Enciclopedia delle armi - a cura di Edoardo Mori
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Vittorio Mangiarotti - La Mossberg CAC 45- 1 Combat Model - Sola al mondo?

Mossberg CAC 45

Mossberg CAC retro

Nel novero delle armi rare, la palma è forse destinata alla Luger in calibro 45. Tre esemplari costruiti e soltanto due ancora in circolazione.
Vengono poi le armi delle quali restano pochissimi esemplari funzionanti : Kolibri, Borchardt e qualche altra.
Questa é la storia della sola arma che, a nostra conoscenza, fu oggetto di lunghi studi, vasta pubblicità e finalmente venne costruita in … un solo esemplare superstite.
L’idea germoglia, alla fine degli anni settanta, nel laboratorio di Bo Clerke geniale inventore a cui dobbiamo, tra l’altro la concezione della cartuccia 38/45 Safestop.
Il progetto mirava, probabilmente, a proporre un’arma militare destinata a rimpiazzare l’intramontabile Colt 1911A1.
Malgrado le avvisaglie che già preannunciavano la scelta del calibro 9 mm Parabellum, molti costruttori ritenevano che i calibri superiori avessero ancora molte probabilità di successo agli occhi dell’amministrazione.
Il nostro inventore e la nota fabbrica di armi O.F. Mossberg & Son non furono i soli a crederci, si lasciarono tentare in molti, compreso il grande Cooper con la sua sfortunata Bren-Ten.
Fatto sta che un primo studio fu realizzato nel 1978, per conto della C.A.C. Corporation di Carson, e si incagliò rapidamente. Venne riesumato dalla A.I.G. Incorporated che battezzò l’arma con l’altisonante nome di « X-2 A.I.G.’s Combat.45 » e cedette alla Mossberg i diritti commerciali e la licenza di fabbricazione . Il primo esemplare dell’arma, probabilmente non funzionante, con il numero di matricola 0001, fu presentato allo « Shot-Show » nel 1979. La sua descrizione fece l’oggetto di un breve articolo a cura di Ralph Glaze, che apparve sul « 1979 annual product review » della rivista Guns & Ammo. Un secondo esemplare, sicuramente funzionante, fu sottoposto all’esercito e se ne persero le tracce. Mossberg aveva certamente programmato una produzione su larga scala perché, nel suo catalogo del 1980, l’arma è illustrata e proposta al pubblico al prezzo di 349,50 $. Si nota, tuttavia, che le due fotografie del catalogo mostrano armi simili ma non identiche, senza numeri di matricola apparenti e con guancette manifestamente recuperate dalla Colt 1911.
Per complicare le cose, un’altra arma, identica a quella illustrata su Guns & Ammo e dunque diversa da quelle del catalogo Mossberg, è presentata alla pagina 219 di Selearmi 1980.
Nessuna altra rivista ne parla e le sole tracce che si ritrovano nei siti specializzati, come GunsAmerica o N.R.A., conducono alle rarissime richieste di collezionisti che chiedono notizie della fantomatica CAC 45 Combat.
Probabilmente i sogni pistolettari della Mossberg si infransero contro il muro eretto dai problemi creati da Colt e Ruger che videro nella sua iniziativa una seria concorrenza per loro mercato tradizionale. All’improvviso come era apparsa, la pistola Mossberg sparì. Nei musei non se ne trova traccia, la « National Mossberg Collectors Association » ne possiede solo due foto e la Mossberg stessa ritrova nei suoi registri tracce di soli due esemplari.
I vecchi impiegati sono morti o pensionati, ma comunque irraggiungibili.
La sua storia avrebbe potuto concludersi nel mistero se un fantomatico esemplare non fosse inspiegabilmente riapparso al Banco di prova di Ulm, alla fine degli anni ottanta. Strane avventure lo portarono nel retrobottega di un armaiolo di Hestre, in Belgio.
Al fallimento di quest’ultimo, nel 1990, l’arma venne acquistata dall’armeria « S.L. Armes » che la cedette in seguito alla MAN Entreprises di Bruxelles, nel 1991. Un esperto in armi, la ricevette infine, in pagamento per la riparazione di una pistola mitragliatrice Skorpion CZ61, nel 1994.
Esaminiamo adesso l’arma superstite, prima che svanisca un’altra volta. Esteticamente si presenta in modo gradevole. La prima impressione é che sembra fatta proprio per sparare ! Ben equilibrata, compatta, aggressiva ed ergonomica.
e scritte sono marcate e nitide:
- sul lato destro della carcassa : CAC CARSON. CA 1025
- sul lato sinistro del carrello : CAC 45-1 COMBAT MODEL
- i punzoni del banco tedesco appaiono su : fusto, canna e carrello (da notare che il n. 77 é punzonato a lato dello stemma di Ulm. Se si riferisce all’anno, siamo di fronte a un’altro mistero perché l’arma fu presentata, negli USA, solo nel 79 ed ancora con la denominazione commerciale “X-2).
- sul basso del ponticello appare un minuscolo punzone con le lettere maiuscole PBP  (oppure R3P) delle qua il ignoriamo il significato.
L’arma é completamente realizzata in acciaio inossidabile, il fusto ha un aspetto che rammenta la microfusione, mentre il carrello é manifestamente ricavato da un massello fresato. Le parti superiore e posteriore del carrello sono finemente satinate antiriflesso, mentre i lati sono puliti a specchio.
