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Farina  di semola 500 g 
    Zucchero  200 g
    Buccia  d'arancio candita e di cedro 250 g
    Uvetta  250 gr
    Burro  125 gr
    Una  bustina lievito
    Una  bustina zucchero vanigliato
    Un  cucchiaio acqua di fiori d'arancio (o una fialetta) 
    Mezzo bicchiere(50 ml)  di arsala secco 
    Uova   2
Sbattere  il burro morbido (tenuto al caldo) con lo zucchero; quando è quasi cremoso  aggiungere le uova e sbattere bene. Mescolare alla crema canditi a dadini e l’uvetta.  Quando i pignoli costavano meno, se ne aggiungevano due manciate.
  L'uvetta  va preparata: è bene lavarla in acqua calda,  strizzarla un po', bagnarla ancora con due  cucchiai di rum e lasciarlo assorbire.
    Aggiungere  poi farina, lievito e zucchero vanigliato, un mezzo bicchiere di marsala e poco  latte, quel che basta per avere un impasto morbido con cui formare un pane.
    Mettere  al forno su carta da forno e cuocere a 180° per almeno 45 minuti; poi  controllare con uno stuzzicadenti se è asciutto e che non bruci; se era molto  umido ci può volere anche un'ora, ma è bene diminuire la temperatura a 160°.  Spegnare il forno e lasciarlo raffreddare dentro di esso.
    A  causa del marsala e della cottura a calore forte, la pasta avrà alla fine un  bel colore biscottato. La farina di semola la rende friabile.
    Può  accadere che con il calore si appiattisca troppo:  si può utilizzare una teglia di circa 28 cm  di diametro, foderare il fondo con un disco di carta da forno e mettere su esso  il pane di pasta.
    Un  cucchiaio di acqua di fiori di arancio   dà al pandolce un profumo molto forte; si può diminuire la dose ad un  cucchiaino, a seconda dei gusti.
    Meglio  mangiarlo dopo due giorni  perché all’inizio  si sbriciola molto.
27-XII-2017
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