Emanuele Repetti -  Dizionario Geografico fisico storico della Toscana,  
      vol V, pag. 640 e segg.,  Firenze 1843, Voce ZERI  
       
        ZERI ( Cerri ?) nella Val di Magra.— Castello  composto di più borgate spicciolate con chiesa plebana (S. Lorenzo prepositura)  nella Giur. e circa 7 migl. a pon.-lib  di Pontremoli, Dioc. stessa, già di Brugnato,  Comp. di Pisa.  
        Il castel vecchio di  Zeri, del quale non restano che pochi avanzi, è situato fra il gr. 27°  24’ 30" long, ed il gr. 44° 21’ lat. ad una  elevatezza di circa 1180 br. fior, sopra il livello del mare Mediterraneo.  
        Trovasi sulla  prominenza di un poggio, le di cui falde tono bagnate dalle sorgenti superiori  del torr. Gordana, mentre alle sue spalle sorge a pon.-maestr.  l'Appennino del monte Gottaro  avendo al suo lib. quello di Monte Rotondo  
        L'antica chiesa plebana  profondò per l’instabilità del suolo, e quella recentemente costruita minaccia  la stessa sorte per difetto del terreno argilloso di una gran parte di quella convalle.  
        La più antica memoria,  e forse l'origine del nome vernacolo di Zeri (Cerri) si da a conoscere  in un istrumento dell'anno 774, 5 giugno,consistente in una donazione fatta  dall'Imp. Carlo Magno, mentre era in Pavia, al Mon. di S. Colombano di una  selva regia situata nell' Appennino di Monte-Lungo, oltre il dono dell'Alpe  chiamata il Monte di Croce, perché sulla di lui sommità esisteva una croce; (forse l’Appennino detto la Croce di Ferro. — Murat. Ant. M. Aevi. T.I.)  
        All'Art, poi Lago Peloso situato sull'erta groppa  della Pelata di Zeri fra la cresta del Monte-Molinatico   e quella   del   Monte* Gottaro fiancheggiato  da una selva di Cerri, dissi, che da cotesto laghetto probabilmente ebbe  origine la Piscina Pelosa, siccome dalla circostante selva di Cerri potè  derivare il nome al paese di Zeri. Anche in un placito tenuto nel 20  agosto 972 dal March. Oberto conte del sacro Palazzo dell'Imp. Ottone I a  favore del Mon. di Bobbio si rammenta presso la Piscina Pelosa una selva di Cerri, nei quali erano stati confitti de' chiodi di ferro. Infatti  in un diploma dell' Imp. Federigo I del 1164 si confermarono al March. Obizzo  Malaspina molti feudi della Lunigiana, Ira i quali quello di Certi (Zeri  ). — VediLago Peloso.  
        Tra  i    signori di Zeri, oltre  i March.  Malaspina, vi ebbero parte gli Estensi, ed i March. Pallavicini discesi dal  prenominato conte del sacro Palazzo sotto Ottone I.  
        Si crede che sia stata  signora o sotto feudataria di Zeri, una famiglia Pellizzari, della quale manco  di notizie autentiche che appoggino cotesto fatto. — ( Calendario Lunese per  l’anno 1836).  
        Ciò che sembra meno  dubbio si è, che i marchesi Malaspina, ad onta della conferma fatta dall' Imp.  Federigo II (anno 1220) del diploma del 1164, a favore del March. Obizzo della  stesta famiglia, perderono assai per tempo il feudo di Zeri, stanteché esso  fino dal secolo XII almeno trovasi incorporato al territorio e giurisdizione di  Pontremoli, al di cui Comune anche l'Imp. Federigo I con diploma del 1167,  mentre confermavagli i privilegi concessi dai suoi predecessori, rammentò la  giurisdizione dei Pontremolesi su quelle Alpi. — Ved.l’Art. Pontremoli.  
      Quindi è che la storta  civile di Zeri da quell’ epoca  in  poi    accomunandosi   con l'altra di  Pontremoli, non starò a ripetere ciò che è stato detto in quell'Art. dove anche  fu avvisato, qualmente nel principio del secolo XV i Fieschi, dopo aver cacciato  da Pontremoli  i Parmigiani si resero  signori quasi assoluti di tutto il distretto pontremolese, compresovi questo di  Zeri, fino al territorio transapennino della Val di Taro; i quali dinasti però  alla pace del 1433 dovettero lasciare l'anzidetta contrada al dominio di  Filippo Maria Visconti Duca di Milano. Dissi ancora come fra le turpissime  azioni di quest'ultimo signore fuvvi pure quella di fare uccidere segretamente  (aprile del 1436) nell'Appennino di Zeri lungo la via di Borgo-Taro il valoroso  capitano Niccolò da Tolentino, che allora serviva la Rep. fiorentina. La  popolazione  della pieve di Zeri è sparsa  in 15 o 16 piccole villate, ognuna delle quali ha un nome particolare, e tutte  insieme nelle quattro epoche qui sotto indicate presentavano l'appressa  popolazione. 
        