mossberg carrello
Interno, esterno e parti meccaniche presentano superfici ben lavorate, senza spigoli taglienti e senza sbavature. La canna è uno specchio, tanto all’interno che all’esterno.
Tutte le superfici, traguardate con luce rasante, sono esenti da ondulazioni e sembrano rettificate.
I minuscoli perni che fissano: il grilletto, il mirino e l’estrattore sono del tipo elastico, la ghiera che regola il centraggio della canna é bloccata con quattro viti a brugola. Un’altra vite, dello stesso tipo, permette di regolare la corsa a vuoto del grilletto e due fissano le leve della sicura ambidestra.
L’alzo merita un elogio particolare: ricavato dal pieno del carrello, é fresato per contenere una lama sagomata che dovrebbe poter essere regolata per mezzo di una vite senza fine. Nella pistola in esame, questa vite é bloccata intenzionalmente e le regolazioni in altezza e in brandeggio sono impossibili. L’insieme é estetico, robusto e funzionale, ma deve costare un patrimonio. Soltanto la sicura manuale é presente sull’arma e assicura anche la funzione di controllo di chiusura del carrello. Il suo funzionamento é abbastanza sconcertante. Infatti, messa manualmente, si disinserisce per inerzia alla chiusura del carrello. In un primo momento può sembrare insensato, in realtà, appare come una soluzione razionale per un’arma da combattimento. Quando si mette il colpo in canna è perché si ha l’intenzione di sparare. Se non si spara: si toglie la cartuccia oppure si rimette la sicura.
Il suo inserimento manuale é comunque molto scomodo, probabilmente a causa dell’usura del nottolino di bloccaggio.
Mossberg sicura Personalmente riteniamo che la pletora di sicure che complicano le armi odierne, non permetta comunque di sopperire alla stupidità o all’imprudenza umana. In compenso, rende la vita infernale al professionista serio che, una volta su due, le fa sparire.
Quindi, se la CAC 45 era destinata a un esercito di professionisti, la scelta fu perfettamente razionale.
Un commento, le due levette di sicura, sono manifestamente ricavate da blocchetti di inox, con un lavoro da orologiaio.
Le guancette in legno, sembrano fatte su misura e mancano di coppelle per le viti di fissazione, pure loro a brugola. L’insieme ha l’aria un po’ artigianale, ma ben fatto e funzionale.
Ringraziamo il Cielo e tutti i Santi per averci evitato la visione del modello con le mostruose guancette della 1911A1.
Oltre alle guancette, altri pezzi sono perfettamente intercambiabili con quelli di una Colt 1911A1 : il caricatore, il fermo dello stesso, il percussore e la sua molla.
Come dicevamo, la presa in mano é ergonomicamente perfetta per una grande mano e eccellente per una piccola. Nessun gioco é percettibile trà le differenti parti, un aggiustaggio che supera largamente quello di una Gold Cup, (personalmente direi che siamo al livello di una P210) ! Il carrello si arma con molta facilità ed la meccanica si muove come se fosse in un barattolo pieno d’olio.
Il perfetto caricatore scivola dal suo alloggiamento senza intoppi e riceve con sconcertante dolcezza le sette cartucce che gli spettano. L’armamento é più dolce di quello dell’antenata 1911A1.
La leva dell’hold open funziona perfettamente e il suo prolungamento rende la manovra molto dolce ed istintiva. Anche qui, un punto in più rispetto alla Colt.
Il puntamento é facile anche se i punti fluorescenti su alzo e mirino hanno perso gran parte della loro brillantezza. Lo scatto é in un solo tempo, avviene senza preavviso, secco e senza strascichi. La corsa del grilletto é di 5,5 mm ed il peso é regolato a circa 2500 grammi. Il rinculo é meno brutale di quello della 1911 ed anche un tiratore occasionale riesce a ritornare rapidamente sul bersaglio.
Alla prova di tiro, non abbiamo che dieci cartucce: cinque Winchester e cinque Fiocchi.
Con le Winchester, al terzo colpo avviene una mancata estrazione del bossolo, un veloce riarmamento e terminiamo la serie.
Con le Fiocchi, ad ogni colpo, il bossolo resta in canna. Una volta estratto, non ci sono segni di sovrappressione e la traccia dell’estrattore risulta appena visibile.
Pensiamo che il problema sia dovuto alla molla dell’estrattore troppo debole oppure al profilo del dente di aggancio.
La buona sorpresa é che: la forma dell’impugnatura e il generoso “bush”, mettono la mano del tiratore al riparo dal morso del cane al momento del riarmo.
Lo smontaggio di campagna é simile, ma meno laborioso di quello della Colt, tolta la chiavetta, restano tre pezzi: il fusto, il carrello con la molla e la canna. L’asta guida molla é fissata con una vite che non abbiamo osato forzare.
In conclusione, un’arma potente, precisa e funzionale. Concepita per dei professionisti e fabbricata con cura. Se fosse costruita oggi, potrebbe probabilmente tenere testa a molte pistole moderne, chissà che qualcuno non ci pensi.
Resta da immaginare il costo di un’arma progettata e studiata per essere prodotta in grande serie e infine costruita in un solo esemplare.
Mossberg CAC

