Enciclopedia delle armi - a cura di Edoardo Mori
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Il tiro sott' acqua

Molti si saranno chiesti se sia possibile ed utile sparare con un'arma da fuoco sott'acqua, ad esempio per difendersi da uno squalo o per pescare oppure sparare da una barca ad un pesce che si vede nuotare non in superficie.
Questa domanda se l'era già posta, attorno al 1877, dopo la lettura di "Ventimila leghe sotto i mari", il generale Uchatius che iniziò a compiere esperimenti.
Un fucile Werndl venne fissato sotto una zattera, in posizione orizzontale e ad una profondità di mezzo metro, diretto contro un bersaglio di tavole di legno.
I risultati delle prove furono i seguenti.
Il caricamento e lo sparo avvennero senza problema alcuno, anche dopo una trentina di colpi. Lo sparo risultava silenziato e appena percepibile ad una quarantina di metri. Lo sparo produceva bolle di gas che gorgogliavano sopra la bocca dell'arma.
Alla distanza di 1,5 metri la palla non lasciò alcun segno sul legno; a 1,25 metri lasciò un'impronta profonda 3-4 mm; ad un metro di distanza la tavola, di 2,5 cm di spessore, venne perforata.
Vennero compiuti altri esperimenti con un revolver d'ordinanza Gasser: ad 1 metro nessun segno sul legno; a 0,75 m una impronta profonda 4-6 mm, a 0,65 m il proiettile penetrò per tutta la sua lunghezza nel legno, a 0,5 m trapassò la tavola.
Venne compiuto un ulteriore esperimento con il fucile per stabilire se la colonna d'acqua nella canna influisse sulla velocità del proiettile; la canna venne quindi tappata in volata; i risultati non cambiarono minimamente.
Infine si sperimentò il tiro dalla riva, sparando con il fucile contro la tavola sott'acqua dalla distanza di 10 metri e facendo in modo da dover penetrare diversi spessori di acqua. Il proiettile non lasciò alcun segno dopo aver passato m. 1,20 di acqua, dopo 0,90 m lasciò un leggero segno, dopo 0,60 m lasciò un segno più profondo e solo con uno strato d'acqua ridotto a 0,30 m riuscì a perforare la tavola. Quindi risultati peggiori rispetto a quelli ottenuti sparando con il fucile immerso.
Si può perciò concludere che il tiro in acqua, a causa della sua densità che è circa 800 volte quella dell'aria è di portata ridottissima; non si ottiene un gran miglioramento con proiettili aerodinamici perché comunque essi, dopo un breve percorso, iniziano a ruotare e si mettono di traverso rispetto alla traiettoria.< È stata elaborata una formula il calcolo della penetrazione di palle sferiche nell'acqua (o nella gelatina balistica).
La formula è

in cui G è il peso della palla in gr e S è la sezione in cm²
L'introduzione del coefficiente di forma è importante solo per spessori limitati; dopo una diecina di cm intervengono i già visti fenomeni di rotazione del proiettile che rendono la sua capacità di penetrazione nuovamente simile a quella del proiettile sferico e perciò non viene indicato alcun coefficiente.

Nel 1970 sono stati effettuat,i dalla marina americana, nuovi esperimenti con proiettili per arma leggera. Il testo di Barry - Howard è qui allegato .
Il proiettile, normalmente, non è letale oltre un piede di spessore di acqua attraversato. Creando proiettili speciali si può arrivare a 7,5 piedi.
La formula per calcolare il rapporto fra velocità del proiettile e spessore di acqua attraversato, con velocità residua sufficiente a ledere è la seguente:

Spessore/cm = 380 * (1/ Vel-ms)^ 0,46 (ad es. per 200 ms = 33 cm)


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