        (Non si conosce la popolazione del 1551 quando Zeri apparteneva al  governo spagnolo di Milano) 
        
        
      Comunità di Zeri. — II territorio comunitativo  di Zeri abbraccia una superficie di 33447  miglia quadr. dei quali 964 spettano a corsi di  acqua ed a pubbliche strade. Vi si trovava nel 1833 una popolazione indigena di  4068 abit. a proporzione di quasi 100 individui per ogni miglio quadr. di suolo  imponibile.  
        Confina con due Comunità  del territorio dixxnito del  Granducato. Da lev. a sett. per lungo cammino  fronteggia con la Com. di Pontremoli; a lib. per breve tragitto con quella di  Calice,  e dallo stesso lato con l’ex  feudo di Sughero, dalla parte poi di meridione si tocca con l’altro ex-feudo di  Mulazzo mentre versdo maestrale mediante la Com. transappennina di  Borgo-Taro fronteggia con il Ducato di Piacenza e dirimpetto a mon-lib.  mediante il Mandamento di Godano con il Regno Sardo.  
        All’art. Pontremoli  Comunità, furono indicati i luoghi per i quali costeggiavano insieme i  territori di Pontremoli e di Zeri, cioè, dirimpetto a lev. dalla confluenza del  rio Rofinale nel torr. Teglia sino al monte Burello,  dove il territorio di Zeri volgesi verso sett,  finché giunge sulla cima dell’Appennino del Monte-Molinalico passando per la così detta Foce-Crociata e di costì sino al canale del Prato del  Prete, lungo il qualel canale scende nella fiumana Verde  che lascia  presso il Cast.di Grondola,  per poi ritornare verso la cima del Monte-Molinatico, la cui criniera il terri-  torio comunitalivo di Zeri percorre prima dirimpetto a maestr. quindi di faccia  a sett. sino sopra alla Cisa dove  trova, di qua , il territorio comunitativo di Pontremoli, e di là , quello  transappennino di Berceto spettante al Ducato di Parma. Le prominenze dell’Appennino  che accerchiano la convalle di Zeri possono limitarsi, a maestr., al Monte-Molinatico allo circa br. 2651  sopra il livello del mare, il Monte-Gotterro,  la di cui cima fu calcolata br. 2805 ; a lib. al Monte-Rotondo allo br. 1985; e a ostro al Monte-Corneviglio che si alza br. 1992; mentre al suo lev. sporge  il Monte-Arzelato 1502 br. sopra il  livello del mare Mediterraneo. Le fiumane maggiori che attraversano il terrilorio  di Zeri sono quelle del Verde, della Gordana e della Teglia, o Capria destra.  La prima nasce dal lago Peloso sull'Appennino della Foce Crociata tra Zeri e Monte-Molinatico, circa 9 miglia innanzi  di vuotarsi nella Magra dentro Pontremoli. La seconda fiumana scende dai poggi  intorno a Zeri sotto il vocabolo di Canale  di Gottaro quindi passa per li stretti di Giaredo col nome di fiumicello Gordana, un miglio innanzi di  accoppiarsi alla Magra che trova, dopo 12 migl. di tortuoso cammino, e circa mezzo  migl. a ostro di Pontremoli. La terza fiumana, la Teglia, nasce sul fianco orientale del Monte-Rotondo. Essa dopo aver raccolto le acque del torr. Moretto serve di confine dirimpetto a  ostro per circa 5 migl. al terrilorio Granducale della Com. di Zeri e quello  del exfeudo Estense di Mulazzo.  
        Niuna  strada rotabile ha mai percorso territorio di questa Comunità. 
        In generale poi il  terreno che copre i fianchi di cotesti monti spetta al macigno schistoso o  schisto-marnoso disposto a strati più o meno inclinati. Fanno eccezione per  altro gli Stretti di Giaredo, dote incontrasi il fenomeno da me indicato  agli Art. Biarga e Gordana, di trovarvisi cioè le calcari argillo-silicea  convertita in un diaspro più o meno macchialo in rosso, ora pallido ed a luoghi  tinto in sanguigno.  
        Il suolo superiore  mostrandosi poco fermo in quasi tutte le parti delle con valli percorse delle  fiumane di sopra indicale, mostra che quel terreno di schisto marnoso sovrabbonda  di argilla.  
        Il territorio, che è  quasi intieramente posseduto dagli abitanti, provvede pressoché ad ogni loro  necessita, talché per indicare ch'essi non hanno gran fatto bisogno di ciò che  non produce il loro paese, sono soliti dire con orgoglio, che Zeri mangia il  proprio pane e veste del suo pelo ( Calendario Lunese per l’anno 1816.)  
        Rispetto ai prodotti  di quel suolo dirò con l’A. dell’operetta ora citata, che la valle di Zeri, la  cui allessa media sul livello del mare si calcola dì circa metri 600, è fertile  di cereali e di castagni, abbondantissima di prati e di pascoli naturali.  
        I castagni occupano  adesso il posto degli abeti e delle altre selve selvaggie che nei  passati secoli ingombravano le parti superiori dei suoi monti non mai  spogliati di vegetazione; per cui i castagni e la pecoreria forniscono cibo al  campamento, e lana sufficiente per  tessere i modesti abili da donna e da uomini a quella onesta, frugale ed  ospitaliera popolazione.  
        Dal novero del  bestiame domestico che al presente suol vivere nella Comunità di Zeri, secondo  la tavola di detto Calendario resulta, che nel 1836 vi erano capi bovini n.  1567, capre n.° 807, pecore n. 6141, cavalli n. 26; asini e muli n.° 143, bestie  porcine N.° 443. Totale n.9227 capi di bestie grosse.  
        La Cora, di Zeri non  ha pubbliche scuole, ha bensì un medico-chirurgo senza obbligo di resilienza,  talché le popolazioni di cotesta Comunità risentono gravissimo il difetto di  una regolare e più estesa vaccinazione, ed é l’unico paese che manca di  legali.  
        Tutti gli uffizj e le  autorità pubbliche di questa Comunità si trovano in Pontremoli.              |