NOTA di Edoardo Mori
Che la sigla CAC corrisponda alla società  C.A.C. Corporation di Carson è scritto nel primo articolo sull’arma di Ralf Glaze. La società non è più individuabile. Risulta però che C.A.C. era il marchio commerciale della A.I.G. Corporation di North Haven che produceva la pistola e la distribuiva tramite la Mossberg.
La pistola CAC è stata presentata sulla rivista del Deutsches Waffen Journal nell’agosto 1984 con prova di tiro. È possibile che si tratti dello stesso esemplare sopra illustrato e passato per il Banco di Prova di Ulm, anche se certi particolari tecnici non quadrano.
L’articolo non è affatto entusiasta dell’arma che alle prove al banco è risultata altamente imprecisa. A 25 metri è difficile mettere i colpi in un cerchio inferiore ai 15 cm di diametro e spesso la dispersione ha  superato i 20 cm. La canna, nonostante la ghiera di centraggio anteriore, ha troppa libertà di movimento. A parte ciò l’arma, nonostante le mire regolabili, era tarata male e sparava 30 cm in basso. La tacca di mira non reggeva ai colpi e si spostava; ciò spiegherebbe perché nell’esemplare sopra illustrato essa sia stata bloccata (ma il fissaggio è perfetto e sembra orginale).
Il grilletto è regolabile e reca un foro in cui avrebbe dovuto trovare posto la vite del trigger stop (vite che è presente nell'arma qui sopra).
La sicura viene criticata perché guai se prima di inserirla non si lascia il grilletto. Il percussore raggiunge egualmente l’innesco e vi lascia un segno con possibilità che parta il colpo (cosa che non si verifica nell'arma qui sopra che pare avcr modifcaot la catena di scatto). La sicura sul lato sinistro deve essere premuta prima di ruotarla il che è una complicazione non ammissibile (questo problema non vi è nell'arma qui sopra). Nelle prove ogni serie di sei colpi ha subìto dei malfunzionamenti. In conclusione una variante della Colt senza innovazioni indovinate, ancora da perfezionare e quindi senza futuro.
Il preso dell'arma a vuoto viene indicato in 950 gr; la canna è lunga 95 mm; l'arma provata in Germania aveva il grilletto regolato a 1,6 kg. (Edoardo Mori).


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