengono libri proibiti.
36) Neppure credo che vi siano malefici, e dediti a simili cose spettanti al S. Offizio; se non che si è sparsa frall’altre la voce che il R. D. Giovanni Vianesi ha mandato apposta persone non so dove a provvederli un Folletto; se è vero, io penso che ciò abbia fatto, non già con intenzione che glielo portino, intenzione che proverebbe che ei ci prestasse credenza; ma bensì io penso che ciò abbia fatto affinché si dica, e si sparga che gliel’hanno portato, per maggiormente imporre e mettere dei spauracchi a quelle persone con le quali ha avuto che dire; aggiungesi che essendo quel Prete che eccede di quando in quando nel bere, il vino e la passione si sa che portano l’uomo a dire, e fare ciò che non conviene.
37) Nella Cura non ci sono malviventi, come bestemmiatori, concubinari ecc. e neppure inimicizie gravi tra persone e famiglie, per quanto posso sapere.
38) Due sono i coniugati che non coabitano; ma dall’esperienza ho conosciuto che l’ingiuria del Creatore segue più se coabitano, che se non coabitano tanto sono tra di loro antipatici.
39) Tutti i miei Parrocchiani per quanto credo hanno adempito al Precetto Pasquale.
40) Nell’ultima Visita, la quale fu fatta dal R.D. Francesco Bernabovi Vicario Foraneo di Bagnone non so che sia stato emanato verun Decreto, solamente egli fece alcune ordinazioni in voce, le quali per quanto si è potuto, credo, siano state eseguite. In fede questo dì 18 febraio 1790 – P. Carlo Schiavi Rettore di Rossano.
Testo tratto dal libro: “Le Chiese della Vicaria di Pontremoli negli anni dell’episcopato di mons. Cesare Lomellini (1757-1791)” di Paolo Lapi. 

 


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